Toscana: intramoenia e cancro della sanità, Rossi non molla

Il presidente toscano ha chiesto l'abolizione delle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, scontrandosi con Lorenzin e Pd

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 marzo 2016 16:23
Toscana: intramoenia e cancro della sanità, Rossi non molla

Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) “A Federico Gelli dico che apprezzo molto il suo lavoro, non si lanciano invettive a compagni dello stesso partito, io non lo farò – ha affermato Rossi -.

Ho fatto una proposta seria, sostenuta da chi in sanità ci lavora da tanto. Lo faccio dall’alto della posizione di una regione che per prima ha approvato la legge sulla regolarizzazione dell’intramoenia. E’ una bomba, è devastante per il servizio sanitario nazionale questa percezione d’ingiustizia che i cittadini hanno. Tanti medici hanno una libera professione, facendo in questo modo pagare ai cittadini. Dopo 18 anni aprire una discussione penso sia giusto.

Il pubblico ci rimette 200 milioni sulla libera professioni. C’è chi fa 350 euro per un quarto d’ora e hanno redditi milionari con la libera professione. Io sono perché si premino i medici bravi e quelli che hanno voglia di lavorare di più entro il limite delle 48 ore. Se c’è qualcuno che vuole lasciare il pubblico, niente male, magari c’è qualche giovane più bravo e che ha più voglia di lui. L’intramoenia è un cancro dentro al sistema sanitario nazionale

Su Verdini e la maggioranza. “Se non ci fosse stata la tragedia in Catalogna –ha affermato Rossi-, io sarei andato alla direzione del Pd a dire una cosa. Renzi ha detto Verdini serve perché il Pd ha perso. Io la vedo diversamente. Di Verdini potremmo fare a meno se il Pd fosse unito, discutesse al proprio interno senza infamarsi e lanciarsi invettive, e poi si presentasse con le proposte. Se fosse così, non ce ne sarebbe per nessuno, nemmeno per Verdini. Sicuramente mi candiderò a segretario del Pd e lancerò una sfida politica sui contenuti, perché la sinistra deve vivere dentro il Pd."Che proprio Rossi intenda farsi promotore di un’iniziativa legislativa popolare per l’abolizione dell’intramoenia è poco credibile, visto che proprio la sua gestione della sanità regionale ha condotto a liste d’attesa talmente insostenibili da fisiologizzare, per conseguenza, il ricorso alla libera professione da parte dei cittadini che possono permetterselo.

Corollario: un maggiore incasso per le Asl a tutto favor di bilancio" questo il commento con cui il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale, Stefano Mugnai (capogruppo e coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana) saluta l’annuncio del governatore della Toscana Enrico Rossi che, da qualche giorno, ha imbandierato lo slogan del ‘no intramoenia’."Comprendo la deriva populista di un Rossi che, affannato nella scalata alla segreteria nazionale Pd, pensa di poter sciogliere i nodi fatti da lui stesso in dieci anni da assessore alla sanità e cinque da governatore deus ex machina del settore.

Ma ci vuole faccia di bronzo – prosegue Mugnai – per sostenere una simile posizione dopo che l’esplosività delle liste d’attesa in Toscana spinge il cittadino verso la libera professione. In questa maniera le aziende del sistema sanitario non solo risparmiano, ma incassano anche di più. Per contro il cittadino, che ha già pagato le tasse e di regola dovrebbe affrontare il pagamento ulteriore di un ticket di compartecipazione, per ottenere una prestazione in tempi decorosi si vede costretto a pagare la libera professione.

Ottiene la medesima prestazione, magari persino dal medesimo professionista, ma paga per intero e va incontro a tempi congrui col suo bisogno di salute. Intanto le aziende di fatto si finanziano, poiché per ogni cittadino che paga per la libera professione loro, le aziende, incamerano una percentuale significativa. Nel gergo ospedaliero questa percentuale che l’Azienda trattiene è chiamata ‘il pizzo’, pensate un po’. Tanto ingegnoso quanto inquietante.

Ed è Rossi che ha generato questa situazione".

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