SerGenCovid-19: tanti volontari fiorentini nello studio nazionale

A un anno dall'avvio della ricerca del Dipartimento di Scienze Biomediche del CNR sul nuovo virus Sars-Cov

Nicola
Nicola Novelli
01 aprile 2022 13:09
SerGenCovid-19: tanti volontari fiorentini nello studio nazionale

I livelli di partecipazione di Firenze (poco meno di 400 persone) sono quelli più alti di tutta Italia, grazie all'impegno dell'Istituto di Fisiologia Clinica presso il Core Research Laboratory dell'ISPRO. Il progetto, nato su proposta e coordinamento del direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche (CNR-DSB) Daniela Corda, in collaborazione con i direttori Mario De Felice, Giorgio Iervasi e Giovanni Maga, vede coinvolti vari istituti del CNR e il Centro Interdipartimentale per l'Etica e l'Integrità nella Ricerca.

Si è trattato di una raccolta di dati clinici, sieri e materiale genetico su larga scala nella popolazione italiana, che si propone di conoscere meglio la risposta individuale al virus, con l'obiettivo di sviluppare protocolli mirati per la gestione dei pazienti affetti da Covid.

In tutta Italia erano stati reclutati 10.430 volontari in 10 aree geografiche (Torino, Palermo, Pisa, Firenze, Reggio Calabria, Pavia, Milano, Sardegna, Roma, Napoli). Nell’area di Firenze si erano registrati 473 volontari. I numeri effettivi a oggi sono i seguenti:

  • ~8.500 partecipanti in tutta Italia
  • ~10% infettati con il virus (di questi il 6% non ne erano a conoscenza)
  • ~95% di vaccinati (nessuna reazione al vaccino seria se non febbre/rash cutaneo/dolore al braccio, al massimo per una settimana).

Approfondimenti

I partecipanti sono stati invitati ad iscriversi sulla piattaforma dedicata ed a recarsi presso uno dei centri prelievo, individuati su base nazionale, per un piccolo prelievo di sangue. Il prelievo è poi stato ripetuto dopo 7 mesi (T1) ed un ultimo prelievo avverrà dopo ulteriori 7 mesi (T2). L'analisi sierologica della risposta anticorpale, il dosaggio dei livelli plasmatici di molecole immunologicamente rilevanti e l'analisi genetica, insieme alle informazioni provenienti dai questionari, consentiranno di:

  1. comprendere meglio i cambiamenti nel tempo nella risposta immunitaria alla malattia o al vaccino;
  2. stimare l'effetto delle procedure vaccinali sull'andamento della diffusione virale;
  3. identificare i meccanismi genetici che regolano la diversa suscettibilità all’infezione virale;
  4. valutare i rapporti di causa-effetto tra sieroprevalenza, biomarcatori e condizioni ambientali;
  5. costituire una biobanca di sieri e materiale genetico, che consentirà di rispondere a nuove future domande.

"Considerato che anticorpi contro la proteina Spike si formano anche a seguito della vaccinazione, le analisi previste permettono di analizzare anche le dinamiche presenti nel sistema immunitario quando l’infezione ha preceduto o seguito la vaccinazione" spiega Silvo Conticello, responsabile del punto prelievi del CNR a Firenze.

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