Scatole cinesi per evadere il fisco, ma sono tutti italiani: bufera nella ristorazione toscana

Promosse istanze di fallimento nei confronti di 19 società, tutte operanti nel settore della ristorazione e della gestione di pubblici esercizi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 ottobre 2018 14:25
Scatole cinesi per evadere il fisco, ma sono tutti italiani: bufera nella ristorazione toscana

 I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze – dott. Alessandro Moneti – su richiesta del Pubblico Ministero Dott. Giuseppe Ledda della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Dott. Giuseppe Creazzo, emessa nei confronti di un commercialista fiorentino domiciliato a Firenze ma residente fiscalmente a Londra, indagato per l’ipotesi di reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte aggravata. Parallelamente, l’Autorità Giudiziaria fiorentina ha promosso istanze di fallimento nei confronti di 19 società, tutte operanti nel settore della ristorazione e della gestione di pubblici esercizi che - negli anni dal 2014 al 2017 - si sono rese responsabili di un’evasione fiscale per oltre 8 milioni di euro.

Nel corso dell’articolata operazione condotta dalle Fiamme Gialle, oltre alla misura cautelare in carcere, sono state eseguite 27 perquisizioni domiciliari nelle province di Firenze, Livorno, Pisa, Roma e Bologna, in luoghi e località nella disponibilità dei soggetti indagati. Complessivamente sono 26 le persone indagate, tutte di nazionalità italiana, ritenute responsabili a vario titolo dell’illecita attività truffaldina finalizzata a frodare il Fisco.

Le attività ispettive condotte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze hanno preso le mosse lo scorso anno sulla base di alcuni accertamenti patrimoniali svolti nei confronti di un commercialista fiorentino, il quale disponeva di studi professionali sia a Firenze che nel comune aretino di San Giovanni Valdarno, a seguito dei quali emergeva che questi aveva messo in piedi - con la complicità di altri soggetti sodali titolari di attività di ristorazione e di food & beverage operanti non solo a Firenze ma in altre località rinomate della Toscana – un ingegnoso sistema fraudolento finalizzato a “svuotare” patrimonialmente alcune società che già risultavano fortemente indebitate con l’Erario, trasferendo l’attivo aziendale a favore di nuovi soggetti giuridici appositamente costituiti, riuscendo in ultima analisi ad occultare i profitti illeciti frutto delle rilevanti evasioni fiscali commesse.

Più nel dettaglio, la frode fiscale posta in essere dal professionista fiorentino, consisteva nel fornire un’attività di consulenza fiscale opaca, fondamentalmente mirata a determinare il depauperamento di aziende in crisi e, conseguentemente, la bancarotta delle stesse in frode al Fisco ed ai creditori. Mediante tale condotta fraudolenta venivano trasferiti, a favore di veicoli societari esteri costituiti ad hoc, ingenti somme di denaro e beni appartenenti alle citate aziende in dissesto, in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza, nonché i reali beneficiari delle utilità di provenienza delittuosa.

Le società coinvolte sono note aziende di ristorazione ubicate nel capoluogo toscano e nel comune di Castagneto Carducci (LI) - frazione di Bolgheri, che mediante tale espediente illecito hanno, di fatto, determinato il sorgere di alterate situazioni di concorrenzialità.

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