Sicurezza: "Se non si ribalterà la situazione Firenze rischia"

Intervista a Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto

Nicola
Nicola Novelli
11 maggio 2024 08:45
Sicurezza:

Da mesi il tema della sicurezza è diventato centrale nel dibattito politico cittadino e probabilmente l'approccio alle soluzioni sarà il tema più divisivo della campagna elettorale in vista delle consultazioni comunali indette per l'8 e 9 giugno 2024. Il merito di questa attenzione è anche di Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, da decenni attivo su questa emergenza, dopo una vita professionale spesa nell'ambito della giustizia.  Nove da Firenze lo ha intervistato.

Firenze era una città sicura?

La mia generazione, quella cresciuta con amici miei, ossia la parte vecchia della generazione x, è vissuta in un momento a bassissimo tasso di criminalità urbana. Rimane indimenticabile il bus notturno con cui giravi la città che aveva il capolinea a Ponte al Pino. A Firenze negli anni 80 si stava bene dal punto di vista della sicurezza. C'era il problema dell'eroina e dei tossici ma complessivamente con l'eccezione di pochi posti le situazioni erano ben gestibili. Invece delle gang c'erano le "compagnie".

Quando hanno cominciato a cambiare le cose e perché?

Gli anni 90 si caratterizzarono per le gang nordafricane comandate da un certo "occhiali d'oro" che importò dall'America la moda della droga nascosta nei collari dei loro cani spesso di tipo bull. Santa Croce ne era piena. Lo spaccio diventa sempre più diffuso in strada. Saltando negli anni, per non apparire troppo enciclopedico, ed arrivando ad oggi, la situazione è aumentata in modo rilevante nel periodo post covid dopo l'estrema tranquillità nel periodo della pandemia. Son aumentati i problemi psicologici specie nelle fasce giovanili e le dipendenze, specie da crack in attesa del fentanyl.

Abbiamo diverse zone a rischio spalmate pressoché in tutti i quartieri ma ci sono zone particolarmente calde quali Cascine, Smn, Fortezza, Palazzuolo,San Iacopino, Leopolda, Ex Comunale, Leopoldo, Dalmazia ed altre che al momento mi sfuggono. Abbiamo molto riciclaggio di denaro sporco che fa meno rumore della criminalità di strada. Abbiamo pure notevoli presenze di forme mafiose.

La cittadinanza si è resa conto del reale rischio?

Per quanto riguarda la sicurezza urbana direi di sì. Oltre il 70% della popolazione mette al primo posto la sicurezza è ne è preoccupata. Per quanto riguarda le forme più raffinate manca ancora la capacità di leggere la loro presenza nella opinione pubblica.

Cosa può fare la politica e cosa gli operatori dell’ordine pubblico?

La politica può fare tutto. Ci sono delle responsabilità nazionali e delle responsabilità locali. Entrambi i livelli nazionali e locali devono trattare. in modo approfondito il tema della sicurezza. La sicurezza è un argomento che va analizzato con la massima attenzione, ma al contempo senza facili slogan. La sicurezza in senso moderno significa innanzitutto prendersi cura della città, amarla. Esistono più definizioni di sicurezza. La sicurezza percepita, la sicurezza basata sui dati e la sicurezza reale.

La sicurezza percepita è indubbiamente una categoria abbastanza astratta che si basa sul sentore e sugli umori dei cittadini. È quindi importante da un lato, perché a volte gli umori e la percezione anticipano agli operatori la situazione realmente esistente, ma al contempo è la più influenzabile, anche dagli allarmi fake, e può trarre in inganno non permettendo una precisa fotografia di quanto succede.

Quali sono le proposte della Fondazione Caponnetto?

La sicurezza basata sui dati statistici, in primis su reati e arresti, è utilissima ma anch'essa non permette di fotografare la situazione in modo certo per due difetti di fondo: la tendenza a denunciare varia da città a città e la legge Cartabia non aiuta, e agli arresti raramente segue una pena alternativa, educativa o carceraria, e quindi raramente sono risolutivi della situazione di criminalità.

La sicurezza reale è quella che partendo sia dalla percezione che dai dati li analizza e li unisce al monitoraggio accurato del territorio per avere una fotografia completa, per poter poi studiare le soluzioni più opportune quali quelle già presentate online dalla Fondazione Caponnetto. La cura della città da un punto di vista sociale e della vivibilità quotidiana è quindi il primo presupposto della sicurezza reale e moderna di cui una città come Firenze, ma è estendibile a realtà simili, ha bisogno. Occorre poi aumentare il numero delle forze dell'ordine a livello nazionale aumentando le spese a bilancio e invertendo il trend attualmente al ribasso nelle sostituzioni di chi va in pensione.

Cosa vi attendete dopo le elezioni comunali?

Che la sicurezza venga trattata come si deve in modo pragmatico senza tabù e senza slogan.

Cosa succederà se non si interviene?

Abbiamo due, o tre anni di tempo per intervenire. Se non si ribalterà la situazione Firenze rischia.

Notizie correlate
In evidenza