Ristoratori Toscana a Roma con le tende a oltranza

Il 22 febbraio la manifestazione: "Difendiamo il nostro lavoro, il sistema a fasce di colori va superato. Dobbiamo poter aprire sia a pranzo che a cena"

Nicola
Nicola Novelli
12 febbraio 2021 14:58
Ristoratori Toscana a Roma con le tende a oltranza

Firenze, 12 febbraio 2021- Stanno solo aspettando il via libera dalla Questura di Roma. Poi partirà l'organizzazione di una grande manifestazione che occuperà, ad oltranza, piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei deputati, per chiedere al Parlamento di tenere fede alle promesse. Per chiedere al Presidente incaricato, Mario Draghi, di mettere in atto quella politica economica di sostegno alle imprese che aveva prefigurato, l'estate scorsa, con la celebre intervista al Financial Times.

“A Roma per difendere il nostro lavoro”. E' quanto promette TNI-Tutela Nazionale Imprese-Ristoratori Toscana, l'associazione che rappresenta 40mila imprese in Italia. Il 22 febbraio il gruppo manifesterà in piazza Montecitorio per chiedere al premier incaricato Draghi indennizzi per i mancati incassi dall'inizio dell'emergenza e il superamento del sistema semaforico che sta uccidendo l'economia italiana. “Rimarremo a Roma a oltranza, porteremo con noi le tende e non ci muoveremo fino a quando non avremo garanzie, e non inutili promesse, sul nostro futuro.

Stiamo organizzando autobus da tutte le province della Toscana. Il sistema a fasce va assolutamente abolito, il Governo deve metterci nelle condizioni di poter lavorare. I nostri locali sono luoghi sicuri e se sono aperti a pranzo possono esserlo anche a cena. Se qualcuno pensa il contrario ci porti le prove scientifiche. Vogliamo dati oggettivi, non chiacchiere” spiega il portavoce TNI-Ristoratori Toscana Pasquale Naccari. “L'economia è in ginocchio e le nuove restrizioni a cui stiamo andando incontro sono l'ennesima beffa.

Le nostre attività perdono il 70% di incassi in zona gialla, in arancione non ha nemmeno senso aprire. Se qualcuno vuole distruggere il nostro settore, ce lo dica chiaramente. Non vogliamo stare a guardare che le nostre imprese, fiore all'occhiello dell'Italia, muoiano. Andiamo a Roma per riprenderci il rispetto che ci spetta e difendere il nostro lavoro e quello dei nostri dipendenti” prosegue. Naccari ribadisce quindi la necessità, come già fatto nelle precedenti lettere inviate ai ministeri di competenza e alla presidenza del Consiglio, di aprire i ristoranti anche a cena, rispettando le stesse norme di capienza e di sicurezza e superare il sistema a semaforo.

“La nostra – sottolinea Naccari – è una richiesta di aiuto, i ristori non stanno arrivando o nel migliore dei casi sono briciole. Le scadenze, come quella dell'Inps, sono alle porte. È necessario quindi aprire immediatamente i nostri ristoranti e risarcirci delle perdite avute fino a questo momento”. Poi il portavoce lancia un appello: “Chef stellati e non, cuochi, ristoratori, commercianti, dipendenti, allevatori, fornitori, grossisti, lavoratori in cassa integrazione, tutti voi che avete a cuore il nostro paese.

Solo noi possiamo difendere il nostro lavoro. Andiamo tutti insieme a Roma a pretendere quello che ci spetta”.

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