Un mese senza piogge a Firenze

L'allarme di Confagricoltura Toscana: “Raccolti a rischio, è dramma nel dramma”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 marzo 2022 20:05
Un mese senza piogge a Firenze

Firenze, 26 marzo 2022- Un mese senza piogge nella Città Metropolitana di Firenze. Le ultime precipitazioni sul territorio della Metrocittà si sono registrate lo scorso 26 febbraio. La Sala di Protezione civile della Città Metropolitana avverte che la vegetazione e gli arbusti hanno indici di secchezza già elevati favorendo lo sviluppo degli incendi boschivi.

Le mappe della ''siccità'' mostrano valori nella norma se si considera la pioggia caduta nell'ultimo periodo (3 mesi) e valori di siccità elevata se si prendono in considerazione le piogge cadute nell'ultimo anno (fonte Cnr Ibe Climateservices)."E' importante che tutti adottino comportamenti ed iniziative per un uso consapevole dell'acqua perchè con semplici scelte possiamo portare il nostro contributo", invita Massimo Fratini, consigliere della Metrocittà delegato alla Protezione civile.In questo periodo ad esempio, iniziano le attività nei giardini e negli orti e, con la scelta corretta delle tipologie di piante da mettere a dimora e del sistema di irrigazione, si possono ridurre gli sprechi d'acqua.

L’ultima giornata di vera pioggia nella nostra Regione risale a fine febbraio, a marzo invece abbiamo registrato livelli di siccità record e per gli agricoltori si è rivelata una catastrofe. “Lo definirei un dramma nel dramma, visto il periodo complesso che stavano già attraversando le nostre aziende, tra i tentativi di ripresa dal periodo pandemico e i costi di produzione che sono raddoppiati, complici anche le tensioni geopolitiche” commenta il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri.

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La situazione preoccupa a livello nazionale con numeri complicati che riguardano pure la rete idrica della nostra regione, anche se i modelli meteorologici sembrano dare speranza di pioggia per la prossima settimana. “È quello che speriamo - dice Neri - perché solo giorni di acqua continuativi possono mitigare gli attuali danni. Chi ha avuto la fortuna e la lungimiranza di fare le semine delle colture invernali con anticipo, prima delle piogge, può darsi che ne ricavi qualcosa se pioverà, chi ha seminato tardivamente, invece, rischia di avere gravi perdite e non si sa se sarà in grado di sviluppare il raccolto.

È una situazione che ci tiene in apprensione e che proprio non ci voleva dopo tutto quello che abbiamo passato in questi anni”.“Inoltre – aggiunge Neri – ci sono i vincoli dettati dalla Comunità europea e per gli agricoltori non è possibile cambiare colture a piacimento. Ad esempio, qualora il grano non nascesse, destinare i terreni ad altre semine: si rischiano delle sanzioni, secondo l’attuale Politica agricola comune (Pac). Servono norme più elastiche e la Pac è qualcosa che sicuramente andrà rivisto, è necessario un indirizzo di lungimiranza se davvero vogliamo tornare ad aumentare la capacità di produzione.

Così com’è necessario che le istituzioni e la politica si riavvicinino agli agricoltori con aiuti tempestivi”.“Si tratta di ulteriori perdite – conclude il presidente di Confagricoltura Toscana – in un periodo in cui i prezzi degli approvvigionamenti per semi e concimi, così come quelli della benzina che è sotto gli occhi di tutti, sono raddoppiati. Per uscirne dovranno essere prese decisioni nel rispetto di quel che dice la scienza e lavorando nel segno della sostenibilità, ma seguendo anche il buon senso dettato dall’economia per evitare conseguenze peggiori.

C’è infine un problema che potrebbe essere risolto velocemente, con la modifica della legge 157/92, ed è quello degli ungulati per i quali i nostri politici dovrebbero attivarsi quanto prima”.

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