Villa Romana in abbandono, San Gimignano la paga 40 mila euro

Siglato davanti al Giudice il contratto di compravendita fra il proprietario dell’area e l’amministrazione comunale per un importo di 40mila euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 gennaio 2015 13:14
Villa Romana in abbandono, San Gimignano la paga 40 mila euro

All’interno dell’area di Aiano una Villa Romana databile tra il IV e il VI secolo d.C con mosaici e strutture di assoluto pregio culturale, storico e artistico. Gli scavi erano stati interrotti nel 2012

I resti della Villa Romana in località Aiano, databile tra il IV e il VI secolo d.C., sono di proprietà dell’amministrazione comunale di San Gimignano. Si è concluso nei giorni scorsi l’annoso iter burocratico per l’acquisizione del sito archeologico che desta in stato di abbandono e che presenta mosaici e strutture di assoluto pregio culturale, storico e artistico. Davanti al Giudice del Tribunale di Siena per le esecuzioni immobiliari è stato infatti siglato il contratto di compravendita, fra il proprietario ed il Comune di San Gimignano, che trasferisce la proprietà dell’area all’ente pubblico per una cifra di circa 40mila euro. Potranno così riprendere gli scavi interrotti nel 2012 e il progetto di recupero e valorizzazione dell’intero sito archeologico conosciuto anche come “Torraccia di Chiusi”.

Si chiude una vicenda nata quasi 4 anni fa quando il Consiglio Comunale di San Gimignano deliberò l’acquisizione dell’area archeologica dando inizio ad un lungo iter burocratico giudiziario che, di recente, è stato al centro dell’interesse dei media nazionali ed anche oggetto di interrogazioni parlamentari dal momento che il sito, dopo gli scavi della metà degli anni duemila, versa oggi in condizioni di abbandono.

«Sono estremamente felice che, da oggi, questa importante testimonianza culturale del nostro straordinario passato, sia diventata di proprietà della comunità sangimignanese - commenta il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi -. Ringrazio tutti coloro che hanno consentito che ciò avvenisse: in primis il proprietario dell’area Leonardo Berti, coadiuvato dall’avvocato Alessandro Rolandi, ed il Giudice Flavio Mennella oltre a tutti i creditori che hanno liberato l’area dai propri diritti ipotecari.

Nei prossimi giorni incontreremo la Sovrintendenza Archeologica toscana per concordare un progetto per i prossimi anni, che possibilmente coinvolga anche le Università toscane, e che, da un lato preveda la messa in sicurezza dell’area attuale e faccia riprendere lo scavo delle parti della Villa Romana ancora non emerse e dall’altro imposti un progressiva musealizzazione dell’area e dei reperti raccolti negli anni. Ora che la nostra caparbietà ha ottenuto il successo sperato – conclude Bassi -, posso garantire che il Comune di San Gimignano farà sicuramente la propria parte in termini di logistica ed anche di eventuali risorse economiche».

Il sito archeologico Il sito di Torraccia di Chiusi è costituito di uno stretto pianoro, ubicato nella piccola valle formata dal torrente Foci, affluente dell’Elsa, nel cuore della Toscana, tra le città di Siena, Volterrra e San Gimignano. Si tratta di un sito per il quale il Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano ha concesso all’UCL (Université Catholique de Louvain - Belgio) un'autorizzazione di scavo e che è diretto da Marco Cavalieri, professore di archeologia romana all’UCL.

Dall’estate 2005 e fino al 2012, una squadra di ricercatori, dottorandi e studenti ha iniziato una serie di indagini sul sito, scoprendo le vestigia di almeno tre vani di un'antica villa romana, databile tra il IV e il VI secolo d. C. Lo scopo dell’indagine è di scavare almeno una parte dell’edificio individuato, di studiarne il materiale ed organizzare un convegno internazionale su le fasi di occupazione romana della Toscana, regione che è il cuore della civiltà etrusca. L’incontro/scontro tra il mondo romano ed etrusco è interessante ed è rimasto finora un argomento poco studiato: lo scavo di Torraccia di Chiusi vorrebbe approfondirlo grazie al contributo di nuovi dati archeologici e di nuove interpretazione storiche.

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