​Scuola dell'infanzia: ripartono le assunzioni negli Enti locali

Il sindacato spiega la condizione legislativa in vigore in rapporto alle scelte di Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 giugno 2015 17:01
​Scuola dell'infanzia: ripartono le assunzioni negli Enti locali

Cgil lancia una sfida all'Amministrazione: "Tornare sui propri passi, valorizzare il sistema e il modello pubblico di questi servizi che ha prodotto prestigio e qualità in questa città, riaprire il dialogo e il confronto con la rappresentanza dei lavoratori e con la cittadinanza"."Si supera il blocco imposto dalla legge di stabilità che riservava le procedure di mobilità e le relative assunzioni esclusivamente al personale di ruolo delle Province e delle Città Metropolitane" spiega la Cgil.

Il decreto fa inoltre un riferimento specifico al personale dei servizi educativi scolastici per i quali "consente di effettuare concorsi per assunzioni a tempo indeterminato nel caso in cui le graduatorie vigenti siano esaurite".

Questa novità auspicata da più parti "non vincola più i Comuni, non ci sono più alibi per dire che non si possono fare assunzioni negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia, a meno che non si creda esaurito il ruolo del pubblico nella gestione di questi servizi".

L'Amministrazione Comunale di Firenze "non deve avviare procedure di appalto per gli Asili Nido, ma ricorrere a una modifica del piano occupazionale per l'assunzione degli educatori in uscita dal servizio. Lo sforzo è minimo, in quanto le unità mancanti hanno un costo considerevolmente più basso dell'appalto degli Asili Baloo e Farfalla, sopratutto in presenza di una graduatoria vigente e valida che può consentire assunzioni a tempo indeterminato stabili e dignitose".

Stesso ragionamento vale per la Scuola dell'Infanzia "dove le assunzioni necessarie sono più numerose, ma sempre a un costo inferiore rispetto all'appalto, che, non ci stancheremo mai di dire, produce un modello di scuola in forte arretramento".

Fondamentale sarebbe anche la modifica apportata a una legge del 2014 (114) che "chiarisce la possibilità di cumulo triennale delle risorse non spese per le assunzioni, cioè riferite al triennio precedente".

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