Vaccinazioni anti Covid anche in chiesa: sì dei vescovi toscani

Importante apertura nel documento di preparazione alla Settimana Santa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2021 15:35
Vaccinazioni anti Covid anche in chiesa: sì dei vescovi toscani

I vescovi toscani si sono riuniti in assemblea il 29 di marzo on line. Costretti a questa modalità dalla situazione della Regione toscana riguardo al covid-19, il primo pensiero è andato alla popolazione messa a dura prova dalla pandemia e dalle restrizioni necessarie per combatterla. 

"In questo momento - si legge in una nota -, in cui tutta la Chiesa vive il mistero doloroso della Settimana Santa che si apre però alla luce radiosa della Pasqua, i vescovi toscani vogliono lanciare un forte messaggio di speranza, perché non prevalga lo scoraggiamento ma si rinnovino piuttosto le energie di tutti per superare l’attuale difficile momento, guardando avanti con la fiducia che anche da questa dolorosa esperienza si può imparare ad essere migliori. 

I vescovi si sentono particolarmente vicini ai colpiti dal virus, a chi è negli ospedali e a chi sta subendo un grave danno economico che mette a dura prova la vita stessa delle famiglie; non è mancato infine un pensiero di suffragio per le numerose vittime di questa pandemia e di conforto per i loro familiari. Si auspica ora che si proceda spediti in una campagna vaccinale ben organizzata che non lasci indietro nessuno, in particolare le persone più a rischio, fragili o sole. 

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A tal proposito i vescovi, qualora ne sia fatta richiesta, si rendono pienamente disponibili a mettere a disposizioni per le vaccinazioni le strutture della Chiesa.

Come di consueto è stato poi preso in esame quanto è stato discusso nell’ultimo Consiglio permanente della CEI, soffermandosi a considerare la proposta di cammino sinodale per le chiese che sono in Italia - cammino auspicato dal Santo Padre anche recentemente - e che sarà messo a tema nella prossima Assemblea Generale dei vescovi che si spera di poter volgere in presenza dal 24 al 27 maggio prossimo a Roma.

Sempre in relazione ai lavori del Consiglio permanente c’è stato uno scambio di opinioni circa la formazione al presbiterato e la vita degli stessi presbiteri sia italiani che stranieri operanti sul nostro territorio. E’ stata sottolineata ancora una volta la necessità di accompagnare in modo adeguato e ben strutturato i presbiteri nei primi anni dopo l’Ordinazione sacerdotale, convinti che il “dopo” sia in un certo senso più importante del “prima” e che non bastino incontri sporadici o comunque episodici quanto piuttosto un vero e proprio accompagnamento caratterizzato da una accentuata dimensione comunitaria.

E’ stata poi confermata l’elezione di Stefano Manetti della diocesi di Fiesole, quale Delegato regionale dell’Azione Cattolica, avvenuta il 23 marzo scorso. Si è preso atto anche della nuova composizione della intera delegazione regionale dell’Azione Cattolica. Nell’occasione, i vescovi hanno ribadito l’importanza di questa presenza laicale associata, collaudata, preziosa e feconda in ordine alla formazione di un laicato maturo e partecipe. Mentre ringraziano di cuore quanti ancora oggi si impegnano con generosità nell’Azione Cattolica, auspicano che i parroci tengano in grande considerazione questa presenza laicale e la favoriscano in ogni modo.

Don Marco Pierazzi, Vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico regionale, ha presentato poi la relazione annuale sul lavoro svolto, le cause inoltrate e portate a termine. La vita del Tribunale, pur risentendo della situazione determinata dalla pandemia, è proseguita anche nel 2020 senza particolari intralci, così che la cause esaminate e portate a conclusione sono in numero pressoché identico a quelle dell’anno precedente. È questo un importante contributo che le Chiese toscane offrono alla verità del sacramento del matrimonio e della famiglia, all’interno dell’attenzione pastorale riservata alla vita familiare.

I vescovi si sono poi soffermati su due punti di particolare rilievo: 1. Il lavoro svolto dal Servizio regionale per la tutela dei minori e le persone vulnerabili; 2. La pastorale giovanile della chiesa. Per quanto riguarda il Servizio regionale per la tutela dei minori, è stata ascoltata la relazione della Coordinatrice del Servizio, Suor Tosca Ferrante. Il Servizio è ormai costituito ed è stato formata l’équipe regionale incaricata di seguire la questione. Tutte le Diocesi toscane hanno nominato un Referente diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e anche in ogni diocesi si stanno costituendo le équipe che, collaborando con il Referente, dovranno predisporre tutta una serie di iniziative volte alla sensibilizzazione e alla formazione permanente dei presbiteri e dei vari operatori pastorali particolarmente impegnati nel campo educativo.

Il Servizio regionale ha cominciato ad operare in modo molto significativo fornendo supporto alla diocesi nell’ambito della formazione e sostenendo l’attivazione di specifici “sportelli di ascolto” nelle diverse chiese locali per raccogliere eventuali segnalazioni. Il lavoro svolto fin qui con competenza e premura, come la collaborazione che si sta realizzando tra le diocesi, testimoniano chiaramente la volontà della Chiesa di tutelare al massimo al suo interno e ad ogni livello, la vita dei minori e delle persone vulnerabili.

Pe quanto riguarda la pastorale giovanile, con l’intervento del responsabile nazionale del servizio di pastorale giovanile, don Michele Falabretti, c’è stato modo di avviare un primo interessante scambio di opinioni sulla questione giovanile, dopo che si è svolto un sinodo dei vescovi sul tema con la conseguente Esortazione apostolica “Christus vivit” e tenendo conto di quanto sta accadendo con la pandemia in corso. Don Falabretti ha esposto le principali linee che il Servizio nazionale intende portare avanti in questo tempo davvero particolare.

Da parte di tutti è stata ribadita l’importanza della pastorale giovanile. Si è però rilevato che questa, proprio per le provocazioni che il tempo che stiamo vivendo rivolge all’intera Chiesa, debba essere ricollocata dentro un ripensamento profondo dell’essere Chiesa oggi, in risposta alla domanda su quale forma dare alla vita pastorale oggi e domani. La pastorale giovanile ha bisogno di essere riproposta all’interno di questo cambiamento di prospettiva e di prassi pastorale che tutta la comunità cristiana è chiamata ad operare in ascolto dei segni dei tempi.

L’assemblea si è chiusa nel segno della gioia pasquale che la Risurrezione di Cristo infonde nel cuore dei credenti. Ci disponiamo alla celebrazione pasquali certamente ponendo la massima attenzione al rispetto delle norme igienico sanitarie del momento, perché tutto avvenga nella massima sicurezza, come del resto è accaduto fino ad oggi e per questo, i vescovi sentono anche di dover ringraziare i parroci e tutti i volontari che si sono prestati e si prestano per il tranquillo svolgimento dei vari riti. Nello stesso tempo siamo veramente grati al Signore perché quest’anno possiamo celebrare le solennità pasquali in presenza: sicuramente anche questo un segno di speranza che dà consolazione al cuore".

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