Strage di via D’Amelio: Firenze ricorda

Oggi pomeriggio iniziativa al Conventino con il procuratore generale Marcello Viola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 luglio 2021 21:05
Strage di via D’Amelio: Firenze ricorda
Fotografie di Giovanni Taddei

Oggi per l’Italia intera è un giorno diverso dagli altri. Ventinove anni fa, a Palermo, furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Emanuela Loi e Eddie Walter Cosina. Tra le fiamme e i rottami anneriti dall’esplosione furono estratti i corpi dei sei martiri, uccisi dalla mafia.

E oggi, con diverse iniziative, Firenze ha ricordato i giovani poliziotti ed il magistrato uccisi. In particolare nel pomeriggio si è tenuto un incontro con l'intervento del procuratore generale di Firenze Marcello Viola. Assieme a lui Salvatore Calleri, Giuseppe Vitale e Renato Scalia. L'evento organizzato dalla Fondazione Caponnetto era ospitato dal Caffè letterario del Conventino.

Il saluto della Giunta e del Consiglio Comunale è stato portato dall’assessore Martini, che ha sottolineato quanto la legalità sia frutto di conoscenza e lavoro.: "Lo spirito di legalità è l'elemento fondamentale della vita sociale e dello stato di diritto".

In prima fila rappresentanti delle forze dell’ordine. Presente anche Antonio Giordano, segretario generale del sindacato di polizia della Cgil.

Renato Scalia, consulente della Commissione Antimafia, ha lanciato l'allarme: “Il periodo peggiore è quando si smette di parlare di mafie ....”.

Salvato Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto da 18 anni, ha fatto gli onori di casa: "Bando alla retorica dobbiamo ricordare che le mafie si battono solo combattendole. Le mafie fanno ancora attentati e uccidono, anche se se ne parla poco. La nostra associazione, a esempio, ha lanciato la notizia che la mafia di Partinico predilige la campagna toscana perché sarebbe un territorio ideale per la coltivazione della canapa illegale".

In conclusione il Procuratore Generale Viola ha ricordato gli uomini della scorta per il rapporto personale di amicizia che aveva personalmente, poiché lui abitava vicino a via D’Amelio: "Ricordo la frenesia incredibile prima dell’attentato, come se Borsellino, grande senso dello Stato, fosse consapevole che gli era rimasto poco tempo da vivere".

Il procuratore di Firenze ha poi ricordato il proprio rapporto con Falcone: “Borsellino mi preannunciò che, da Roma, Falcone avrebbe dato un impulso straordinario alla lotta alla mafia. Fu proprio così grazie alla straordinaria capacità investigativa di Falcone, un uomo che dava lezione ai giovani magistrati, con il capolavoro del maxi processo. Parlare di Falcone e Borsellino è per me un ricordo personale, ma anche di crescita professionale. Dopo le stragi ci fu la reazione di tutte le persone oneste di Palermo: forse la prima volta del nostro paese. Dopo 16 di servizio come gip a Palermo e poi nella DDA conosco bene il crimine organizzato. Il fenomeno mafioso persiste e in Toscana sono presenti anche le mafie straniere. Ogni organizzazione cerca di eliminare chi è di ostacolo".

Il dottor Viola ha concluso sintetizzando il senso della giornata: "È un'occasione di ricordo, ma non vuoto. E' un'esigenza di gratitudine nei confronti dei caduti da mafie, gratitudine per le persone perbene, oltre ai rappresentanti delle istituzioni. E' anche un'esigenza di giustizia e di verità, che sarebbe un errore circoscrivere a fenomeno siciliano: le mafie sono un fatto in tutta Europa e nel mondo. Rapidità e violazione delle regole sono le loro caratteristiche principali".

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