Save the Duck e Kuntal conquistano l' Everest

Il primo marchio di piumini 100% animal free, conquista l’Everest (8.848 metri s.l.m.), la vetta più alta al mondo. E lo fa grazie all’alpinista vegano Kuntal A. Joisher. Mai fino ad ora un capospalla senza l’imbottitura in piuma d’oca era arrivato così in alto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 maggio 2019 07:59
Save the Duck e Kuntal conquistano l' Everest

Save The Duck, il primo marchio di piumini 100% animal free, conquista l’Everest,ossia la vetta più alta al mondo con i suoi 8.848 metri d’altitudine. E segna un ulteriore record nella storia dell’abbigliamento tecnico-sportivo. Mai no ad ora un capospalla senza l’imbottitura in piuma d’oca era arrivato così in alto. E lo fa a quasi un annodi distanza dalla scalata del monte Lhotse, situato sempre in Nepal, a 8.516 metri d’altitudine, quarta montagna più alta del mondo, composta da tre vette e collegata direttamente all’Everest tramite il Colle Sud.

Ai tempi Nicolas Bargi, founder e ceo diSave The Duck, aveva esclamato: «La prossima sda sarà l’Everest». Detto, fatto. E ancora una volta a centrare l’obiettivo è stato l’alpinista vegano Kuntal A. Joisher. Quello tra Save The Duck e lo scalatore originario di Mumbai, India, è un sodalizio straordinario. Perché ha permesso di dimostrare sul campo che è possibile realizzare una tuta da scalata estrema completamente animal free.

«Sono davvero felice e ringrazio di cuore Joisherper averci regalato questa opportunità» esclama Nicolas Bargi.

UN RECORD MONDIALE

È stato proprio l’alpinista Kuntal A. Joishera chiedere a Save The Duck di realizzare per lui una tuta in linea con le sue convinzioni etiche. «Non siamo stati i primi ad essere contattati» prosegue Bargi. «Ma siamo stati gli unici ad accettare la sda progettando ex novo un prodotto all’epoca inesistente. E l’abbiamo fatto da outsider. Perché Save TheDuck è sinonimo di sportswear. Non di abbigliamento specialistico da alta montagna.

Eppure...». Il team di ricerca di Save TheDuck ha raccolto la sfida dimostrando che l’innovativa tecnologia PLUMTECH®, un’ovatta tecnica termoisolante, in grado di ricreare la sofficità della vera piuma, conservando i vantaggi dell’imbottitura termica, è in grado di riparare anche dalle intemperie più estreme».La spedizione di Kuntal A. Joisher e del suo sherpa Mingma Tenzi si è conclusa all’alba del 23 maggio 2019 dopo un mese esatto di scalata del versante Nord.

E a caldo l’alpinista ha dichiarato: «È stata una delle spedizioni più difficili della mia vita ma sono davvero felice di averla portata a termine anche perché è la prima impresa totalmente animal free della storia dell’alpinismo». E così è: l’intero team era vestito 100% Save The Duck. Prosegue Kuntal A. Joisher: «Colgo l’occasione anche per ringraziare gli sherpa che mi hanno accompagnato in questa avventura straordinaria.

A cominciare da Mingma, un alleato davvero prezioso e insostituibile»

UN PAPERO MOLTO SPECIALE

Save The Duck, lanciato nel 2011 proprio da Nicolas Bargi, con l’obiettivo di realizzare capi privi di piume, pellami, pellicce e in generale materiali/tessuti di derivazione animale, oggi è in mano per il 65% delle quote societarie a Progressio Sgr attraverso il fondo Progressio Investimenti III e cresce a doppia cifra anno su anno. Con una marginalità superiore al 20%. Per l’esattezza: il marchio della «papera che fischietta»ha archiviato il 2018 con ricavi a quota 33 milioni e un Ebitda del 24% a 8 milioni di euro e per il 2019 punta a raggiungere i 40 milioni.

Prosegue Nicolas Bargi: «Al momento Save The Duck, con una quota export che ha raggiunto il 50% delle vendite, è già presente in 30 paesi, primo mercato Stati Uniti a seguire Germania, l’area Benelux e tutta la Scandinavia, attraverso un network selezionato di negozi wholesale e nei maggiori department store. A settembre 2018, nel cuore di Milano, abbiamo inoltre inaugurato il primo negozio monomarca a insegna Save The Duck.

E non è stato che il primo passo. Il focus nel medio termine è sulle principali destinazioni fashion del mondo».

Foto gallery
In evidenza