Toscana: export ancora sopra la media italiana

Imprese: tra luglio e settembre meno chiusure ma natalità al minimo. Impennata dei fallimenti: 191 in tre mesi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 novembre 2014 19:10
Toscana: export ancora sopra la media italiana

“Per il 2015 in Toscana, se prendiamo in considerazione il nostro potenziale, possiamo contare su un +2%”. E’ la stima dell’andamento dell’economia della regione Toscana che Simone Bettini ha consegnato a Klaus Davi, intervenendo nel suo programma “KlausCondicio”, in onda su You Tube. “Si tratta però - ha precisato il presidente di Confindustria Firenze - di un dato disomogeneo”. “Un 2% - scommette Bettini - trainato da alcuni settori, come le aziende del lusso, grazie alle performance di importanti griffe che già da qualche anno 'drogano' la congiuntura in positivo.

E, accanto al lusso, trainano la bilancia commerciale le multinazionali farmaceutiche, che rendono la situazione più positiva, nonostante le crisi che attanagliano anche le aziende del capoluogo. Tuttavia proprio grazie a queste aziende la Toscana resta in territorio positivo”. “L’export – stima infine il presidente di Confindustria Firenze - continuerà a mantenersi nettamente sopra la media nazionale, che quest’anno è stata del +1,5%, anche se difficilmente potrà ripetere i livelli del 2014, anno in cui l’export toscano ha inanellato un +7%”.Sono al minimo storico le iscrizioni di nuove imprese ai registri delle Camere di Commercio della Toscana: 5.158 nel terzo trimestre del 2014, il volume più basso dal 2010 (-5,4% rispetto al III trimestre 2013), in calo anche le aperture di nuove unità locali (2.168, -1,9%); mentre le imprese chiuse, nel periodo estivo, sono state 4.011, cui vanno ad aggiungersi 1.873 chiusure di unità locali. Per quanto riguarda la nascita di nuove imprese – da luglio a settembre 2014 - l’andamento regionale è stato peggiore rispetto alla media nazionale (-2,3%), mentre il fenomeno delle chiusure risulta in forte attenuazione in tutto il Paese (-11,6% le cessazioni in Toscana e -11,9% in Italia). All’attenuazione del fenomeno delle chiusure aziendali si affianca un altro dato da leggere «in positivo», il calo del numero d’imprese in fase di difficoltà: 1.141 le aziende toscane entrate in scioglimento e liquidazione nel trimestre estivo (-16,7% rispetto allo stesso periodo del 2013) e 40 aziende che hanno aperto concordati fallimentari o preventivi e accordi di ristrutturazione debiti (-18,4%).

Allarmante, invece, l’impennata del numero di fallimenti: 191 in tre mesi, il 38,4% in più rispetto all’estate del 2013. Sono 412.892 le imprese registrate al 30 settembre presso le Camere di Commercio della Toscana. In dodici mesi (dal 1 ottobre 2013 al 30 settembre 2014) sono nate, dentro i confini regionali, 26.070 nuove imprese e ne sono cessate 24.139, per un saldo anagrafico positivo di 1.931 unità (+0,5%).

Il tessuto imprenditoriale toscano si espande grazie al fatto che le iscrizioni di nuove imprese superano il numero di cessazioni; tuttavia il tasso di natalità sceso al 6,3%, rappresenta il minimo storico degli ultimi 15 anni. La crisi indubbiamente continua a pesare sulla vitalità del sistema produttivo regionale e questo si evince dal minimo storico delle iscrizioni ai registri camerali - ha detto il Vicepresidente di Unioncamere Toscana, Stefano Morandi - Siamo in momento estremamente delicato, un momento nel quale dobbiamo prestare la massima attenzione alle politiche che possono aiutare o penalizzare i progetti di vita di migliaia di persone che credono nell’impresa e che hanno bisogno di essere accompagnati, sostenuti, favoriti.

Perché solo così facendo possiamo ridare lavoro a chi lo ha perso od una chance ai giovani che lo cercano. Il Governo è alle prese con la grande sfida delle riforme per rimettere in moto il Paese – ha detto ancoraMorandi - ed ha la responsabilità di fare le scelte giuste per lo sviluppo. Non vogliamo ripeterci ma continuiamo a ritenere che dalle scelte del Governo non solo ne va della nostra crescita, ma anche della sopravvivenza dell’economia italiana e toscana: le imprese che chiudono difficilmente potranno riaprire a fine crisi”.

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