Scontri Pisa e Firenze: il dibattito in Consiglio regionale

Sì alla mozione di Pd, Iv e M5S. Respinta dall’Aula la mozione di Fratelli d’Italia e Lega

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 febbraio 2024 11:45
Scontri Pisa e Firenze: il dibattito in Consiglio regionale

Firenze – Gli scontri di Pisa e Firenze hanno caratterizzato i lavori del Consiglio regionale, che si è concentrato su due mozioni, presentate rispettivamente una da Italia Viva, Partito democratico, e Movimento 5 stelle, l’altra da Lega e Fratelli d’Italia. L’Aula ha approvato la prima, con 22 voti favorevoli (IV, Pd e M5s) e 10 contrari (Fratelli d’Italia e Lega); respinta la seconda, con 11 favorevoli (Fratelli d’Italia e Lega) e 22 contrari (Pd, Iv e M5s).

La prima, “in merito alla ferma condanna di quanto accaduto nei confronti delle studentesse e degli studenti di Pisa e di Firenze in occasione delle manifestazioni”, è stata presentata da Stefano Scaramelli di Italia Viva, Vincenzo Ceccarelli del Pd e Irene Galletti del Movimento 5 stelle. Esprime “ferma condanna per il grave accaduto e l’auspicio che non si ripetano approcci e pratiche operative per la gestione dell’ordine pubblico come quelle verificatesi in Toscana nei recenti episodi” e impegna la Giunta regionale “ad attivarsi nei confronti del Governo e del ministero dell’Interno affinché sia fatta in tempi rapidi chiarezza e vengano spiegate le ragioni, con particolare riferimento al ruolo svolto dai responsabili ai diversi livelli operativi, in merito alla gestione dell’ordine pubblico in occasione delle manifestazioni di Pisa e Firenze svoltesi in data 23 febbraio 2024, quando gruppi di manifestanti, in gran parte minorenni, venivano improvvisamente fatti oggetto di cariche con manganelli, in conseguenza delle quali si contavano oltre dieci feriti tra gli studenti”.

La seconda, che vede come prima firmataria Elena Meini (Lega), impegna la Giunta regionale “a riaffermare che fondamento della democrazia è prima di tutto il rispetto delle regole per tutti gli attori della vita pubblica; a ribadire il diritto a manifestare le proprie idee per tutti, in ogni circostanza e forma e su ogni argomento, all’interno di una cornice di legalità; ad esprimere vicinanza a quegli studenti che manifestavano pacificamente e alle loro famiglie; ad esprimere altresì vicinanza alle forze dell’ordine che quotidianamente si impegnano per garantire a ciascuno la possibilità di esprimere la propria opinione, e che sono state oggetto anche nella manifestazione del 23 febbraio di insulti, minacce sputi e provocazioni in particolar modo da elementi esterni alla comunità studentesca pur presenti nel corteo; a farsi portatrice del principio che la diatriba politica, quand’anche aspra e accesa, non degeneri mai in violenza né fisica né verbale”.

Scaramelli, illustrando la prima mozione in aula, ha sottolineato come i fatti occorsi “rendano necessaria una riflessione” che trova il suo punto di caduta nelle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito un fallimento usare i manganelli con i ragazzi. “Quello che è accaduto a Pisa è gravissimo, non ha precedenti in questa regione – ha detto il consigliere –; si è reagito con una violenza sproporzionata rispetto a quella che era la manifestazione”. Ricordando l’articolo 21 della Costituzione, Scaramelli ha commentato che “la libertà si esercita, non si concedere”, e che “deve essere condannato l’uso dei manganelli contro chi sta esercitando la libertà di esprimere la propria opinione”, ringraziando altresì le forze dell’ordine per il loro lavoro quotidiano.

Elena Meini, nella sua illustrazione, ha spiegato come la mozione presentata dal centrodestra è volutamente scarna perché “sui fatti accaduti quel giorno sono già in corso delle indagini, affidate ai Carabinieri, e dunque abbiamo deciso di non dare giudizi in quanto garantisti”. “Vogliamo riaffermare il diritto a manifestare – ha aggiunto – ma nel rispetto delle regole”, ricordando che “Pisa non è un territorio che ha sempre garantito a tutti il diritto di manifestare, ci sono state fasi alterne”.

Irene Galletti ha commentato che “i giovani sono il nostro futuro e devono prendere esempio dal nostro operato. Nello stato di diritto nessuno è al di sopra della legge e delle regole, e non si può, come qualcuno ha fatto, invocare lo stato diritto solo per quanto riguarda i ragazzi. Nello stato di diritto le forze dell’ordine ricevono dal popolo il ruolo di gestire secondo le regole l’esercizio del diritto a manifestare”. Galletti ha ricordato che la possibilità di riunione è libera e che non necessita di autorizzazione, va dato il preavviso ma questo non inficia di per sé il diritto alla riunione.

“Abbiamo visto ragazzi, per lo più minorenni, intrappolati in una strada, e chi conosce la città si chiede perché sia potuto accadere” ha proseguito. “E’ faciloneria e populismo – ha concluso la consigliera – affermare come è stato fatto che si è dalla parte delle forze dell’ordine senza se e senza ma. Chi ha sbagliato deve assumersene la responsabilità”.

Diego Petrucci (FdI) ha innanzitutto voluto ringraziare “il sindaco di Pisa Michele Conti per l’atteggiamento equilibrato, pacato e prudente che ha tenuto in questa vicenda fin dal primo momento”. Ha poi detto che “il diritto a manifestare è inequivocabile ma trova il limite nel rispetto delle regole. Lo stato di diritto si fonda sul rispetto delle regole e sui chi deve garantirle. Le forze dell’ordine sono state oggetto di sputi e insulti ingiustificabili, anche da parte degli studenti.” Secondo Petrucci “è una vergognosa strumentalizzazione delle forze di sinistra dire che oggi in Italia è a rischio la libertà di manifestare, tutti giorni ci sono decine di manifestazioni”. “E’ però vero – ha concluso – che a Pisa non sempre è stato possibile manifestare il proprio pensiero, c’è stato chi pensava di poter decidere chi poteva manifestare e chi no. Io ho subito un attentato e sono stato due anni sotto scorta”.

 Il dibattitto in Aula sulle due mozioni presentate a seguito dei fatti accaduti a Firenze e Pisa il 23 febbraio scorso è proseguito con l’intervento di Enrico Sostegni (Pd). “I fatti di Pisa sono semplici: studenti che manifestavano per le proprie idee in maniera assolutamente pacifica, che non erano né armati né bendati, così come ci restituiscono le immagini dei video, sono stati manganellati dalle forze dell’ordine. Questo è il fatto, un fatto grave per un paese civile dove vige lo stato di diritto.

Ma ciò che ha destato più scalpore è stata la difficoltà del centrodestra, eccetto il sindaco di Pisa, a condannare questi fatti, limitandosi a definirli come ‘una difficoltà di gestione’ ”. “Non ci stiamo alla contrapposizione con le forze dell’ordine – ha poi aggiunto Sostegni - che ringraziamo per il ruolo che svolgono, ma gli eventi di Pisa non sono lo specchio di come lavorano ogni giorno. Quello che è accaduto, come ha detto il sindaco, è un atto contro la libertà di manifestare, intimidatorio, che richiama periodi bui del passato.

E il presidente del Consiglio avrebbe dovuto dire questo, come hanno fatto il presidente della Repubblica e il sindaco stesso, che ha tenuto un atteggiamento istituzionale corretto di analisi dei fatti. Questo è quanto avrei voluto che facesse il Consiglio regionale in maniera unanime”.

Cristina Giachi (Pd), riferendosi all’intervento di Petrucci, ha sottolineato come quanto successo in passato, l’aver subito minacce o aver visto conculcata la propria libertà, non legittima “chi oggi ha usato la violenza, fallendo nel proprio compito istituzionale di garantire l’espressione e l’esercizio dei diritti da parte dei cittadini”. “Quello che è avvenuto – ha detto - è semplice: la situazione è sfuggita di mano e ciò ha dimostrato il fallimento nell’interpretazione di un ruolo istituzionale. Ammetterlo non rappresenta una contrapposizione ideologica alle forze dell’ordine, ma un appello accorato affinché svolgano il loro ruolo nel rispetto della funzione che ricoprono, così come accade nella gran parte delle occasioni in cui intervengono”.

“Il nostro compito – ha aggiunto - è quello di costruire le condizioni affinché i giovani diventino cittadini maturi, abbiano fiducia e senso di appartenenza allo Stato. Ciò è stato fortemente minato dai fatti di Pisa e Firenze. Possiamo dunque dare un segnale in modo unanime, ricordando a quei ragazzi che noi siamo qui per tutelarli, anche richiamando le istituzioni quando vengono commessi errori in situazioni contingenti. Ma dobbiamo chiamare le cose con il loro nome, con lealtà: è un dovere di verità che dobbiamo ai giovani per il ruolo che rivestiamo in quest’Aula”.

“Dispiace che nemmeno su atti violenza come questo si riesca a unirci – ha affermato Valentina Mercanti (Pd) - . Capisco cosa significa vivere in un clima di terrore creato da una parte politica: è capitato anche a me a Lucca, dove poteva essere un problema indossare una spilla della pace. Se ci sono video di ragazzi che sputano ai poliziotti, li condanniamo. Il lavoro delle forze dell’ordine lo apprezziamo e siamo loro grati, ma quando si vede una ragazza di 14 anni picchiata a un corteo, col naso rotto, è evidente che qualcosa non ha funzionato, al punto che è intervenuto anche il presidente della Repubblica.

Ho apprezzato l’intervento coraggioso del sindaco di Pisa, mentre altri esponenti del suo partito hanno fatto uscite vergognose”. “Non è la prima volta che negli ultimi mesi ci sono cariche sui cortei - ha continuato - . Se il ministro Piantedosi avesse rassicurato che non c’è un indirizzo di utilizzo della violenza, mi sarei sentita più tranquilla. Chiediamo dunque al Governo di prendere posizione e spiegare quale linea ha intenzione di mantenere nelle future manifestazioni, in modo da poter scendere in piazza senza aver paura di quello Stato che ci dovrebbe difendere e non picchiare”.

Silvia Noferi (Movimento 5 Stelle) ha ribadito di essere schierata sempre contro la violenza usata per reprimere la libertà di pensiero. “Come la destra condannò l’uso degli idranti nell’ottobre 2021, ai tempi del governo Draghi, durante una manifestazione di no vax, mi aspetto che abbia l’onestà intellettuale per farlo anche adesso: non c’è una violenza che va bene e una che non va bene – ha affermato - . In Consiglio regionale siamo di fronte a una destra che dice di essere dalla parte delle forze dell’ordine.

Anche io sono dalla parte di quelle forze dell’ordine professionali, che fanno il proprio lavoro con coscienza, cercando di valutare le situazioni, non certo prendendo a manganellate ragazzini inermi e disarmati. C’è una bella differenza tra uno sputo e una manganellata”. “Questo Governo e questa destra hanno deciso di non stare dalla parte delle giovani generazioni – ha continuato – . E non possiamo avallare un comportamento come quello che abbiamo visto nelle immagini di Pisa”.

Maurizio Sguanci (Italia Viva) ha ribadito che “dividersi e cercare di strumentalizzare quanto accaduto a Pisa è sbagliato”. “Ringrazio convintamente le forze dell’ordine – ha detto - che rappresentano uno spaccato della società nella sua eterogeneità e che si trovano, a volte, a eseguire ordini dati da altri. Ma il diritto dei giovani a manifestare pacificamente, come in questo caso, è previsto dalla Costituzione e dalla legge. Ritengo che quanto espresso dal presidente della Repubblica riassuma ciò che c’è da dire. Se vogliamo che i nostri giovani acquisiscano i valori a cui tutti noi ci ispiriamo, dobbiamo essere i primi a dare l’esempio”. “Trovo questa discussione surreale – ha concluso - . Noi dovremmo prendere come dato di fatto che c’è stato uno sbaglio, può capitare. E fare in modo che quanto è accaduto non avvenga più”.

“Io non ho mai preso né prenderò mai le manganellate perché rispetto le istituzioni e le regole – ha affermato Gabriele Veneri (FdI) – . Rispetto coloro che manifestano pacificamente, ma non chi manifesta tirando calci, pugni, sputi contro le forze dell’ordine per oltrepassare le barricate dichiarate invalicabili. Qui si pretende di dire al premier e al ministro degli Interni ciò devono dire, cosa che non si è mai fatta nei confronti di Gentiloni, Conte o Draghi dopo gli scontri nelle piazze che si sono verificati quando loro erano premier”. “Esprimo dunque piena solidarietà alle forze dell’ordine in modo univoco – ha aggiunto - . E non credo che abbiano il dovere di chiedere la carta di identità a chi è in prima fila a tirare pugni, cazzotti e sputi”.

“La prima domanda che faccio provocatoriamente è se venerdì a Pisa e Firenze sia davvero stato garantito l’ordine pubblico – ha esordito nel suo intervento Andrea Vannucci (Pd) - . Vedere ragazzi di 15-16 anni che manifestano con la faccia insanguinata è la negazione dell’ordine pubblico”. “Neanche a me è mai capitato di prendere manganellate – ha continuato Vannucci - e ciò che mi ha salvato è stata una gestione accorta della piazza da parte chi aveva il ruolo di garantire lo svolgimento delle manifestazioni senza che si svolgessero incidenti.

Non serve la carta di identità per riconoscere i quindicenni. E l’opposizione si trova a difendere ciò che non è difendibile in un’occasione in cui la rotta è stata tracciata dalle due persone che istituzionalmente rappresentano tutti: il presidente della Repubblica e il sindaco del Comune di Pisa”. “Questa vicenda – ha concluso - ci invita riflettere su due aspetti fondamentali: da una parte c’è la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, dall’altra il principio di proporzionalità, che deve sempre essere tenuto presente se si vuole mantenere l’ordine pubblico.

Il bilanciamento tra questi due principi è saltato. E non dovrebbe essere difficile dire che quanto accaduto è inaccettabile”.

“Avevo auspicato un atto unitario, ma dopo quello che ho sentito questa mattina mi onoro di non sottoscrivere un atto con forze politiche che sostengono che se tu sputi in faccia a un poliziotto, quel poliziotto se l’è meritato”, afferma in apertura del proprio intervento il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli (FdI). “Chiunque in questo Paese ha il diritto di manifestare – prosegue –, nel rispetto della legge. Chi tra le forze dell’ordine reagisce in maniera sproporzionata rispetto alla minaccia che ha di fronte sbaglia, così come sbaglia chi va in piazza per sputare in faccia a un poliziotto.

Con una differenza: in uno stato di diritto, se un poliziotto sbaglia, c’è un’azione disciplinare, ma se un ragazzo sputa in faccia a un poliziotto magari si prende qualche like sui social network. Rivendico il diritto di stare con i poliziotti che non hanno sbagliato e che per mille e duecento euro al mese erano lì per impedire che qualcuno andasse a generare disordini. E ricordo che il ministero si esprime in termini tecnico-giuridici quando parla di difficoltà di gestione”.

“Anch’io avrei auspicato un documento unitario che riprendeva dichiarazioni di Mattarella e del sindaco di Pisa, che ho apprezzato per immediatezza e chiarezza nella sua presa di responsabilità, nonostante sapesse di non essere perfettamente in linea con i vertici del suo partito. Quanto è successo ha suscitato diffuso e sincero sdegno”, dice Andrea Pieroni (Pd), che rileva “l’inadeguatezza e sproporzionalità dell’intervento. Sono vicino alle forze dell’ordine, apprezzo il loro lavoro quotidiano che il più delle volte non appare, perché funziona bene. Quello che vogliamo oggi è mettere in evidenza l’errore che è stato commesso per garantire ordine pubblico e sicurezza, chiedere che venga fatta chiarezza e, se ci sono degli errori, che vengano sanzionati. Domani il ministro risponderà in aula, darà la propria versione alla Camera. Non c’è una parte a favore delle forze dell’ordine e una contro”.

Per Marco Stella (Forza Italia), “corriamo il rischio di condannare qualcuno senza processo, così come quello di legittimare la violenza di chi va alle manifestazioni per esercitare la violenza. Non possiamo permettercelo, in un momento in cui ci aspettano mesi molto caldi. Siamo tutti d’accordo sul diritto a manifestare e sul fatto che le forze dell’ordine devono svolgere il loro lavoro senza che nessuno provi a forzare i varchi interdetti o sputi a un poliziotto. Ringrazio il sindaco di Pisa per la posizione che ha preso. Se qualcuno ha sbagliato – aggiunge Stella – è giusto che venga punito. Lo stesso vale per i manifestanti. Ci sono i diritti, ma ci sono anche i doveri. Credo che non sia il caso di dividersi su diverse mozioni, sarebbe la cosa peggiore. Meglio non votare nessun atto”.

La capogruppo della Lega, Elena Meini ha esordito dicendo che “avrei auspicato che questa discussione non fosse avvenuta oggi, a mente e cuori ancora caldi. Condivido l’invito del collega Stella a ragionare tutti insieme per un atto condiviso. Il clima è ancora pesante. Non sono esperta in materia di ordine pubblico. So che quella piazza ha cinque vie di fuga, alcune delle quali portano ad aree sensibili della città. Gli agenti a disposizione erano pochi. Tutti auspichiamo che venga fatta chiarezza, le indagini sono in corso, il diritto di manifestare è sicuramente inviolabile.

Esprimo – prosegue la capogruppo – solidarietà ai ragazzi feriti e alle loro famiglie, così come ai tre poliziotti feriti a Pisa. I manifestanti hanno rifiutato una mediazione quando gli è stato chiesto di cambiare percorso. Ci troverete sempre a fianco delle forze dell’ordine – conclude Elena Meini –, fino a quando ci sarà qualcuno che plaudirà ai distruttori o sosterrà che gli sputi siano meritati. Viva le forze dell’ordine”.

Il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) esprime “dolore sui fatti di Pisa e Firenze, quelle immagini hanno sdegnato tutti e ci hanno fatto rabbia. Esprimo, se ce ne fosse bisogno, solidarietà ai ragazzi e alle forze dell’ordine, e apprezzamento al sindaco di Pisa. Basta strumentalizzazioni – chiede Landi –, la peggiore delle quali è stato dire che sui manganelli c’è un indirizzo del Governo e l’ha detto chi rappresenta la carica più alta della nostra Regione. Se qualcuno ha sbagliato, se ne assumerà le responsabilità, che sia un poliziotto o un manifestante. Facciamo chiarezza con dignità. Il ministro ha dichiarato di condividere le parole del presidente della Repubblica. No a condanne date per scontato”. Il portavoce rivolge quindi l’invito a Pd, Iv e M5s “a ritirare questa mozione. Teniamo un profilo più alto, attendiamo l’intervento alla Camera del ministro Piantedosi, troviamo una sintesi su un atto comune”.

“Quando ho visto quei filmati, i sentimenti che si sono affacciati in me sono stati sconcerto, amarezza, preoccupazione per quello che vedevo: un atteggiamento assolutamente sproporzionato nei confronti di giovani ragazzi che stavano manifestando le loro opinioni”, dice il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli (Pd). “La presa di posizione del presidente Mattarella, che non è usuale a intervenire su fatti di cronaca, così come le prese di posizione dei rettori, della comunità cattolica, del sindaco di Pisa la dicono lunga su come è stato percepito quanto accaduto in quella piazza.

Stiamo dalla parte di chi manifesta la propria opinione pacificamente e di quelle forze dell’ordine, che sono le prime ad essere danneggiate da chi ha tenuto atteggiamenti sproporzionati per arginare un corteo pacifico, e che ogni giorno svolgono il loro compito con rigore. L’ordine pubblico non era messo a rischio – prosegue Ceccarelli –. Bisogna essere chiari, capire se, come io non penso, chi ha agito l’ha fatto perché c’era un ordine sovraordinato o perché magari respira, sbagliando, un clima politico che pensa l’autorizzi a tenere atteggiamenti in eccesso.

Questo deve essere compreso perché le libertà costituzionali siano garantite, anche nel rispetto di chi fa il proprio lavoro come dev’essere fatto”. Ceccarelli ricorda che la Regione Toscana “su richiesta del sindacato Sap e dietro un atto approvato da questo Consiglio, ha tolto nel 2017 il ticket che gli appartenenti alle forze dell’ordine o ai vigili del fuoco dovevano pagare in caso di ricorso al Pronto soccorso per interventi non urgenti” e conclude: “Non è lecito e non è giustificabile lo sputo, ma non è giustificabile neppure rompere il naso a una ragazza o a un ragazzo, anche se avesse sputato.

Viva la democrazia che si alimenta con la partecipazione”.

“Questa vicenda poteva essere gestita in modo diverso, magari anche con una iniziativa dell’Ufficio di presidenza, mi è dispiaciuto constatare come il dibattito sia scivolato in affermazioni che non dovrebbero caratterizzare i lavori del Consiglio regionale”. Così Elisa Tozzi (FdI), che ha invitato a non strumentalizzare tutto ciò che succede, a ritrovare l’unione “contro chi va in piazza per destabilizzare”, e quindi a fare un uso “meno polemico e più alto dell’Aula.

Chiamato in causa dalla consigliera, il presidente Antonio Mazzeo ha dichiarato che “c’è un solo modo per affrontare la questione, ovvero seguire le parole del nostro Presidente della Repubblica”.

Per “fatto personale” è invece intervenuta Silvia Noferi (M5S), che ha ravvisato nell’atteggiamento dei colleghi il proposito di attaccare lei stessa e il Movimento 5 Stelle. “Io aspetto si concludano le indagini in corso – ha sottolineato – gli sputi dei ragazzi possono anche essere stati una reazione alle manganellate”. “Mi scuso con le Forze dell’Ordine se non ho espresso correttamente il mio pensiero – ha concluso – ma ho sempre dimostrato di essere rispettosa delle Istituzioni”.

Dopo l’intervento del presidente Mazzeo, il portavoce dell’opposizione Marco Landi ha fatto una nuova proposta: “concordare una mozione unitaria che accoglie le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”. A favore di questa proposta si sono espressi sia Francesco Torselli (FdI) che Diego Petrucci (FdI).

I firmatari della mozione di maggioranza hanno chiesto a Landi chiarezza sui contenuti della proposta e la disponibilità a condannare i fatti accaduti, giudicando tardivo il tentativo di avvicinare le posizioni, ricordando che “occorre infatti comprendere se un gesto viene stigmatizzato o condannato”. Di posizioni “contrapposte nel corso del dibattito” ha parlato anche Enrico Sostegni (Pd).

L’aula, respingendo le proposte di Landi - la prima di aspettare le parole del Ministro Piantedosi e la seconda di ritrovare l’unità attorno alle note del Quirinale – e quella di Petrucci, che aveva chiesto una sospensione per arrivare ad un atto condiviso, si è quindi pronunciata per procedere al voto sulle due mozioni presentate in apertura del dibattito.

Come già ricordato, il Consiglio regionale ha approvato la mozione che aveva per primi firmatari Scaramelli, Ceccarelli e Galletti con 22 voti a favore (Italia Viva, Pd e Movimento 5 stelle) e 10 contrari (Fratelli d’Italia e Lega) e ha respinto quella che aveva per prima firmataria Meini con 11 voti a favore (Fratelli d’Italia e Lega) e 22 contrari (Italia Viva, Pd e Movimento 5 stelle).

Nell’atto della maggioranza è stato inserito un emendamento, dei tre firmatari, che nella narrativa ha aggiunto: “Considerato che tale condotta danneggia il lavoro e la reputazione di tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che quotidianamente svolgono il proprio servizio senza eccessi a tutela dei cittadini e nei confronti dei quali va il doveroso apprezzamento”. Nelle dichiarazioni di voto, secondo Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), “l’emendamento peggiora la mozione della maggioranza”, da qui la scelta del suo gruppo di votare contro. Voto contrariuo è stato annunciato anche da parte di Elena Meini (Lega), che ha parlato di una mozione “che dà già una sentenza a indagine ancora in corso”. Di clima sereno da ritrovare e di rispetto della persona umana, sempre e prima di tutto, ha parlato Irene Galletti (M5S). 

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