Toscana sull'asse Firenze Pisa, si misura su aeroporto e area metropolitana

L’illustrazione del presidente della commissione Ambiente apre il dibattito sull’integrazione al Piano di indirizzo territoriale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 luglio 2014 15:22
Toscana sull'asse Firenze Pisa, si misura su aeroporto e area metropolitana

Approvazione per l’Integrazione al Piano di indirizzo territoriale (PIT) per la definizione del Parco agricolo della Piana e per la qualificazione dell'aeroporto di Firenze.“Con il Piano del paesaggio approvato nella scorsa seduta e con il voto di oggi, il Consiglio regionale sta spendendo bene gli ultimi mesi della legislatura. Con questi due atti, infatti, realizza una parte importante del programma elettorale, quella di coniugare la spinta all’ammodernamento delle infrastrutture regionali con la tutela ambientale” il presidente della Giunta regionale, Enrico Rossi, in chiusura del dibattito.

“Si fa un passo avanti importante verso questo obiettivo”, ha aggiunto, “assumendoci le responsabilità che ci competono, perché se fossimo rimasti fermi avrebbe provocato un arretramento della Regione e dei territori che governa”. Rossi non ha nascosto “che le scelte importanti contegano sempre anche dei rischi, ma anche questo è il compito di un’istituzione che funziona”. Rossi ha affermato di “essere decisamente a favore della realizzazione dell’autostrada tirrenica, del completamento della circonvallazione di Lucca e del sottoattraversamento dell’Alta velocità a Firenze, del raddoppio della linea ferroviaria di Lucca e della realizzazione della terza corsia sulle austrade A1 e A11”.

Rossi ha anche rivendicato il lavoro congiunto con le altre Regioni interessate “per andare al completamento della Grosseto-Fano”. E ha aggiunto: “Sono orgoglioso di aver contribuito a dare questo impulso per l’ammodernamento delle infrastrutture della Toscana e sulla questione degli aeroporti sono due volte contento, perché non era per niente scontato arrivare a questo punto”. Il presidente ha ricordato che sul progetto della Holding pubblica “ho trovato resistenze da parte di Firenze e di Pisa e quando si è aperto lo spiraglio di un interesse privato ad acquisire il controllo dei due scali per andare ad una fusione societaria non ci ho visto nulla in contrario”.

Rossi ha aggiunto che “al privato manterremo il fiato sul collo, e mi auguro che si arrivi presto alla società unica”. Poi ha detto: “Due punti voglio chiarire. Questa pista ha meno impatto ambientale di quella esistente. In secondo luogo, se la vendita di quote di Adf e Sat fosse stata un pericolo per Pisa non l’avrei accettata”. La vendita, ha aggiunto, "è una garanzia di sviluppo sia per Pisa che per Firenze, tanto che il presidente della Camera di commercio di Bologna pensa che il progetto di fusione sarà micidiale per il loro aeroporto”. La pista di Peretola, ha continuato Rossi, “è fissata in duemila metri e quando saremo chiamati a confrontarci con l’investitore privato e con Enac sosterremo questa scelta, perché lo sviluppo di Peretola ha bisogno di regole che garantiscano la tutela dell’ambiente”.

Rispetto al Parco agricolo della Piana, il presidente ha affermato di apprezzare “chi lo ha richiamato con toni positivi o negativi, perché è stato comunque posta l’attenzione su un punto importante: abbiamo salvaguardato il polmone verde di cui Firenze e la Piana hanno bisogno” e ha aggiunto che rispetto alla valutazione ambientale e dei rischi sanitari “siamo entrati nel merito di tutte le questioni”. “Con questa scelta”, ha concluso, “diamo una svolta definitiva alla modernizzazione e allo sviluppo delle infrastrutture della nostra regione”.Il sindaco di Firenze Dario Nardella: "L’approvazione definitiva del Pit in Regione è una notizia importante per Firenze: significa finalmente dare il via alla partita del potenziamento dell’aeroporto di Peretola con la nuova pista.

Una risposta concreta a quello che i cittadini chiedono da anni: basta con la politica che litiga, avanti con le opere che Firenze aspetta ormai da troppo tempo".Il commento dell'Aula: "Un Consiglio pantomima concluso con una votazione che offre una sola certezza: il presidente Rossi non ha più la sua maggioranza. Un Governo che registrasse tra le sue fila otto defezioni – tra voti contrari e assenze – trarrebbe le sue conclusioni rimettendo il mandato.

Rossi invece no: ben guardandosi dal mantenere l’impegno preso un anno fa in sede di adozione del Pit, continua imperterrito come se oggi niente fosse accaduto - così Giovanni Santini, presidente del gruppo di Forza Italia - quella su cui il Governatore ha fatto affidamento è una maggioranza non certo politica, ma solo aritmetica, nata su un equivoco di fondo. Perché delle due l’una: o si è votato il “nulla” – perché è noto a tutti che duemila metri non sono sufficienti per lo sviluppo del Vespucci – o siamo davanti a un atto “inutile” visto che decisioni diverse potranno essere prese in altre sedi.

E a nulla sono valsi i nostri tentativi di emendare il testo per rendere più concreta la prospettiva di crescita per l’aeroporto fiorentino. Resta il fatto che con il voto di oggi la Regione ha abdicato alle sue funzioni e la maggioranza di centrosinistra che la governa non esiste più".

Non è in discussione la maggioranza complessiva del Consiglio regionale. In questa stessa seduta abbiamo approvato importanti atti relativi all’assestamento di bilancio e sul sistema socio sanitario; su questo specifico sapevamo che c’era un'articolazione più complessa all’interno della maggioranza. La cosa più importante è che l’assemblea regionale ha oggi licenziato un fondamentale provvedimento urbanistico per lo sviluppo della Toscana” il commento di Ivan Ferrucci, capogruppo Pd Regione Toscana.L'Ordine degli Architetti: "Con l'approvazione delle integrazioni al Piano di indirizzo territoriale si arriva finalmente, dopo un iter molto faticoso, ad un primo risultato per quanto riguarda l'assetto delle infrastrutture in Toscana.

Tuttavia alcuni aspetti sia del Pit che del Piano paesaggistico destano perplessità e preoccupazione. In particolare, le integrazioni approvate oggi rischiano di essere una debole mediazione, già messa in discussione da Enac sulla lunghezza della pista aeroportuale. Ma anche allargando lo sguardo al Pit nel suo complesso e al Piano paesaggistico, le decisioni della Regione appaiono troppo deboli nelle scelte infrastrutturali di fondo e troppo forti nei divieti imposti ai cittadini privati.

L'idea-guida del Piano paesaggistico sembra la cristallizzazione del territorio toscano, se non addirittura la volontà di tornare ad un paesaggio mezzadrile che da tempo non esiste più, perché ormai modificato dalle trasformazioni sociali e urbanistiche che ha vissuto la nostra regione. Era necessaria un'opera di razionalizzazione dei vincoli paesaggistici, che invece restano gli stessi di sempre, con il risultato paradossale che aree totalmente prive di valore paesaggistico, come alcune aree industriali, saranno vincolate.

Come se non bastasse l'introduzione di questo Piano comporterà un ulteriore appesantimento degli iter burocratici di approvazione degli atti di pianificazione: questo appesantimento ricadrà non tanto e non solo sui professionisti, ma in ultima analisi sui progetti e le aspettative dei singoli cittadini".

Relazione: “La discussione di oggi conclude l’iter sull’adozione dell’integrazione al Pit per la definizione del Parco agricolo della Piana e per la qualificazione dell’aeroporto di Firenze”. Così Gianfranco Venturi (Pd), presidente della commissione Ambiente in Consiglio regionale, ha aperto la discussione sull’approvazione dell’integrazione al Piano di indirizzo territoriale. Una discussione nella quale è stato anche ricordato che proprio in occasione dell’adozione l’Aula “approvò un ordine del giorno” con il quale si impegnava la Giunta a richiedere alla Società Adf Spa la “presentazione di un preliminare di Piano di Sviluppo Aeroportuale”.

“A tale richiesta è pervenuto un sintetico documento” sull’ipotesi progettuale di pista 12/30 (convergente parallela), a seguito del quale le commissioni competenti (Ambiente e Infrastrutture, quest’ultima presieduta da Fabrizio Mattei del Pd) “hanno effettuato cinque riunioni con audizioni di componenti del Nurv (Nucleo unificato regionale di valutazione) ed un rappresentante di Adf”. “Non è stato possibile – ha continuato ancora Venturi - ascoltare i vertici di Enac in quanto, seppure invitati, hanno comunicato di non poter partecipare ad un incontro fino al prossimo 17 Luglio, data incompatibile con i tempi che ci eravamo dati per portare questo atto in Consiglio”. Il presidente ha inoltre ricordato che la discussione fatta nelle commissioni “ha preso atto delle novità intervenute sul piano della proprietà tanto di Sat che di Adf (Corporación America, gruppo multinazionale argentino che gestisce 51 aeroporti in Sud America e in Europa, ha acquisito la maggioranza azionaria in entrambe le società, ndr)”.

Nel corso delle audizioni avute con il presidente di Corporación “abbiamo appreso che la nuova maggioranza azionaria sta lavorando al piano della fusione dei due scali e speriamo di presentarlo a ottobre e completare l’iter formale - istituzionale entro l’anno”. “Già oggi – ha rilevato Venturi – c’è comunque un unico soggetto che coordinerà e darà un indirizzo ad entrambe le società. Se rimarranno due resteranno quotate entrambe, se ci sarà la fusione sarà quella ad essere quotata”. Nella lunga esposizione Venturi ha parlato anche dei tempi per la realizzazione della nuova pista di Peretola: “ci vorranno tre anni e mezzo quattro”.

Quanto alla lunghezza, il presidente ha ricordato le dichiarazioni di Corporation America nelle quali è chiaro come si “preferisca quella che fa raggiungere l’obiettivo dei 4,5 milioni di passeggeri” e che una diversa lunghezza tra 2mila o 2400 metri “non cambia tanto rispetto al tipo di aeromobili. Semmai incide sulla questione del rumore che evidentemente risulterà minore con la pista più lunga”.

Venturi ha poi informato l’Aula delle precisazioni avute in merito agli investimenti per i due scali: “Pisa potrà accedere a finanziamenti pubblici fino al 25 per cento, Firenze fino al 50 secondo parametri stabiliti a livello europeo e in base al numero di passeggeri”.

Il dibattito in Aula: “Oggi si sancisce che stiamo scherzando e si sancisce una scelta da terzo mondo. Una scelta gretta presa in un quadro conoscitivo assolutamente incompleto che impedisce decisioni consapevoli” così Monica Sgherri (Rc-Ci) ha aperto il dibattito sull’ approvazione dell’integrazione al Pit (Piano di indirizzo territoriale) per la definizione del Parco agricolo della Piana e per la qualificazione dell’aeroporto di Firenze.

La consigliera ha stigmatizzato come gli approfondimenti richiesti su impatti acustici, atmosferici e ambientali, sulle rotte, così come indicato nella risoluzione approvata l’anno scorso dall’Aula, “non sono stati fatti e resi noti”. “Inoltre – ha continuato – l’audizione assolutamente essenziale con Enac in quanto soggetto decisore, non c’è stata”. “Il voto di oggi non toglie quindi il dubbio che all’Ente nazionale sia stato sconsigliato di venire”, ha rilevato. Secondo Sgherri “occorre votare con libertà, ma in piena coscienza.

Siamo a meno di quando abbiamo adottato la variante. Votiamo qualcosa disegnato in aria e a scatola chiusa”. E riferendosi anche alla lunghezza della pista di Peretola la consigliera ha dichiarato che potremmo essere di fronte ad un “salto nel buio, contravvenendo a quanto lo stesso Consiglio ha già previsto”.

“Con questa variante non si garantisce niente”. Con queste parole Alberto Magnolfi entra nel dibattito. “La variante in discussione – ha detto il capogruppo del Nuovo Centrodestra – è stata fin dall’inizio concepita dalla Giunta regionale come mera sovrapposizione di due previsioni tra loro antitetiche quali la creazione del parco agricolo della Piana e la realizzazione del nuovo scalo aeroportuale di Peretola, quest’ultimo subordinato ai limiti posti dal Parco”. Magnolfi ha ricordato il parere del Nurv (nucleo unificato regionale di valutazione) che si concretizza in una sostanziale sospensione del giudizio sui punti di maggior criticità e nella richiesta di approfondimenti, “possibili solo a fronte di una definizione progettuale degli interventi aeroportuali”.

“Sulla lunghezza della pista – aggiunge il capogruppo – si gioca sull’equivoco, non si ha il coraggio di dire che dovrà essere di 2.400 metri. Viene eluso l’esame nel merito dell’osservazione di Enac, che deduce la necessità di una pista di lunghezza maggiore per dare realismo all’operatività dell’aeroporto di Peretola. Il Pit adottato – prosegue – risolve in maniera tassativa la questione della lunghezza della pista, ponendo il limite non superabile a 2mila metri”. Magnolfi rimprovera alla Giunta regionale, “che della partecipazione fa una delle sue bandiere”, di non aver fatto un “dibattito pubblico in senso tecnico, mettendo tutti gli interlocutori in condizioni di misurarsi sugli stessi problemi”.

“È contraddittorio che la variante adottata – ha aggiunto il consigliere regionale – preveda da un lato una lunga serie di prescrizioni da realizzarsi preventivamente rispetto all’operatività dello scalo, quali indispensabili opere di mitigazione e sostenibilità ambientale dall’altro lato, tutti gli atti a corredo della delibera fanno riferimento alle prescrizioni che emergeranno dalle future di Vis e Via da espletarsi in relazione alla specifica soluzione progettuale”. Magnolfi ha concluso definendo questo atto “uno dei massimi fallimenti politici di questa legislatura”.

“Stiamo facendo i mondiali di corsa – ha detto Paolo Enrico Ammirati(Forza Italia) – senza conoscere il percorso. Si approva il Pit senza sapere la lunghezza della pista, senza sapere quali aerei potranno atterrare sulla pista, se ci sarà la pista di rullaggio”.

“Si vuol fare o no l’aeroporto? Noi – dice Ammirati – siamo per farlo con la pista di 2.400 metri per far decollare la Toscana, perché Firenze si integri con Pisa. Oggi però voteremo il nulla perché non si sa come si realizzerà questa struttura. Avete partorito un aborto, un niente senza sapere gli impatti né cosa succederà nel parco della piana”.

“La maggioranza sul Pit non è autosufficiente – ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli – sono in 25 se Mattei (Pd), Chincarini (Cd), Russo (Cd), Boretti (Pd), Sgherri (Rc-Ci) e Romanelli (Gruppo misto) confermano la loro posizione e il presidente Monaci e Paolo Marini (Rc-Ci) rimangono assenti”. “Il presidente Rossi fallisce sul Pit, se fosse coerente – ha concluso Donzelli - dovrebbe dimettersi”.Il capogruppo Udc Giuseppe Del Carlo ha osservato che purtroppo la vicenda è stata punteggiata dalle polemiche fra Firenze, Pisa e Prato.

“Non è stata fatta chiarezza – ha detto – sul fatto che oggi noi discutiamo di una variante urbanistica che poi va riempita di progetti. In questo senso la Regione deve fornire tutte le garanzie che vengono richieste. Il pubblico deve fare da garante, il socio privato non può fare quello che vuole”. In definitiva per il consigliere si tratta “di un’occasione storica, ma servono approfondimenti”.

Marta Gazzarri (Tcr) ha affermato che si tratta di un atto molto importante, ma che purtroppo il dibattito si è ridotto solo alla questione della pista, trascurando altre parti fondamentali, “e questo è estremamente riduttivo”. “In realtà le decisioni sull’aeroporto non saranno prese da quest’aula – ha aggiunto Gazzarri - oggi noi dobbiamo parlare di una pianificazione urbanistica che predispone l’area di una pista”. Per la consigliera inoltre è importante un monitoraggio costante per tutelare la salute dei cittadini che vivono nelle aree interessate, e il ruolo della Regione deve essere di garanzia. “Nonostante le perplessità iniziali – ha concluso – riteniamo questa una grande opportunità per la Toscana e dunque il nostro voto sarà favorevole”.

Secondo Vanessa Boretti (Pd), a distanza di un anno dall’adozione delle integrazioni al piano, alle domande poste con la proposta di risoluzione non è stata data una risposta chiara. “Così rischiamo di perdere credibilità – ha detto la consigliera -. Il dibattito viene ridotto a un’insopportabile diatriba tra modernisti che vogliono lo sviluppo e conservatori che non lo vogliono, ma non è stato chiarito in che misura si daranno in questo modo risposte alla domanda di lavoro, non viene fatto un confronto appropriato tra costi e benefici dell’operazione, non sono vagliati con attenzione tutti i risvolti socioeconomici e nemmeno gli impatti sulla salute dei cittadini, sul polo tecnologico che insiste nell’area, né spiegato da dove arriveranno le risorse”. “Le scelte non mi spaventano – ha concluso Boretti – ma le scelte non approfondite sì. Per questo il mio voto sarà contrario”.

Per Gabriele Chiurli (Gruppo misto) “c’è l’assoluta incapacità di capire il disagio dei cittadini fuori da quest’aula” ed è evidente che “quello che danneggia i cittadini è la non politica fatta per gli interessi privati”. “Che cosa è migliorato per i cittadini? – ha chiesto Chiurli – A chi serve tutto questo? È evidente uno scontro tra poteri, tra governo centrale e regionale. Il presidente del Consiglio fa i dispettucci a Rossi e la Regione studia strategie, con grande dispendio di denaro, che poi vengono stoppate”.

È arrivato il momento di prendersi le proprie responsabilità, di fare scelte di governo”. Questo il pensiero di Paolo Bambagioni (Pd), secondo il quale “si tratta di cercare di riqualificare un’area cresciuta in maniera inconsulta e in cui mancano le infrastrutture”. Per Bambagioni ci troviamo davanti a una visione più ampia e qualificante, da sostenere. “Sarebbe stato utopistico pensare che chi ha realizzato e condotto per anni le attuali strutture fosse ben disposto al cambiamento, ma dobbiamo andare avanti”. Nel farlo, ha concluso il consigliere, saranno seguite tutte le regole dettate dall’Europa per il reperimento delle risorse e dovranno essere garantite tutte le analisi a tutela della salute e curato l’impatto ambientale.

Marco Carraresi (Udc) ha sottolineato che l’atto messo oggi in approvazione è identico a quello di un anno fa, ma che “adesso lo scenario è profondamente diverso”. “Le quote azionarie di Sat e Adf – ha ricordato il consigliere – sono state entrambe oggetto di un’Opa di successo da parte di una società privata. Questa società detiene ora la maggioranza assoluta, e le prospettive dichiarate sono quelle di massimizzare lo sviluppo di entrambe le società in un’ottica integrata di sistema, che dovrà culminare entro l’anno con la predisposizione del masterplan per l’integrazione e la creazione, finalmente, del sistema aeroportuale toscano”. Una prospettiva, questa, per Carraresi “assolutamente condivisibile e auspicabile, che riteniamo debba essere promossa e sostenuta con convinzione anche dall’amministrazione regionale”.

Nicola Nascosti (Forza Italia) ha messo in evidenza il rischio che, se si stabilisce che tutti gli interventi di mitigazione debbano esser fatti prima che l’aeroporto entri in funzione, “vista la complessità degli interventi si rischia di dover aspettare decenni”. Nascosti ha anche osservato che il mercato ha anticipato le scelte della politica: di fatto con l’acquisizione della maggioranza delle azioni si va verso una fusione delle società aeroportuali di Firenze e di Pisa. “Adesso la Regione si dice disponibile a cedere azioni ai Comuni. Il mercato riesce a fare quello che la politica non voleva fare”. “L’importante – ha detto ancora il consigliere – è che lo strumento del Pit sia approvato, con la consapevolezza che è uno strumento che verrà sicuramente modificato. Dovremmo cogliere l’occasione per togliere alcune prescrizioni che sono inutili”

“Vogliamo un aeroporto vero – ha affermato la consigliera Stefania Fuscagni (Forza Italia) – Quindi votate i nostri emendamenti sulla pista di 2mila 400 metri”.

“Si è parlato di messa in sicurezza di Peretola, alla quale si è contrapposto il problema della salvaguardia del parco della Piana. La Giunta regionale deve spiegare, anche sul piano tecnico, perché non è stata introdotta l’ipotesi dell’interramento dell’autostrada”. Lo ha dichiarato Rudi Russo (Cd), secondo il quale la Giunta non ha rispettato il mandato ricevuto dal Consiglio, che prevedeva lo sviluppo dell’aeroporto fiorentino garantito da una holding pubblica, come un city airport, con una lunghezza della pista limitata a 2000 metri.

“Invece di acquistare fino al 15% delle quote di Adf – ha affermato – si è rinunciato al diritto di prelazione e, con un gesto di prepotenza politica, senza passare dal Consiglio regionale, si sono cedute anche le quote di Sat, rinunciando ad ogni possibilità di controllo”. Russo ha anche sottolineato che l’imprenditore privato conta su soldi pubblici per la realizzazione delle opere. “Credo che qualsiasi imprenditore non possa che attenersi alle regole per i finanziamenti pubblici imposte dall’Unione europea” ha replicato Pieraldo Ciucchi (gruppo Misto), sottolineando che l’obbiettivo è quello di dotare la Toscana di un sistema aeroportuale, con effetti positivi anche sul piano economico e occupazionale, stimabili in qualche migliaio di posti di lavoro.

A suo parere non c’è il rischio di uno sviluppo privilegiato dello scalo fiorentino, perché tutto depone a favore di una diversificazione dei due aeroporti per tipologia di compagnie aeree e clientela. “E’ una vecchia battaglia socialista che dura da trenta anni” - ha concluso - , dichiarando il voto favorevole.

“Avrei voluto anch’io essere illuminato sulla via di Damasco, ma purtroppo le risposte alle tante preoccupazioni sollevate non ci sono state” ha affermato Fabrizio Mattei (Pd). Il presidente della commissione Mobilità e infrastrutture ha ricordato che la società di gestione dell’aeroporto fiorentino ha deciso di non presentarsi in audizione, presentando un Masterplan di quattro paginette, con la pista di 2400 metri in copertina. “Abbiamo avuto la spiacevole sensazione – ha osservato – di essere di fronte a decisioni già prese”. Secondo Mattei le posizioni del sindaco di Pisa meritavano un approfondimento, anche alla luce della crisi del trasporto aereo che rischia di sconvolgere i piani di sviluppo. “I nodi verranno al pettine – ha dichiarato - Approviamo un atto perché altri facciano le scelte. Mi spiace che non sia la parte pubblica ad assumersi la responsabilità di una scelta motivata”.

“La situazione poteva essere gestita molto meglio. Non siamo sicuri sull’effettiva realizzazione degli obiettivi. C’è il rischio, piuttosto, di un appesantimento vincolistico sull’intera Piana fiorentina. Riteniamo però coerente arrivare ad un voto positivo, vincolato però all’effettiva realizzazione della pista di duemila metri”. Lo ha dichiarato Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana/Ncd), sottolineando “le troppe incongruenze, le troppe cose che non tornano”, non solo sulla lunghezza della pista, ma anche sulle prescrizioni e le opere di mitigazione e di sostenibilità ambientale. A suo giudizio inoltre, dovrebbe essere avviato un processo partecipativo, visto che le opere interessano un terzo degli abitanti della Toscana.

Ripariamo ad un errore compiuto dalla sinistra oltre venti anni fa. Il deficit infrastrutturale e trasportistico è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo restituire dignità alla politica. E’ stato fatto un lavoro serio ed ora è il momento delle decisioni”. Così Paolo Marcheschi (FdI) ha iniziato il suo intervento, ricordando che anche lo scalo pisano era a rischio di marginalizzazione, con lo scalo di Bologna che ha già attratto centinaia di migliaia di passeggeri.

A suo parere si tratta di una scelta che porterà miglioramenti sul piano economico ed ambientale, come attestato da Irpet e da Arpat. “Tutte le infrastrutture aeroportuali del mondo hanno ricevuto finanziamenti pubblici” ha aggiunto, sottolineando che è improprio parlare di parco della Piana, visto che siamo di fronte solo ad una grande area di salvaguardia. “La maggioranza politica che si determinerà non sarà quella che ha eletto il presidente – ha concluso – Vogliamo la conferma che altri colleghi daranno il loro voto favorevole.

Non avremmo voluto votare la fiducia a Rossi”.

Il consigliere Eugenio Giani (Pd) ha sottolineato il clima costruttivo e sereno del dibattito, sui problemi nel quale l’intervento di Vanessa Boretti ha colto una esigenza di approfondimento, più che una contrarietà pregiudiziale. “Rispetto ad un anno fa, siamo di fronte ad un imprenditore molto solido, con prospettive serie di investimento – ha osservato – Anche l’aeroporto di Pisa ha bisogno di interventi e sono stati messi sul piatto 260 milioni, che si aggiungono ai 240 milioni per Firenze”.

A suo parere il problema della lunghezza della pista deve essere guardato nella giusta dimensione, alla luce dello sviluppo tecnologico. “Garantiamo lo sviluppo senza introdurre rigidità” ha concluso, sottolineando che molti investimenti sono per la mitigazione ambientale. “Il Pit contiene scelte molto diverse da quelle indicate dal programma elettorale della maggioranza e, per questo motivo, sono profondamente in disaccordo”. Lo ha dichiarato Mauro Romanelli (Gruppo misto) nel corso del suo intervento, con il quale ha annunciato il suo voto contrario “che confermerei anche se ciò dovesse far cadere la Giunta regionale”.

Sottolineando che “se la maggioranza è divisa, divisa, anzi sbriciolata, è anche l’opposizione di centrodestra”, Romanelli ha precisato che le critiche “sono sul medoto e sul merito dell’atto, perché non sappiamo cosa succederà rispetto a ciò che il Pit contiene e perché non sono convinto che una società unica di carattere privato sia la stessa cosa di una Holding pubblica”. Inoltre, ha aggiunto, “pesano le incertezze sul futuro dei posti di lavoro e da dibattito non sembra più scontato il rispetto dei due punti fermi individuati dal Consiglio un anno fa: la monodirezionalità della pista di Peretola e l’esclusione di finanziamenti pubblici”.

Il Pit, ha concluso, “contiene anche alcune cose positive, come la tutela delle aree a parco, la rimpiantumazione e la tranvia, ma è troppo poco per convincermi a votare a favore”.

Pier Paolo Tognocchi (Pd) ha esordito annunciato il voto favorevole perché, ha spiegato, “da un anno a questa parte, pur in un contesto mutato, il Pit non è cambiato: resta confermata la pista di duemila metri e resta confermato che gli investimenti non potranno essere finanziati con soldi pubblici”. Tognocchi ha ricordato che la fusione tra gli scali di Firenze e Pisa doveva avvenire attraverso la costituzione di una Holding a controllo pubblico, “ma poi è tutto saltato con la cessione di quote della Sat a un investitore privato”. Questo percorso, ha sottolineato Tognocchi, “non l’ho condiviso, ma oggi dobbiamo ragionare e scegliere in questo contesto. Perciò trovo assurdo fare raccomandazioni ai privati. Hanno la maggioranza nel Cda di Firenze e Pisa e loro sceglieranno quali investimenti fare, sapendo che dovranno pagarseli da soli”.

Voto contrario al Pit è stato annunciato anche da Maria Luisa Chincarini(Cd) “e non solo perché sono pisana”. La ragione, ha spiegato, “è che sullo sviluppo di Pisa sono stati spesi molti soldi pubblici e la Sat ha già deciso e finanziato un importante piano di investimenti. Mi sembra assurdo mettere a rischio tutto questo per appesantire il territorio di Firenze, già urbanisticamente congestionato”. La consigliera Chincarini ha motivato il voto contrario anche con “la preoccupazione per la tenuta occupazionale” e con il fatto che “dubito che i privati terranno conto delle indicazioni di questo atto”.

Secondo Ivan Ferrucci (Pd), “le decisioni di questa portata vanno sempre commisurate al momento in cui si prendono”. “Faccio notare”, ha sottolineato, “che in questo momento di crisi generale, solo in Toscana si parla di investimenti e di sviluppo del sistema aeroportuale”. Ferrucci ha ricordato di “avere dei dubbi nel merito” e di comprendere “le ragioni che gli Enti locali hanno posto”, ma la Regione Toscana “si assume le sue responsabilità e compie una scelta di sviluppo e integrazione degli aeroporti pisano e fiorentino lasciando in eredità uno strumento urbanistico chiaro, che definisce obiettivi, equilibri ambientali e sviluppo economico”.

Il ruolo dei privati, ha aggiunto, non deve essere un tabù, “del resto, già agli inizi degli anni duemila gli enti locali affermavano che si doveva uscire dalle società di gestione degli aeroporti”. Infine, Ferrucci ha auspicato “che lo sviluppo di Pisa continui così com’è stato programmato”.

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