Si può essere green con la TAV? C’è chi ne dubita

Dopo nove settimane, arriva da Roma una diagnosi contestata sui due tunnel sotto Firenze e la galleria appenninica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 aprile 2021 14:50
Si può essere green con la TAV? C’è chi ne dubita
Parere tecnico nota associazione Idra e controdeduzioni di RFI, 18 gennaio 2021, Copertina

E’ su carta intestata del Ministero delle Infrastrutture, ed è firmato da un gruppo di lavoro coordinato dal preside del Politecnico di Milano, il prof. Ferruccio Resta, il documento al quale è stato affidato l’incarico di analizzare il carteggio tecnico intercorso fra l’associazione toscana Idra e RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sul cantiere TAV stagnante da anni e anni nella città patrimonio dell’Unesco, e sui temuti deficit di sicurezza che gli ecologisti fiorentini segnalano nella galleria sotto l’appennino fra Firenze e Bologna.

Tutto nasce dall’incontro a Roma fra l’allora ministro Paola De Micheli e una delegazione di Idra arricchita da due consulenti di rango, il prof. Umberto Allegretti e la prof. ing. Teresa Crespellani, avvenuto alla vigilia dell’epidemia Covid, il 19 febbraio dello scorso anno. Compito del gruppo di lavoro istituito dal coordinatore della Struttura tecnica di missione del Ministero, prof.

Giuseppe Catalano, era quello di restituire alla città di Firenze i risultati del confronto fra le tesi di RFI e gli argomenti contenuti nel dossier consegnato al Ministro e nelle successive osservazioni trasmesse a maggio 2020. Consegnato al ministro il 18 gennaio, il parere è arrivato sull’account elettronico dell’associazione – dopo solleciti - soltanto il 25 marzo. E oggi, dopo averlo studiato e smontato, il gruppo che dai suoi esordi monitora, documenta e contrasta gli impatti della TAV in Mugello, a Monte Morello e a Sesto Fiorentino scrive allarmato al nuovo ministro, Enrico Giovannini, lamentando di aver ricevuto “una relazione tecnica superficiale, lacunosa e sbrigativa”.

Si tratta, denuncia, di un documento francamente inadeguato: “Esprimiamo profonda delusione nel constatare che i risultati dell’analisi condotta - ammesso che di analisi si possa legittimamente parlare - si riducono alla riproposizione acritica degli enunciati di RFI, apoditticamente accreditati a prescindere dal confronto con i dati e le argomentazioni puntuali prodotte dalla scrivente Associazione”, segnala al nuovo ministro Giovannini, entrato in carica dopo la conclusione dei lavori della commissione ministeriale, il presidente di Idra Girolamo Dell’Olio, membro della delegazione ricevuta dal ministro Paola De Micheli il 19 febbraio 2020, alla vigilia della pandemia.

Secondo l’associazione, infatti, delle controdeduzioni con cui Rete Ferroviaria Italiana risponde ai dati e agli argomenti presenti nel dossier consegnato nell’occasione al Ministro e alle successive osservazioni trasmesse a maggio 2020 “sono agevolmente dimostrabilil’infondatezza, l’incompletezza o la confutabilità”. Ma ci sarebbe bisogno, si fa notare, diun fact checking serio e indipendente”.

C’è posto comunque, nella lettera inviata stamani al ministro, anche per la stretta attualità. Si chiede conto infatti anche dell’effettivo stato dell’arte dell’annunciata ripresa della cantierizzazione TAV a Firenze. L’associazione torna a chiedere infatti che con ogni possibile sollecitudine si faccia sapere se sia stato completato il percorso di project review del progetto “tenacemente arenato” di nuova stazione sotterranea e di doppio sotto-attraversamento controfalda della città e della Fortezza medicea di Firenze.

Sarebbe interessante infatti conoscerne gli esiti, “perché possano essere sottoposti a un ordinario procedimento democratico di verifica pubblica”. Ma “nel descrivere le situazioni per le quali è previsto un approfondimento, le affermazioni contenute nel documento del Ministero presentano soltanto verbi coniugati al futuro! La rivisitazione del progetto, quindi, non è affatto compiuta, a quanto pare”, è la conclusione.

Del resto, come potrebbero mai essere ripresi i lavori, chiede Idra al ministro, se ancora nel documento si legge che “le segnalazioni relative alle criticità emerse nelle attività dell’osservatorio ambientale ed i suggerimenti espressi dall’associazione IDRA costituiscono certamente utili presupposti per rilanciare questo strumento e per prevenire o mitigare impatti

sull’ambiente”, e che “per quanto concerne la richiesta di riattivare l’Osservatorio Ambientale, anche RFI si dichiara disponibile a sollecitare in tal senso gli Enti Locali e le Autorità Centrali competenti, “sino al ripristino della piena funzionalità di detto ente””?

L’Osservatorio dunque ancora non c’è, parrebbe. Diversamente, il Ministero risponda al quesito posto da Idra da oltre un mese, è la protesta: cioè, se sia stato reinsediato, e in questo caso quando, con quale compagine, con quale programma”. E’ logico infatti chiedersi, commenta l’associazione, “quale crisma di legittimità e di serietà sotto il profilo delle esigenze di tutela ambientale e di sicurezza del territorio, dei lavoratori e dei cittadini possano avere – se confermate – le attività di riavvio della cantierizzazione, e addirittura l’avvenuto ripristino delle lavorazioni nell’area di cantiere della progettata Stazione Foster, di cui – senza smentite da parte del Ministero - gli organi di informazione locali danno notizia”.

Il documento redatto dal Ministero reso noto oggi contiene, secondo l’associazione destinataria, “imbarazzanti lacune” anche in tema di valutazione del rischio delle gallerie TAV fra Firenze e Bologna.

Come da più lustri segnala Idra, per quanto è dato sapere si tratta di gallerie prive del tunnel parallelo di soccorso e dei requisiti previsti dal DM 28/10/2005: sette finestre di fuga su quattordici sono collocate a distanze che superano l’una dall’altra i quattro chilometri dettati dal Decreto “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie”, e presentano pendenze (fino al 13,93%) e lunghezze fino ad oltre un chilometro e mezzo, in piena montagna appenninica.

Se le cose sono cambiate, scrivono da Firenze a Roma, non appaiono sufficientemente chiare le notizie contenute nel documento. Idra lamenta la clamorosa assenza di carte e dati nei riscontri forniti: “Ci si chiede quale valore probante possa mai detenere un parere che non risulta accompagnato dalla documentazione evocata”. E sottolinea, piuttosto, “l’esigenza che siano considerati con l’indispensabile serietà e tempestività nel Ministero le criticità aggiuntive sul piano della sicurezza del personale viaggiante, dei passeggeri e dell’infrastruttura ferroviaria che derivano dall’interferenza dei passaggi merci notturni nella tratta AV Bologna-Firenze con le esigenze di manutenzione dell’infrastruttura”. Perché la lezione del ponte di Genova, e delle ‘distrazioni’ attestate, non rimanga – sottolineano - un monito astratto!

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