Sanità: per prenotare basterà la foto della ricetta su Whatscup

Ma come si fa a richiedere una visita sinora? Non esiste un vero standard regionale. Gli infermieri chiedono che il 118 continui essere gestito da professionisti sanitari. Sul Burt dal 10 agosto altre stabilizzazioni

Nicola
Nicola Novelli
06 agosto 2016 16:58
Sanità: per prenotare basterà la foto della ricetta su Whatscup

FIRENZE- A Siena sarà possibile, tramite un'applicazione per smartphone "Whatsapp", prenotare le prestazioni ambulatorialiCup, grazie a un'innovazione dell'Azienda ospedaliera universitaria senese, in collaborazione con l'Azienda Usl Toscana sud est. Il nuovo servizio, che si chiamerà Whatscup, sarà presentato nei prossimi giorni alla stampa.

Una sperimentazione interessante, speriamo per definire uno standard operativo che al momento nella sanità regionale è assente. Non mancano modalità originali di prenotazione, spesso segnalati al nostro giornale, con risvolti anche esilaranti. E' il caso, nei giorni scorsi, di una lettrice di Nove da Firenze, che così racconta: "Mi sono recata all'Ambulatorio continuità assistenziale pediatrica, al Meyer, per prenotare una visita ambulatoriale specialistica. All'accettazione mi domandano: Ma ce l'ha, signora, il foglio di prenotazione per la bambina? Rispondo: Veramente no.

Ribatte: e non ha nemmeno prenotato per telefono? Spiego: no sono venuta direttamente, sotto consiglio della Guardia Medica sentita per telefono. Replica: guardi, signora, non si può proprio fare nulla allora. Qui le visite, o si prenotano per telefono, o per invio del medico con il foglio. Lei non ha il foglio e non ha telefonato. Mi viene un'idea: scusi, ma se telefonassi adesso? Risponde: beh... in effetti in quel caso sarebbe valido. Io soddisfatta: ma è splendido, allora le telefono all'istante.

Meglio se mi allontano un po', che dice? Aspetto qualche minuto in rispetto delle regole di base del teatro: salve, buon giorno, dovrei prenotare. Mi risponde: ah, ma che è la signora di là? La piccola paziente è in lacrime, ma dal ridere".

Il Collegio Ipasvi Firenze chiede a gran voce che il servizio delle chiamate al 118 venga gestito da professionisti formati attraverso uno specifico percorso e non da personale tecnico, per evitare rischi a carico innanzitutto del cittadino fruitore del sevizio.Tutto ciò nell’ottica dell’esercizio della propria funzione di tutela e rappresentanza della professione infermieristica e dei cittadini fruitori dei servizi sanitari, ma anche a seguito dei fatti occorsi presso la centrale operativa del 118 di Livorno nella quale si è deciso di far processare, durante il periodo estivo, le chiamate di emergenza ad operatori tecnici in alternativa al personale infermieristico.

Secondo la normativa vigente ed in particolare a norma del DPR 27 Marzo 1992 il sistema di allarme sanitario è assicurato dalla centrale operativa territorialmente competente cui fa riferimento il numero unico telefonico nazionale 118, laddove non già sostituito dal 112. La centrale, operativa 24 ore su 24, si avvale di personale infermieristico adeguatamente formato al quale è affidata la responsabilità operativa, nonché di competenze mediche di appoggio. Da quanto esposto emerge la volontà indiscussa delle istituzioni di affidare, in emergenza, la ricezione ed il conseguente processo di intervento a personale altamente qualificato.

Occorre infatti ricordare che gli infermieri che prestano la propria professione presso le centrali 118 hanno alle spalle oltre che un percorso formativo di tipo universitario anche ulteriori corsi di specializzazione volti alla corretta gestione delle situazioni emergenziali segnalate dai cittadini. Tale operazione, vista la delicatezza dell’area non può essere che affidata a professionisti sanitari. È la legge stessa a rimarcarlo ponendo l’accento, inoltre, sull’importanza della presenza all’interno della centrale del 118 dell’altra figura sanitaria, quella medica, la quale, attraverso un lavoro di equipe con l’infermiere rende operativo il sistema dell’emergenza sul nostro territorio.

La sinergia tra le due figure risulta essere in questo specifico ambito di capitale importanza per la tutela della salute dei cittadini.Il personale infermieristico, nei sistemi 118, è una risorsa fondamentale ed insostituibile, capace di agire in equipe ed in autonomia, a seconda di quelli che siano i contesti operativi e i livelli di assistenza richiesti dal caso. L’Infermiere, inserito nel ruolo sanitario, vede spaziare la propria attività dalla centrale operativa al mezzo infermieristico e all’automedica fino ad arrivare al servizio di elisoccorso regionale.Il personale laico, che spesso opera come volontario, risulta essere per il nostro territorio, una ricchezza inestimabile, ma dovrebbe dare però il massimo potenziale del proprio ruolo nel settore sociale.

La chiamata al 118 avviene in situazioni in cui si sono verificate condizioni critiche per le persone e chi effettua la chiamata spesso si trova in difficoltà innanzitutto a causa dello stato emotivo: è allora una garanzia per il cittadino, avere dall’altra parte del telefono un professionista competente, specie in caso di rapida evoluzione della situazione di emergenza. Per il personale non sanitario si potrebbero inoltre configurare problemi di natura giuridica individuabili nell’abusivo esercizio della professione infermieristica, in un settore nel quale, come ricordato, vi è una precisa norma a dettare quali debbano essere i requisiti formativo professionali dell’operatore del 118.

“Nella nostra realtà regionale esiste inoltre una specifica disposizione, contenuta nella Legge Regionale del 12/01/2015, delibera 7 allegato 1, la quale precisa che il processo di lavoro all’interno della centrale operativa 118 è da ritenersi di esclusiva competenza sanitaria e che pertanto il personale tecnico può svolgere esclusivamente funzioni di supporto operativo – fa sapere il Collegio IPASVI di Firenze -. Nell’intento di bloccare sul nascere pericolose derive, non sostenute dalla vigente legislazione, che possano anche espandersi in altri territori della Toscana, rivolgiamo un appello a tutte le istituzioni politiche regionali, alle Aziende Sanitarie e ai loro dirigenti sulla necessaria vigilanza e sulla rigorosa applicazione delle norme in materia, ricordando che esse sono poste a salvaguardia del diritto costituzionalmente garantito della salute di tutti i cittadini”.

Sono in arrivo altri concorsi per la stabilizzazione di vari profili sanitari: in tutto 69 posti, per 9 profili sanitari. L'elenco dei concorsi sarà pubblicato sul Burt del 10 agosto ed entro fine mese sulla Gazzetta ufficiale. Al 30 giugno 2016 nella sanità toscana risultavano 367 persone in più rispetto al 31 dicembre 2015: in 6 mesi, dunque, il personale della sanità è cresciuto di 367 unità.

"Questo della stabilizzazione è uno degli impegni che avevamo assunto con le organizzazioni sindacali durante la discussione della legge di riforma della sanità, e che ora stiamo mantenendo - sottolinea l'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi - Siamo consapevoli e pienamente convinti che introdurre una maggior stabilità nel nostro sistema sanitario sia un valore importante".

Lo scorso aprile la giunta regionale aveva approvato una delibera sulla stabilizzazione dei precari, che prevedeva che aziende ed enti del SSR predisponessero un piano per la stabilizzazione del personale e che le procedure concorsuali riservate venissero espletate da Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale), sulla base delle richieste delle stesse aziende ed enti. Una delibera di Estar del maggio scorso aveva recepito questa delibera di giunta, annunciando l'indizione di concorsi riservati per la copertura dei profili professionali richiesti dalle aziende: 93 posti, per 19 profili professionali, in prevalenza sanitari. La prima indizione è stata entro il 15 luglio (con pubblicazione sul Burt il 27 luglio). Ora un nuovo elenco; tutte le procedure si concluderanno entro il 31 dicembre 2016. Questi i posti e i profili professionali:

- 1 programmatore di computer (Azienda sanitaria Toscana sud est); 9 tecnici di laboratorio (Azienda Toscana nord ovest e Azienda ospedaliera pisana); 24 assistenti amministrativi (Azienda Toscana nord ovest e Azienda Toscana centro); 14 infermieri (Azienda Toscana nord ovest e Azienda ospedaliera pisana); 12 operatori socio sanitari (Azienda Toscana nord ovest e Azienda ospedaliera pisana); 3 collaboratori amministrativi (Azienda Toscana nord ovest e Ispo, Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica); 3 coadiutori amministrativi esperti (Azienda Toscana nord ovest); 1 assistente tecnico (Azienda Toscana nord ovest); 2 ingegneri elettronici (Azienda Toscana nord ovest e Estar).

In evidenza