Società sportive: difficoltà coi contratti di lavoro per la riforma

Lorenzo Masi (Capogruppo M5S): "Chiediamo un tempestivo intervento del Governo"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 gennaio 2025 14:06
Società sportive: difficoltà coi contratti di lavoro per la riforma

Si è svolta oggi in Commissione Cultura e Sport l’audizione di alcuni rappresentanti degli enti di Promozione Sportiva sulla spinosa questione dei contratti di lavoro di chi opera in ambito sportivo.

“Sono lieto che l’Amministrazione abbia dedicato un momento importante di attenzione alle problematiche in cui incorrono ogni giorno le società sportive che operano sul nostro territorio” così il Capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Palazzo Vecchio Lorenzo Masi “Serve una modifica che vada incontro alle esigenze delle associazioni sportive e dei tecnici che vi lavorano, al fine di non danneggiare la categoria ma di favorire e incentivare il futuro del mondo sportivo”.

“Ad oggi infatti ci sono forti dubbi sull’applicazione di una parte della Legge n. 36 del 2021, entrata in vigore il 1° luglio 2023, la cosiddetta Riforma dello sport, che ha introdotto significative modifiche al lavoro sportivo”. “Sono emersi diversi problemi e criticità in particolar modo i contratti di lavoro sportivo, che hanno visto incrementare i costi per le associazioni e le società sportive dilettantistiche, vedendo aumentare anche la burocrazia per la gestione dei contratti, contributi INPS e assicurazioni, paralizzando di fatto il sistema”.

Approfondimenti

“Ad oggi non è ammissibile che l’INPS abbia sospeso l’erogazione delle pensioni dei “quota 100” titolari anche di collaborazioni sportive, forte anche di una sentenza della Corte Costituzionale che “tutela” le collaborazioni occasionali sotto i 5.000 euro annui, sentenza emessa quando non esistevano “i Co.co.co. Sportivi””. “Si tratta di una situazione paradossale, in quanto di fatto istruttori e tecnici che magari prendono 200-250 euro al mese si sono visti richiedere indietro l’intera pensione percepita, per una cifra che mediamente si aggira intorno ai 30-35mila euro l’anno, a decorrere dal 2023, anno dell’entrata in vigore della riforma sportiva”.

“Per questo motivo abbiamo deciso congiuntamente in Commissione di richiedere un confronto con l’INPS, per trovare una soluzione operativa da sottoporre al Governo”. “Un passo importante, affinché parta da Firenze il segnale che il mondo dell’associazionismo sportive esiste e rappresenta una realtà fondamentale per le famiglie e i giovani”.

Notizie correlate
In evidenza