Vikingo bum bum, la Viola fa cappotto

Sei a zero al modestissimo (e fallosissimo) Čukarički. Beltran doppietta, a segno anche Ikoné, Sottil, Quarta e Lopez

Paolo
Paolo Pellegrini
26 Ottobre 2023 23:34
Vikingo bum bum, la Viola fa cappotto

Sei, ma potevano essere anche dodici. Con la bella conferma del Vikingo Beltran, che spacca subito il match a colpi di doppietta, e con il solito problema: Nzola, che gli subentra ma non la butta dentro in nessun modo, anzi palesa le solite difficoltà. Sei a zero, e intanto con il pari in bianco tra belgi e ungheresi la Viola si trova in testa sì in condominio con le altre due, ma avanti perché questo bel cappottino serviva eccome in termini di differenza gol, e pensare che poteva essere anche più rotondo, perché Mandragora – e non solo lui – se n’è mangiate un paio solo davanti a Belic, che poveretto ci ha messo anche del suo per limitare i palloni raccolti in fondo al sacco.

Modesto, modestissimo questo Čukarički, che è pure ostico da pronunciare. “Non vincono nemmeno con l’Impruneta” (con tutto il rispetto, la frase non è mia), è uno dei primi commenti colti al volo scendendo le scale di una tribuna semideserta, pochini stasera al Franchi, tolta la solita Fiesole a voci piene pur se a ranghi ridotti, tanti vuoti altrove; deserto lo spicchio degli ospiti, qualche sparuto serbo perfino con bandiera è comparso sotto la tettoiona, magari una giratina a Firenze rimane sempre occasione da non perdere.

Modestissimi e però cattivucci, se è vero che nel tempo della doppietta del Vikingo – sempre su lanci lunghi da dietro: prima lo innesca Ranieri, lui si muove bene sul limite e mette a sedere il portiere, poi aggancia al volo l’imbeccata di Quarta per il pallonetto delizioso che scavalca Belic un po’ troppo fuori dai pali – avevano già beccato due gialli, oltre al fallaccio non fischiato dal cipriota Theouli, pure lui modesto, e costato la caviglia a Kayode sostituito dopo appena 7’ da un comunque ottimo Comuzzo, attento dietro anche quando si sposterà al centro per far posto al debutto di Pierozzi, e ben propositivo in avanti, fino a mettere in condizione Beltran di scuotere la traversa che gli nega la gioia del tris.

Per chiudere il conto sulla voglia di fabbro dei serbi, prima del riposo restano in 10 perché il Var chiama Theouli a rivedere la martellata di Subotic sullo stinco di Beltran: video review, e il giallo diventa rosso. Ma dieci o undici fa poca differenza, quando chiudi il carapace a testuggine.

Potevano essere tanti di più, certo, i numeri saranno freddi ma parlano chiaro, 23 a 3 i tiri totali, 10 a 1 nello specchio, eppure il primo brivido l’ha corso Terracciano perché come al solito una palla persa in mezzo al prato diventa subito occasione, ma il piede poco addomesticato di Ivanovic a tu per tu con il portiere spara alto e largo. Ricapiteranno, mezzi pasticci, nell’arco del match; però mal che vada c’è sempre qualcuno che rimedia, e comunque a rimediare ci pensa soprattutto la tecnica davvero approssimativa dei serbi. Per finire con il racconto dei numeri, 76 a 24% il possesso palla, sette a zero i corner, 673-226 i passaggi. Per dire, no.

S’è accennato al debutto di Pierozzi, che sulla fascia alla fine se la cava più che decorosamente. Nella rivoluzione architettata da Italiano, ecco anche la prima tutta intera da titolare per Maxime Lopez. Buona la prima, in fin dei conti, Minot detto il Mago fa la sua figura, orchestra sereno anche quando i serbi chiudono la testuggine a doppia muraglia davanti al solito gioco tutto laterale dei viola, ma in ogni caso qualche accenno di filtrante c’è, e soprattutto la palla viaggia bene perché Ikoné è in serata e si muove assai, Kouamé è il solito grillo assatanato e arpiona palloni ovunque salvo magari anche poi litigarci ma è utile alla causa, le fasce producono assalti e palle in mezzo. Sempre, non basta mai ricordarlo, tenuto conto di un avversario di categoria decisamente minore.

Taccuino ricchissimo, quindi, tre gol per tempo, e tre di questi davvero sontuosi, vedi il secondo del Vikingo, vedi il missile sotto la traversa di Ikoné dopo palla conquistata strappata a mezzo campo e un paio di finte, vedi il destro di velluto dalla lunetta di Minot il Mago, preceduto da una punizione insaccata con precisione chirurgica da Sottil (meno sciupone del solito, vivaddio) e il solito appuntamento con il gol di Martinez Quarta, fisso a centrocampo ma attentino anche dietro, salvo qualche distrazioncella, e meno male che c’era il Čukarički… Ma prima dei tre fischi ci prova anche Comuzzo, insomma sarebbe la serata da gloria per tutti o quasi, peccato per i due sbuccioni di Mandragora solo davanti a Belic, e per il tiraccio largo di Nzola con stop di petto e botta al volo, dice il saggio “un centravanti quella la deve buttare dentro”…

Ok, basta così. Testa alla Lazio, la scoppola di Rotterdam magari a Sarri gli ha fatto maluccio, chissà la reazione. Se ne riparla lunedì. E intanto ci si gode questo cappottino, anche se al Franchi freddo non faceva di certo. Capitasse più spesso.

Fiorentina (4-2-3-1): Terracciano; Kayode (7’ pt Comuzzo), Quarta, Ranieri, Parisi (46’ Pierozzi); Lopez, Mandragora; Ikoné (58’ Sottil), Barak 6 (67’ Infantino), Kouamé; Beltran (58’ Nzola). All. Italiano

Cukaricki (4-1-4-1): Belic; Rogan (66’ N’Diaye), Vranjes, Subotic, Tosic; Sissoko, Docic (46’ Serafimovic), Stankovic (79’ Kovac); Ivanovic (46’ Adzic), Adetunji (46’ Cvetkovic), Nikcevic. All. Matic

Arbitro: Theouli (Cipro)

Note: ammoniti Vranjes e Docic. Espulso Subotic. Angoli 7-0 per la Fiorentina. Spettatori: 15.357. 

In evidenza