Riserve naturali: indennizzi e contributi per chi ha subito danni da fauna selvatica

Il direttore Cia Toscana Pascucci: «Sanare velocemente gli indennizzi rimasti aperti, gli agricoltori sono stanchi di subire danni e non avere ancora ricevuto un euro». Il Capogruppo regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti: «Il mondo rurale può fidarsi solo di noi»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 settembre 2020 23:30
Riserve naturali: indennizzi e contributi per chi ha subito danni da fauna selvatica

Indennizzi a chi ha subito danni da fauna selvatica all’interno delle riserve naturali regionali e contributi per realizzare opere di prevenzione che proteggano dall’attacco da fauna selvatica in quelle aree. E’ quanto prevede la delibera appena approvata dalla giunta regionale che dettaglia quanto contenuto nella legge regionale 30 del 2015 “Norme per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico – ambientale”. La legge prevede che la Regione si avvalga degli ATC, Ambiti Territoriali di Caccia, già competenti per il restante territorio regionale ai sensi della Legge regionale 3 del ’94, previa emanazione di indirizzi e criteri precisi da parte della Giunta e previa apposita sottoscrizione di convenzione con le ATC. La legge prevede non solo il riconoscimento del danno a regime, ma anche i danni pregressi cioè quelli a partire dal 2016 quando la Regione Toscana è subentrata alle Province nella gestione delle riserve.

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale all’ambiente per un atto che porta a compimento un lavoro lungo e va a colmare un vuoto normativo e permette finalmente agli agricoltori che operano all’interno delle riserve naturali di poter coltivare con serenità i loro terreni e contare anche su indennizzi per i danni subiti, non solo d’ora in poi ma a partire dal 2016. Certamente, sottolinea l’assessore, il risarcimento danni sarà accompagnato in parallelo dalle attività di contenimento dei cinghiali all’interno delle riserve con la collaborazione delle polizie provinciali e dei cacciatori autorizzati.

«Siamo stati ascoltati - sottolinea il direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci – e alla fine siamo arrivati a questo risultato. Un passo importante perché venga riconosciuto un diritto sacrosanto per gli agricoltori sia per il futuro, ma anche per il periodo 2016-2020, periodo in cui tanti agricoltori hanno avuto ingenti danni ed ancora aspettano i risarcimenti. Ora che la giunta ha adottato il provvedimento, si auspica che non venga perso altro tempo, che la burocrazia non rallenti la possibilità dare gli indennizzi che spettano agli agricoltori. E’ importante sanare velocemente i risarcimenti rimasti aperti, gli agricoltori sono stanchi di subire danni e non avere ancora ricevuto un euro».

«Passare progressivamente ma speditamente dalla logica dell’indennizzo a quella dell’incentivo agli strumenti di prevenzione passiva da portare avanti congiuntamente a un’azione di contenimento delle specie selvatiche ungulate che stanno piegando le nostre economie rurali. Cambieremo proprio l’approccio alla materia: la fauna selvatica va governata, non lasciata a Madre Natura, consentendo anche agli agricoltori di proteggere autonomamente le loro colture»: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, candidato capolista per Forza Italia nella provincia di Lucca alle prossime elezioni regionali, nel raccogliere l’appello lanciato dal presidente di Coldiretti Toscana circa l’azione di tutela delle coltivazioni regionali dagli attacchi degli ungulati che ne fanno banchetto. «Dobbiamo ribaltare il piano d’azione.

Gli indennizzi, per di più tra l’altro erogati col contagocce e dopo estenuanti iter burocratici, arrivano a valle delle devastazioni. Ebbene: noi incideremo a monte delle scorribande di cinghiali, daini & Co, ovvero prima che il lavoro dell’uomo e della terra venga compromesso. Modelli virtuosi di convivenza con una quantità misurata di fauna selvatica esistono. Possiamo mutuarli da altre regioni anche ampiamente parchizzate che ne hanno sperimentati. Noi sappiamo come fare e soprattutto intendiamo farlo.

Io stesso ne ho proposti, in questi anni, senza trovare accoglimento da una Regione sorda alle istanze degli agricoltori e che ha disatteso ogni promessa e dichiarazione d’intenti». «Ma la sinistra che in nome di pregiudizi ideologici veterocomunisti, legati a un ambientalismo di maniera, valuta l’ambiente come entità intangibile a scapito dell’attività antropica – attacca Marchetti – non cambierà. Continuerà a indire tavoli-sfogatoio di finto ascolto dei problemi, senza nemmeno provare risolverli.

Eppure in Toscana più che altrove l’agricoltura pesa non solo in termini di pil e di prestigio per vitigni e altri prodotti di alto pregio. Essa infatti concorre a modellare i nostri paesaggi più celebri. Non c’è parte di Toscana che non sia stata plasmata dall’attività rurale di intere comunità nei secoli». «Il Pd e la sinistra hanno compromesso il sistema – prosegue Marchetti – subendo supinamente la proliferazione di ungulati e altri selvatici con pianificazioni di contenimento buone come spot, ma non certo risolutive tra briglie all’universo venatorio e politiche di indennizzo che comunque frustrano coltivatori e allevatori.

Perché non dimentichiamo i fenomeni predatori figli della stessa impostazione e che hanno provocato una mortalità preoccupante dei nostri allevamenti». «Ma per interrompere questa traiettoria va cambiato il guidatore. Gli agricoltori non possono che votare Forza Italia e centrodestra. Solo noi facciamo i loro interessi e quelli dei territori che la sinistra per decenni invece ha solo preso in giro».

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