Sanità: Estar fa carta straccia delle graduatorie concorsuali

Scaramelli: estate al lavoro per rispondere ad esigenze cittadini. Il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai presenta un’interrogazione: «Dieci milioni e nel giro di un anno poco è cambiato. Basta sprechi e promesse, vogliamo fatti e soluzioni»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 luglio 2015 15:26
Sanità: Estar fa carta straccia delle graduatorie concorsuali

La delibera 237 emanata il 25 giugno scorso dal direttore generale della nuova centrale unica d’acquisto regionale (Estar) dichiara decadute 160 graduatorie in essere –personale sanitario, addetti amministrativi, dirigenti medici, addetti di comparto– nonostante la validità fosse di tre anni. Cari tutti che eravate nelle graduatorie concorsuali dei vecchi Estav: è stato un piacere, ma per voi la scalata all’assunzione finisce qui. E la stabilizzazione da perseguire con lo svuotamento delle graduatorie prevista dal Jobs Act? Estar invece dichiara decadute le graduatorie esistenti con la delibera 237, e due giorni prima, il 23 giugno, con un’altra delibera stabilisce il regolamento per nuove procedure di reclutamento personale.

Come reagisce il personale precario presso le aziende sanitarie e gli altri enti del Servizio Sanitario della Regione Toscana? E quanti sono gli idonei interessati dal provvedimento e che quindi ora si troveranno con un pugno di mosche in mano?

"Supero un concorso pubblico per titoli ed esami bandito dall'ex Estav centro -racconta Emanuela- Felicità a non finire, la speranza di un posto che mi facesse finalmente dormire tranquilla e cominciare a fare qualche programma. Finalmente sapevo che, benché avrei dovuto aspettare, la mia vita poteva diventare tranquilla, un giorno non avrei più avuto l'incubo. Nel frattempo faccio qualunque lavoro, dalla commessa alla cameriera ai piani, alla borsista (i borsisti non hanno alcun diritto). Ad amplificare la mia felicità arriva, qualche anno dopo, la notizia che, grazie al patto di stabilità, la scadenza delle graduatorie viene posticipata al 31/12/2016.

Poi l'incomprensibile gesto che mi rovina la vita. Le graduatorie valide da più di 3 anni vengono cancellate. Parliamo di circa 170 graduatorie. Ora mi resta un sacco di voglia di lottare e qualche domanda. Perché cancellare 170 graduatorie con migliaia di persone che non vedono l'ora di iniziare a lavorare per bandire altri 170 concorsi? Perché le Asl sono stracolme di incarichi interinali? Se serve personale perché non lo prendono dalle graduatorie anziché spendere di più per stipulare contratti interinali? Perché la Toscana ha tutti questi soldi per ribandire 170 concorsi ma non ha soldi per assumere a tempo indeterminato? Perché rovinare la vita a migliaia di persone? Perché se qualcuno ora chiede la mobilità non viene concessa? Questo lo so io: perché non hanno personale di rimpiazzo, avendo cancellato senza motivo 170 graduatorie.In aprile dovevano essere assunte a tempo indeterminato moltissime persone, la delibera doveva solo essere firmata ed infatti non l'hanno firmata.

Hanno concesso contratti interinali a bizzeffe in luogo delle assunzioni a tempo indeterminato. Poi, 2 mesi dopo, le graduatorie non ci sono più e neanche le persone con contratti interinali, perché continuamente trovano di meglio e vanno via, ogni mese ci si trova con persone nuove a cui ricominciare ad insegnare tutto".

“Ho una laurea, un dottorato di ricerca, una specializzazione, due anni passati all’estero -racconta il 47enne Marco– tre anni come libero professionista e 22 mesi di tempo determinato presso un ospedale fiorentino. Ho due figli, una bimba di 7 anni ed un maschietto di 3. Ho una bellissima compagna. Sono stato un povero precario sino all’età di 41 anni, che sopravviveva con borse di studio, contratti CoCoCo, borsa di dottorato. La classica vita(ccia) da universitario. La svolta c’è stata quando la mia piccola ha compiuto un anno.

Ho avuto un incarico libero professionale presso un ospedale di Firenze per tre anni durante i quali ho partecipato ad un paio di concorsi, piazzandomi, in uno di questi, al 4° posto. La graduatoria è stata deliberata il 5/06/2012 (n°117) quando è stata assunta la persona arrivata al primo posto. L’anno successivo, a fine primavera, hanno preso la seconda in graduatoria, ma per una serie di circostanze, alla scadenza, il mio contratto libero professionale non è stato rinnovato. Sono rimasto senza lavoro per dieci mesi.

Il periodo peggiore e più umiliante della mia vita. Nel febbraio 2014, grazie all’impegno del personale dirigente del mio dipartimento, ho avuto un contratto a tempo determinato di 10 mesi, rinnovato poi nel dicembre successivo, per un anno. A Marzo 2015 è stato assunto a tempo indeterminato il 3° in graduatoria. Finalmente ero primo. Le rassicurazioni che mi arrivavano dal mio direttore di struttura erano che a scadenza del contratto a tempo determinato, a dicembre, sarei stato stabilizzato.

Il 26 giugno 2015 mi è crollato il mondo addosso. L’ESTAR, con l’atto 278 (revocato e ripubblicato col numero 280 il 09/07/2015), chiudeva la graduatoria del mio concorso. La mia ed altre 168 graduatorie, lasciando più di 5000 persone nella loro silenziosa disperazione”.

“Il modello di sanità in Toscana è per noi un impegno a prendere a cuore il nostro ruolo, quindi a incidere nel lavoro, per rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini”. Così il presidente della commissione Sanità e politiche sociali, Stefano Scaramelli (Pd), che ha dato il via ai lavori guardando alla grande responsabilità che attende la commissione, un impegno che sarà costante, quotidiano, e che vedrà la commissione convocata nelle prossime settimane senza interruzioni. “La commissione terrà seduta sia in luglio che in agosto – ha spiegato – non solo per licenziare gli atti che ci verranno assegnati, ma anche e soprattutto per ascoltare e dare voce ai toscani”. Una impostazione di grande trasparenza e apertura, condivisa da tutti i commissari, che hanno spaziato nei loro interventi dalla necessità di dar vita a campagne di ascolto e di partecipazione sul territorio alla capacità di incidere su ogni singola materia assegnata, ora per avere il polso della sanità nella nostra regione, ora per affrontare temi specifici; partendo sempre e comunque da una analisi approfondita di ogni singola questione, per poter prendere decisioni utili e rispondere alle aspettative. “Grazie a tutti, l’ottima relazione tra noi è una marcia in più per incidere nel nostro lavoro – ha concluso Scaramelli –.

Terremo alto il livello della sanità toscana, già oggi eccellenza nel panorama nazionale, che deve tendere a migliorare se stessa”.

Nella Asl 6 di Livorno nel giugno 2014 prenotare una mammografia implicava un’attesa di 367 giorni; un anno dopo, la lista d’attesa è di 398 giorni. Nella Asl 1 di Massa Carrara, in area apuana, un anno fa non c’era verso di ottenere una eco alla mammella prima di 179 giorni; oggi se ne attendono 154, meno ma ancora troppo. Ora: la questione è già grave in sé, ma se in più si pensa che proprio in questo ultimo anno solare la Regione ha versato 4 milioni di euro (che da qui al 2016 saranno in tutto 10 milioni) per le strategie di contenimento delle liste d’attesa con tanto di gruppo di monitoraggio allora beh, qui qualcosa non torna.

E allora: chiedere. Lo fa il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo FI), che annualmente nel mese di giugno rileva i dati relativi ai tempi d’attesa e perciò ha potuto effettuare un confronto. Sconfortante, tranne che nel caso di Grosseto (Asl 9) dove il dato comparabile era quello della risonanza magnetica cervicale e cranio passata da 266 giorni di attesa ad appena 8 nella zona di Grosseto città.

Meglio che nulla. Ma non basta, la Toscana è grande e casi non comparabili ma reali raccontano di 9 mesi di attesa nella Asl 8 per un cardiotest da sforzo, e di una paziente recatasi nel gennaio scorso a far l’esame nel giorno segnato, nel 2016. «Da anni Rossi e la sua giunta ci hanno abituato ad annunci spot dal sapore miracolistico, con investimenti sostanzialmente a perdere perché non risolvono i problemi su cui intenderebbero incidere ma, con la loro impronta mediatica, costruiscono consenso.

E’ successo per il farmaco anti epatite C, che Rossi ha annunciato in campagna elettorale di voler somministrare gratuitamente a tutti i toscani malati (26mila e passa) stanziando una somma che dire insufficiente è poco. E’ successo con il pagamento dei debiti ai fornitori del sistema sanitario, su cui aveva anni or sono annunciato una rete di convenzioni con le banche senza sentire le banche stesse… e via e via promettendo…». E’ dell’anno scorso, 4 agosto 2014, la delibera di giunta 694 che stanziava 10.000.000 di euro ripartiti in tre annualità (4.000.000 per il 2014 e 3.000.000 sia per il 2015 che per il 2016) più 540.000 euro (sempre ripartiti nelle medesime tre annualità) per l’attivazione di 5 borse di studio finalizzate al supporto del raggiungimento degli obiettivi di «miglioramento del sistema di gestione delle liste d’attesa per le prestazioni di specialistica e diagnostica strumentale», affermando che «la gestione delle liste d’attesa risulta essere, in termini di efficienza, una delle maggiori criticità».

L’atto istituiva anche, «nell’ambito della Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, uno specifico gruppo di monitoraggio per la gestione delle liste d’attesa». Il monitoraggio, però, un pochino Mugnai se lo è fatto anche da sé verificando che «salvo che in un caso tra quelli assunti a campione i risultati non paiono adeguati rispetto agli stanziamenti». Ecco dunque l’interrogazione che, esposte tutte queste cose in premessa, stringe su più quesiti. Innanzitutto Mugnai chiede di sapere «se detta situazione sia ritenuta soddisfacente o, in caso contrario, se non si ritenga di dover ritirare lo stanziamento per destinarlo a misure di contenimento del fenomeno delle liste d’attesa più efficaci di quelle messe in atto finora».

Inoltre, domanda «quali siano gli esiti sia complessivi che disaggregati per azienda sanitaria registrati dal gruppo di monitoraggio» e, ancora, «quali ulteriori urgenti misure di contenimento delle liste d’attesa in sanità si intendano adottare in previsione della ristrutturazione del sistema sanitario toscano prevista con legge regionale 28/2015». Risposta attesa in forma scritta.

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