Torna a casa nella sua Firenze, dopo quasi 120 anni di distacco, la Resurrezione, la monumentale lunetta che intorno al 1520 Niccolo’ di Tommaso Antinori commissionò per la prestigiosa Villa Le Rose fuori le mura della città, all’accreditato artista fiorentino Giovanni della Robbia , figlio di Andrea ed ultimo erede di quella produzione in terracotta invetriata del Rinascimento italiano che ancora oggi rappresenta una sorta di griffe, logo del made in Florence nel mondo.
L’opera attinge all’iconografia classica del Cristo risorto nel sepolcro fra soldati ed angeli adoranti in volo ed accoglie, a destra, il committente genuflesso in preghiera. Il racconto minuzioso nei particolari descrittivi e scintillante nella resa cromatica, è racchiuso da una ricca cornice vegetale con frutta polposa, piccoli fiorellini colorati ed un verde fogliame nel quale si annidano curiosi e vivaci animaletti. Alle estremità, lo stemma del nobile casato fiorentino. Restaurata nel 2015 dalla Marchesi Antinori Spa, la lunetta è stata esposta alla mostra Sculpting with color in Renaissance Florence svoltasi al Museum of Fine Arts di Boston e poi alla National Gallery di Washington dal 9 agosto 2016 al 4 giugno 2017.
In mostra al piano terreno del Museo del Bargello fino all’8 aprile 2018, la Resurrezione è al centro dell’esposizione intitolata Da Brooklyn al Bargello. Giovanni della Robbia, la lunetta Antinori e Stefano Arienti, a cura di Ilaria Ciseri che accoglie anche il Ritratto di Aaron Augustus Healy (1850-1921), personaggio chiave della Brooklyn di fine Ottocento, collezionista e generoso mecenate che acquistò la lunetta portandola a New York per donarla al Brooklyn Museum, dipinto da Sargent nel 1907.
Nella saletta attigua spazio a Scena fissa, un’interpretazione contemporanea del capolavoro robbiano per mano di Stefano Arienti, artista fra i più quotati nel panorama internazionale che scompone e dipana il nutrito racconto robbiano affidandosi al potere seducente della ‘meraviglia’.
(Fiamma Domestici)