Seves, tutto a posto e poi.. operai beffati ancora una volta?

Dopo l'entusiasmo ritorna la preoccupazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2016 16:52
Seves, tutto a posto e poi.. operai beffati ancora una volta?

Si è svolta l’ennesima assemblea dei lavoratori Seves per fare il punto della situazione e per relazionare ai lavoratori sull’incontro svolto da parte delle Rsu e delle organizzazioni sindacali con l’amministrazione comunale di Firenze.Rappresentanti degli operai e del Comune di Firenze continuano ad incontrarsi oramai da anni. Nell’incontro con l’assessore Gianassi, Bernardo Marasco (Filctem Cgil Firenze) avrebbe ribadito "la grave preoccupazione per il fatto che l’ipotesi di ripartenza che nei mesi scorsi era stata annunciata non ha ancora visto la luce e evidentemente non ha ancora trovato il necessario supporto finanziario".

La Filctem Cgil Firenze ha rinnovato all’amministrazione comunale la richiesta, da una parte, di farsi promotori di una ulteriore sollecitazione al sistema finanziario e all’imprenditoria locale perché non lasci svanire per sempre un’eccellenza del nostro territorio e, dall’altra, di riconvocare gli imprenditori impegnati in questa operazione perché vengano date ai lavoratori di Seves le risposte che ormai attendono da troppo tempo."La disponibilità data dall’amministrazione comunale - spiega Marasco - viene valutata dai lavoratori l’ultima chance perché il tessuto del nostro territorio si dimostri complessivamente in grado di dare risposte all’altezza della sfida simbolica che può rappresentare la ripartenza di una azienda che produca nuovamente il mattone in vetro di alta gamma a Firenze.

Ma soprattutto viene ritenuta l’ultima possibilità di dare un seguito alla speranza che gli sviluppi di questa vertenza hanno suscitato nei lavoratori e nell’opinione pubblica che, con passione, ha seguito le iniziative sindacali e lo svolgersi della vertenza".Da anni Nove da Firenze segue le vicende di Seves, ricordiamo mercati e cene simboliche, consegne di mattoni decorati a varie personalità cittadine, ed ancora il dono fatto a Matteo Renzi, un Palazzo Vecchio serigrafato, il giorno della pedonalizzazione del Duomo. Viene da domandarsi se uno studio di mercato sia stato fatto; piace il prodotto? Si tratta di accanimento terapeutico? Sarebbe meglio proporsi sotto una nuova veste? E poi pesa come un macigno l'incognita sulla fabbrica di Castello, accanto alla riqualificata piazza del Sodo, grandi capannoni industriali lì dove Firenze deve ancora svilupparsi e dove ogni metro cubo di terra è paragonabile ad una pralina coperta di cioccolato e ripiena di cioccolato.E' solo questione di investitori latitanti?

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