L’assessore Federica Fratoni festeggia il piccolo aumento del dato percentuale a livello regionale che si attesta al 53,9%, un risultato ancora lontano dall’obiettivo minimo di legge del 65% stabilito già a partire dal 2012.
Guardando nel dettaglio i dati sulle raccolte differenziate nei vari Comuni toscani, salta agli occhi l'abisso che si è creato tra i due vicini capoluoghi nell'ATO Toscana Centro: Prato e Firenze.A commentare i dati sono le Mamme No Inceneritore: "Firenze, con la sua politica di gestione rifiuti fatta di raccolta a cassonetti multiformi (tradizionali, interrati, a controllo volumetrico, con o senza chiavette), rimane inchiodata ad un misero 50,8%, rispetto al 50,3% del 2016, e con una produzione procapite di rifiuti urbani anch'essa ferma intorno ai 620 kg.Prato invece, grazie all'estensione della raccolta porta a porta (pap) su tutto il territorio comunale schizza dal 54% del 2016 al 71% del 2017 e la produzione procapite di rifiuti urbani cala da 704 kg a 585 kg"."Restano al palo Campi Bisenzio (46%) in attesa della svolta con il pap nel 2019.
Torna invece in vetta alla classifica dei virtuosi Capannori con il suo 88% .ed è stato il primo Comune toscano che ha introdotto in Regione il porta a porta e la tariffazione puntuale, si paga in base a quanto rifiuto si produce.Sulla gestione dei rifiuti in Toscana è intervenuto Alessio Ciacci, già assessore all'ambiente di Capannori e ormai da anni esperto e professionista del settore rifiuti: "La Toscana in un anno passa dal 50,9 al 53,8 % di raccolte differenziate.
La legge impone il 65% minimo di avvio a riciclo entro il 2012. Di questo passo ci vorranno altri quattro anni, ovvero al 2022, per arrivare a quello che la legge imponeva entro i 10 anni precedenti. Ma non basterà perché entro il luglio 2020 l’Italia dovrà recepire la nuova direttiva europea sull’economia circolare che innalzerà inevitabilmente questi limiti. Potremmo mai pensare di avere una Regione che non solo raggiunge i limiti minimi imposti dalla legge ma che fa anche della sostenibilità e della tanto decantata economia circolare un vero faro nelle politiche dei propri servizi pubblici? Nel 2016 anche la Campania superava la Regione Toscana nelle percentuali di raccolte differenziate, per non parlare della Sardegna che nello stesso anno superava il 60% o delle più virtuose Lombardia (68%) o Veneto (73%). Ad una visione dei dati spiccano due grandi evidenze: 1) La responsabilità maggiore di questa arretratezza di tutti i capoluoghi che, ad eccezione di Lucca (salita a 78,3%) e Prato (71%) nessuno raggiunge gli obiettivi di legge; 2) L’arretratezza del sud della Regione dove tra le province di Arezzo, Siena e Grosseto sono solo cinque i piccoli comuni che raggiungono i limiti di legge imposti entro il 2012" (qui il testo integrale).
Le Mamme No Inceneritore chiedono con urgenza "un piano regionale di gestione dei rifiuti coraggioso, che punti tutto sulle buone pratiche di riduzione, raccolta e riciclo rifiuti, con meccanismi di premialità e sanzioni, e che, grazie ad un rapido raggiungimento di tali obiettivi, abbandoni gli impianti di smaltimento (inceneritori e discariche). Ad agosto abbiamo consegnato una lettera con i 10 punti, per noi condizioni necessarie, affinché il nuovo piano regionale dei rifiuti possa trasformare la regione Toscana da gestore mediocre dei propri rifiuti a punta di eccellenza".