Toscana del marmo a rischio chiusura, ecco i motivi della polemica

Oltre 20mila si appellano al Presidente Rossi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 giugno 2014 18:30
 Toscana del marmo a rischio chiusura, ecco i motivi della polemica

Dalla bozza del Piano Paesaggistico della Regione Toscana che deve essere approvato domani mercoledì 25 giugno in Commissione, e che sarà poi votato in Consiglio regionale il 1° luglio, sarebbe "sparita" la progressiva chiusura delle cave di marmo più inquinanti e la nuova regolamentazione sull'impatto ambientale delle attività estrattive nel Parco delle Alpi Apuane.

"Queste misure, previste nel testo originario, sono state stralciate nei giorni scorsi su pressione della potente lobby industriale del marmo e del carbonato di calcio, con l'interessata collaborazione dei consiglieri di centrosinistra eletti nelle circoscrizioni apuane capeggiati dal Pd Giovanni Ardelio Pellegrinotti, e perfino da "verdi" come Paolo Marini. Un grave passo indietro che però ancora non soddisfa gli imprenditori lapidei, i quali tramite i loro referenti politici puntano a emendare ulteriormente o ad affossare l'intero Piano, come denunciato da Monica Sgherri, presidente del gruppo consigliare Federazione della Sinistra-Verdi" così Luca Nicotra, responsabile in Italia di Avaaz, il movimento civico che sostiene la petizione online contro lo scempio delle Apuane, sottoscritta da oltre 20.000 cittadini."Nei mesi scorsi il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, aveva promesso di non cedere alle fortissime pressioni della lobby industriale, vincolando a questo addirittura la propria permanenza in carica: "La violenza con cui le imprese lapidee si scagliano contro l’operato dell’assessore all’urbanistica Anna Marson e della giunta regionale - diceva ad aprile Rossi - rendono ancora più evidente che è necessaria una svolta nel governo e nella regolazione delle cave.

Se c’è qualcuno che pensa che non si approverà il Piano, si sbaglia di grosso: anche per le cave è venuto il momento di cambiare, oggi c’è bisogno di lavoro e sviluppo nel rispetto dell’ambiente".

La nota di Avaaz: "Il Presidente Rossi si era impegnato a proteggere le Alpi Apuane dalla devastazione causata dalle cave di marmo, e sarebbe gravissimo se disattendesse tanto la sua promessa quanto le sue responsabilità. Se il suo PD non includerà la chiusura graduale delle cave nel Parco UNESCO delle Apuane, sarà evidente a tutti che il Consiglio della Toscana non è altro che una marionetta nelle mani della lobby dei cavatori. Ed è ancora più assurdo che questa svendita del patrimonio ambientale della Toscana sarà usata per produrre dentifrici e pitture"."Da recenti controlli condotti dall'Agenzia regionale toscana per la protezione ambientale su un campione di 13 cave, solo una è risultate in regola, mentre per le altre ci sono state 10 notizie di reato e 7 sanzioni amministrative per scarichi non autorizzati o smaltimento non corretto dei rifiuti di cava e inquinamento delle acque dei canali Carrione, Frigido e Resceto.

Estendendo questi risultati alla totalità delle cave attive, la dimensione del danno ambientale appare allarmante. L'attività estrattiva nelle cave del comprensorio apuano, rivolta non più tanto ai blocchi di marmo quanto (per l’80%) ai residui da cui si estrae carbonato di calcio usato in diversi settori industriali, è diventata uno sfruttamento intensivo (5 milioni di tonnellate di roccia scavata ogni anno, contro le 100mila di un secolo fa) condotto in maniera indiscriminata e pericolosa: gli scarti di lavorazione inquinano sorgenti e fiumi, i 700 camion che ogni giorno attraversano Carrara ammorbando l'aria di polveri sottili, le grandi opere (tunnel, viadotti, già realizzati e in progettazione) acutizzano il dissesto idrogeologico mettendo a repentaglio l'incolumità della popolazione e le montagne vengono devastate a un ritmo sempre maggiore.

Uno sfruttamento selvaggio che insieme al territorio ha distrutto anche l'economia locale: sempre più spesso il marmo viene estratto da multinazionali straniere che lo lavorano all'estero, con il conseguente collasso della filiera locale e chiusura degli opifici (mille addetti contro i 14mila di un secolo fa). Alla marcia indietro della Regione Toscana ha contribuito anche la volontà di non spaventare la famiglia Bin Laden, intenzionata ad acquisire il controllo di buona parte delle cave di marmo di Carrara al costo di 45 milioni di euro e che non vedrebbe di buon occhio l'introduzione di normative che potrebbero nuocere ai suoi profitti".

Il link alla petizione di Avaaz si trova all’indirizzo: 

https://secure.avaaz.org/it/petition/Ferma_la_distruzione_delle_Alpi_Apuane/

AVAAZ  - termine che significa "voce" in diverse lingue, è una rete di mobilitazione globale con oltre 35 milioni di membri. Da quando è stata lanciata, sette anni fa, è cresciuta fino a diventare il più grande movimento civico online al mondo. In Italia Avaaz conta 1 milione e 700mila membri e nell’ultimo anno ha lanciato e vinto campagne su vari fronti: da quello politico a quello ambientale, fino a quello delle spese militari con la grande campagna contro gli F35"

Le aziende del lapideo che hanno sottoscritto il ricorso prevebtivo al Tar contro il Piano paesaggistico: Henraux Spa, Cecconi Pietro & C. Snc di Cecconi Anna Maria & C., Da.Vi. Srl, Socoetà cooperativa fra i condomini lavoratori dei beni sociali di Levigliani Arl, Tre Elle Srl, Italmarble Pocai Srl, Migliorini & Bertacchi Srl, Tre Emme Import-Export Srl, Società escavazione pietra del Cardoso Srl, Giorgina Marmi Srl, Barsi Marmi Sas, Comunione beni comuni di Levigliani, Landi Group Srl, Luana Marmi Sas, Rossi Celso Sel, Savema Spa, Walton Carrara Succ.Ri Srl, Acqua Bianca Marmi Srl, C.M. Srl, Cave Marmo Import Export, Cave Focolaccia Srl, InGrA srl, Inerti Minucciano Srl Unipersonale, MiGra Srl, Peranto Srl. Bianco Royal Srl, Cooperativa Apuana Marmi Srl, Ezio Ronchieri Spa, Gmc Spa, Ideat Marmi Srl, Marmi Ducale Srl, Angeloni Giuliano, Turba Cava Romana Srl, Sermattei Srl.

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