Siccità: servono nuovi invasi

La Regione sosterrà il progetto di fattibilità a Radicofani. Lago di Sammontana: finalmente si parte con l'intervento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 agosto 2022 23:40
Siccità: servono nuovi invasi

La siccità è un problema che rischia di riproporsi sempre più spesso negli anni, a causa anche dei cambiamenti climatici in corso. La Regione da un lato dunque guarda avanti, in prospettiva, e dall’altro ha definito una serie di misure per l’immediato, anche a compensazione dei danni.

Al tavolo per la crisi idrica, convocato stamani per fare il punto della situazione, c’erano il presidente della Toscana e gli assessori regionali all’agricoltura, all’ambiente e all’urbanistica, i direttori dei rispettivi dipartimenti e delle agenzie regionali interessate ma anche l’autorità idrica toscana, i consorzi di bonifica, l’Ente acque umbro toscano e le associazioni di categoria degli agricoltori.

In prospettiva si lavora a nuovi invasi: la Regione metterà a disposizione due milioni di euro, richiesti al Ministero alla transizione ecologica, per uno studio di fattibilità per un invaso a San Piero in Campo nel Comune Radicofani, che diventerebbe il terzo lago artificiale della Toscana dopo Montedoglio e Bilancino, con una portata di 17 milioni di metri cubi d’acqua. L’obiettivo del presidente toscano è di inserire l’opera nel piano che il ministro alle infrastrutture licenzierà prima della fine della legislatura. Si lavora, aggiunge, anche a procedure più snelle per realizzare invasi privati o laghetti per trattenere le acque piovane o regimare i corsi d’acqua, per favorirne un uso agricolo ma anche potabile.

Nell’immediato la giunta regionale ha stanziato nell’ultima seduta 500 mila euro che serviranno a far fronte alle emergenze per i danni subiti negli incendi, ma altri due milioni arriveranno nei prossimi mesi e serviranno per finanziare le strutture agricole danneggiate.

Nuovi specchi d’acqua sono utili anche per attingere acqua nel caso di roghi: nuovi progetti a volte però si incagliano nelle procedure burocratiche. Per il presidente della Toscana ci sono contraddizioni da superare, anche perché oggi la siccità è il problema dei problemi.

Entro poche settimane partirà l'intervento di sistemazione del lago di Sammontana, dopo tante vicende che hanno caratterizzato questa suggestiva area che ha rischiato di sparire per sempre.

Il puzzle complesso che ha portato all’avvio della progettazione vede coinvolto il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile con un finanziamento di 2 milioni di euro, l’Amministrazione Comunale, la proprietà e la Regione Toscana, che oltre ad aver finanziato con circa 500.000 euro l’intervento di sistemazione del rio di Sammontana, si è resa disponibile insieme al Consorzio di Bonifica, ad approfondire il tema della gestione e manutenzione dell’invaso.

I costi di progettazione dell'intera opera sono a carico dei precedenti proprietari del lago, che hanno ceduto gratuitamente al Comune anche le aree su cui esso insiste.

A frenare ulteriormente l'inizio dei lavori anche un ricorso al Tar da parte di una delle ditte che avevano partecipato alla gara di appalto, su cui il Comune ha resistito in giudizio e alla quale il TAR ha negato la sospensiva.

Nei giorni scorsi, dunque sono stati consegnati i lavori alla ditta ed è stato firmato il contratto per la cessione delle aree con i proprietari.

Intanto in maniera propedeutica, in accordo con la Regione Toscana, si era provveduto a svuotare il lago, trasportando in altra sede i pesci presenti.

L'appalto riguarda due diversi lotti.

Il primo progetto prevede interventi per lo sbassamento della diga sotto i 15 metri dal piede, declassandola quindi da diga di interesse nazionale a regionale, per l’adeguamento dello scarico di fondo dell’invaso e per la realizzazione di un sistema che faccia defluire in modo misurato le acque del lago nel rio di Sammontana in caso di piogge molto abbondanti.

L’altro progetto riguarda proprio il rio di Sammontana, mutando la portata del lago è necessario che venga anche adeguata la capacità del corso d’acqua di portare le piene a valle della diga, ove attraversa la via Maremmana, corre fra la zone industriali di Castelluccio e delle Pratella, supera la Fipili e la ferrovia, riceve le acque del rio di Citerna/dei Bottini, gettandosi poi nel fosso maestro di Cortenuova che disegna la circonferenza esterna del meandro d’Arnovecchio.

L’opera prevede la realizzazione di una cassa di espansione lungo il tratto del Rio che va dalla via Maremmana al rilevato stradale della FIPILI in sinistra idraulica.

Il cronoprogramma dei lavori prevede di intervenire in logica di sicurezza prima sul reticolo a valle e successivamente sulla diga.

Con il salvataggio del Lago di Sammontana da un lato si riduce il rischio idraulico su tutto il versante in sinistra d'Arno a difesa delle aree industriali delle Pratella e Castellucci, mentre dall'altro viene costituita una riserva d'acqua strategica che contribuirà a rendere Montelupo una comunità maggiormente resiliente ai momenti di siccità come quello attuale.

In ultimo viene salvato un luogo molto caro alle comunità di tutta la piana empolese.

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