Riccardo Magherini: un ragazzo morto in San Frediano

La dinamica ricostruita attraverso testimonianze, registrazioni telefoniche, audio e video ripresi dai passanti e dai residenti

Antonio
Antonio Lenoci
07 marzo 2016 14:48
Riccardo Magherini: un ragazzo morto in San Frediano

Una domenica notte tra il 2 ed il 3 marzo 2014, un uomo sui 40 anni in evidente stato confusionale viene ammanettato a terra da 4 carabinieri giunti sul posto dopo una richiesta di intervento lanciata da alcuni cittadini di San Frediano. Le fasi del fermo durano diversi minuti. Il decesso viene dichiarato alle 2.45 nel reparto di rianimazione dell'Ospedale Santa Maria Nuova. 

Quel "ragazzone" come verrà definito in seguito dai numerosi articoli di cronaca era Riccardo Magherini, 39 anni, nato in San Frediano, figlio di una famiglia ben voluta, padre di un bambino di due anni, che annovera tra le proprie esperienze anche una maglia nelle giovanili della Fiorentina sulle orme del padre ex giocatore di Serie A.Dopo 2 anni di indagini la Procura, anche grazie all'aiuto di molti testimoni che quella sera hanno assistito ai fatti, ha ricostruito la vicenda partendo dalle ore precedenti al fermo.

Un’indagine parallela è stata ingaggiata immediatamente anche dai famigliari di Magherini che con il loro legale l'avvocato Fabio Anselmi puntano a ricostruire la storia limitatamente ai momenti successivi all'arresto, ritenendo doveroso concentrarsi solo sulle cause della morte. A processo finiscono i 4 carabinieri e i 2 volontari della Croce Rossa, con l’imputazione: omicidio colposo, mentre su uno dei militari pende anche l’accusa di percosse.PRIMA DEL FERMORiccardo cena al ristorante Neromo di San Frediano in compagnia di 3 amici, da qui tutti insieme si recano al Bar dell’Hotel St.

Regis di Piazza Ognissanti dove alloggiano i suoi amici. Le testimonianze parlano di un uomo che alterna momenti di lucidità ad altri di alterazione. Alle 24 e 45 l'uomo chiama un taxi, direzione: Porta Romana, dove abita la madre con cui, dopo la separazione dalla moglie, era tornato a vivere. All'improvviso però, forse impaurito da qualcosa o da qualcuno, urla al tassista "non puoi farmi questo", il guidatore si spaventa, ferma l'auto presso la porta telematica del Ponte Vespucci e corre via, anche Magherini abbandonerà la vettura ed inizia a correre sul Ponte Amerigo Vespucci.Si getta al centro della carreggiata e si infila all'interno di un'auto che vedendolo arrivare ferma la sua corsa.

Ai 4 ragazzi che sono a bordo chiede aiuto ed esclama "Portatemi da polizia o carabinieri". I giovani decidono allora di accompagnarlo nella caserma dei carabinieri di San Frediano, ma non hanno tempo: al semaforo Magherini scende. Prova a fermare l'auto che sopraggiunge, ma poi cambia direzione, attraversa il ponte e si infila nei vicoli.Visibilmente spaventato, grida a gran voce che qualcuno minaccia di ucciderlo. Entra in una pizzeria e nella furia rompe con una spallata la porta a vetri, afferra il cellulare del pizzaiolo con il quale forse cerca di chiamare aiuto.

Esce in strada, si inginocchia sull'asfalto, e chiede ai passanti di non sparare. Riesce ad entrare in una Fiat Doblò guidata da una donna che parlerà in seguito di un uomo "visibilmente agitato ma non pericoloso". Dopo qualche metro scende ed entra in un'altra pizzeria. Nell'uscire non si accorge della porta chiusa, sbatte la testa e cade a terra. Le urla svegliano i residenti e dall'1 all'1 e 20 arrivano ben cinque telefonate al 112 e al 113 perché un uomo a torso nudo corre in Borgo San Frediano e chiede aiuto.

Il 118 verrà chiamato solo dopo, dai carabinieri. IL FERMO In strada intervengono due pattuglie dell'Arma dei Carabinieri. I militari dopo una colluttazione, resta ferito alla testa un carabinieri, fermano Magherini lo ammanettano e lo fanno sdraiare a terra, con la faccia verso l'asfalto. L'uomo grida aiuto, ed urla "Sto morendo..". All'1 e 21 il maresciallo chiama la centrale dell'Arma e chiede l’intervento del 118. I TESTIMONI Tutto accade in strada di fronte all'ex Cinema Eolo, molti i testimoni che dicono di aver assistito alla scena dalla finestra del proprio appartamento.

In un primo momento le testimonianze ascoltate riferiscono di un corretto intervento da parte dei militari, poi però ritratteranno. C’è chi parla di un carabiniere, con la testa rasata, che "sferra calci" al fianco di Magherini, altri di un militare che "tiene premuto il ginocchio sul collo" del ragazzo ormai a terra prono. Spuntano i video registrati dai cellulari; le immagini sono molto scure ma l’audio è piuttosto chiaro. In uno di questi si sente Riccardo gridare “Ahia” una voce fuori campo: “No i calci no!” e la risposta da parte di uno dei militari attorno a Magherini “Non rompere i coglioni”, il ragazzo a terra grida ancora "Non ammazzatemi, ho un bambino”.ARRIVANO I SOCCORSIAll’1 e 33 l’ambulanza con a bordo 3 paramedici arriva sul posto, Riccardo è già immobile.

Un volontario richiede l’intervento di una seconda ambulanza con medico a bordo “per sedare“ l’uomo che “ha reagito in maniera violenta sbattendo le manette in faccia a un carabiniere” aggiungendo che “gli sono addosso in due per tenerlo fermo”.Viene applicato l’ossimetro a un dito di Riccardo, l’apparecchio che dovrebbe rilevare il livello di ossigeno nel sangue segna 0; ma il risultato sembrerebbe smentito dalla pratica successiva: un soccorritore pone la mano sotto la bocca e il naso e afferma che l’uomo respira ancora.

La volontaria rivolgendosi a un carabiniere chiede di togliere le manette, ma le viene risposto che per ragioni di sicurezza questo non risulta possibile. Riccardo non parla più. All’1 e 44 arriva l’auto con medico e infermiere a bordo. Entrambi si accorgono di un arresto circolatorio. Girano l'uomo a pancia in su e ancora ammanettato tentano di rianimarlo. Il medico in aula dirà “Quando sono arrivato lui era per terra e aveva le manette. Lo abbiamo girato e abbiamo fatto il massaggio cardiaco, le manette sono state tolte solo alcuni minuti dopo perché non si trovavano le chiavi”.

I parametri vitali sono assenti, ma il medico decide di trasportalo in ospedale. Alle 2 e 12 la telefonata al 118: "Questo ragazzo è in arresto cardiocircolatorio. Avvisa Santa Maria Nuova, arrivo massaggiando un paziente in arresto cardiocircolatorio. Anni, una trentina”. Alle 2 e 45 viene dichiarato il decesso.