Protesta a Firenze, precari del 118 davanti alla Regione Toscana

“Porteremo i precari del 118 in Commissione Emergenza occupazionale” così i consiglieri Staccioli (Fdi) e Nascosti (FI)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 dicembre 2014 14:26
Protesta a Firenze, precari del 118 davanti alla Regione Toscana

I lavoratori del 118 toscano questa mattina hanno protestato davanti alla sede della Regione Toscana per il rinnovo del contratto la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre."Superamento del sistema delle convenzioni in tempi certi, coincidenti con quelli promessi che oggi, da parte della Regione, sono di produrre entro Natale una bozza di legge sulla stabilizzazione: questo è ciò che chiediamo per i I medici precari dell’emergenza-urgenza che operano da anni in condizione di incertezza.

Per loro, nell’arco di tutta la legislatura, la Regione non ha avuto altro che promesse tradite. Per questo, anche oggi, sono al fianco della loro protesta e sostengo le loro legittime richieste": lo afferma il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI). "La contestazione non è peregrina, dato il silenzio di tomba che la Regione ha fatto seguire all’accordo siglato il 5 maggio scorso sul futuro dei medici e dell’intero sistema dell’emergenza-urgenza territoriale.

L’atto, si sono resi conto in giunta dopo averlo firmato, non sarebbe giuridicamente sostenibile. Ecco perché nulla ne è seguito. Sì ma allora? Allora la protesta di stamani, con nuove rassicurazioni e l’impegno, da parte della giunta regionale, a redigere nel giro di una quindicina di giorni una bozza di legge sulla stabilizzazione di questi professionisti per pervenire a una soluzione concreta entro la fine della legislatura. Finora – racconta Mugnai che più e più volte si è occupato della questione – questi medici che operano nel settore forse più delicato della sanità hanno visto, negli anni, stabilizzarsi unicamente la loro precarietà.

Non solo: non hanno garantita neppure la copertura assicurativa. Le promesse sono via via fioccate a ripetizione prima dall’ex assessore alla salute Daniela Scaramuccia, poi dal suo successore Luigi Marroni: Tutto vano. Noi continuiamo a insistere e a batterci per il passaggio definitivo di questi medici alla dipendenza del sistema sanitario regionale. Si tratta di professionisti che si trovano ormai da anni in questa situazione, e che quotidianamente garantiscono al sistema un apporto indispensabile e determinante, tanto da veder costantemente rinnovate le loro convenzioni.

Con loro, finora, la Regione ha usato la tattica del bastone e la carota. Non è dignitoso".

“Abbiamo preso l’impegno di invitare i precari del 118 a una seduta della Commissione Emergenza Occupazionale”con queste parole i consiglieri regionali Marina Staccioli (FdI) e Nicola Nascosti (Fi) hanno accolto le istanze dei protestanti. “Nelle scorse settimane – spiegano i due consiglieri – il Consiglio aveva approvato all’unanimità una mozione a sostegno dei precari, ma non sono ancora arrivate le norme attuative, e il tempo stringe. Vorremmo che questi lavoratori possano trascorrere il Natale senza l’incubo di restare senza un impiego”.La legge di riforma del sistema sanitario toscano "non accompagnerà la Finanziaria regionale e dunque, sempre ammesso che la giunta una proposta prima o poi la formuli, se ne riparla minimo minimo a anno nuovo" la notizia arriva dal Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI) che proprio stamani ha ricevuto conferme formali in questo senso nel corso della seduta di IV Commissione: "E’ il Rossi’s style: non si tocca nulla – punzecchia Mugnai – prima di avere la ricandidatura sul piatto.

Soprattutto poi se ci son da toccare punti nevralgici del consenso elettorale come le Asl e il sistema sanitario. In casi simili, mantenere le promesse lanciate a mo’ di frisbee nei salotti televisivi e dai giornali diventa secondario. Intanto il Pd, che di ‘one man show’ già ne ha uno e ben si guarda dal fare scopa con Rossi, lo tiene lì a candire e ce lo terrà, plausibilmente, finché non sarà sceso a più miti consigli o, comunque, anche dopo l’assemblea regionale del 13 dicembre.

Insieme alle riforme annunciate, necessarie o no alla Toscana che siano".

Accorpamento Asl e piano di riordino ostaggio delle logiche elettorali, dunque? Secondo l’esponente di Forza Italia: "Abbiamo ancora nelle orecchie l’eco delle parole con cui il presidente della Regione Enrico Rossi prometteva con forza, un mese e mezzo fa circa, che entro l’anno sarebbe intervenuto con una legge articolata ed esaustiva sul sistema sanitario regionale. Così non sarà, secondo lo stile a cui il Pd e lo stesso governatore ci hanno sempre abituati in questi anni: prima i voti, poi il governo, poi la gente. E’ un metodo che intendiamo ribaltare. Intanto, vediamo che il Pd lo applica anche al suo interno tenendo Rossi sulla graticola quanto a investitura, primarie, raccolta firme e tutto quanto fa suspance politica. Ovvio, in questa logica, che la riforma delle Asl slitti a candidatura definita".

Luigi Dallai, deputato del Pd, interviene in merito al percorso di riforma del sistema sanitario toscano: "La Toscana è un esempio molto positivo di come le riforme in ambito sanitario abbiano saputo coniugare efficienza e sostenibilità finanziaria. Il lavoro svolto dal Presidente Rossi e dall'assessore Marroni ha dato buoni frutti, tanto che c'è molta Toscana nel Piano Sanitario Nazionale. Favorire le buone pratiche ed eliminare le diseguaglianze. In questi giorni il Parlamento sta lavorando sulla legge di stabilità 2015, cercando di mettere in campo misure che sappiano ridare ossigeno all'economia e restituire un po' di fiducia ai cittadini.

Uno degli elementi centrali di questo impegno è il tentativo di dare concretezza a quelle ‘economie di scala' che, partendo dalla riduzione degli sprechi, sappiano garantire efficienza e qualità degli interventi in una situazione di minori risorse. In ambito sanitario, di fronte alla volontà di riformare l'organizzazione del sistema regionale toscano, mi preme rimarcare che la vicinanza dei livelli di governo alle strutture sanitarie presenti sul territorio si è dimostrata indispensabile per garantire efficienza, equità e la necessaria dose di innovazione.

Questi parametri devono caratterizzare qualsiasi percorso di riorganizzazione, anche tenendo conto che ricerca medica e assistenza clinica possono interfacciarsi secondo modalità nuove che traggano vantaggio dagli enormi progressi tecnici conseguiti nel settore sanitario.

Accorpamento delle Asl. Il fine è di rafforzare il sistema di cura pubblico di qualità che la nostra Regione (e la nostra provincia) ha raggiunto. Il presidente Rossi ha proposto l'accorpamento delle 16 aziende sanitarie (12 ASL e 4 AO) in poche grandi aziende di area vasta. Un'operazione sulla quale confrontarsi e discutere con grande trasparenza e valutando vantaggi e limiti: se accorpare le strutture di governo sanitario può, infatti, introdurre una razionalizzazione e maggiore uniformità nella gestione a livello regionale, è altresì inevitabile che ciò determini una maggiore distanza tra direzione e operatori a livello territoriale.

E poiché un'opera accurata di risparmi economici e riduzione degli sprechi può concretizzarsi efficacemente solo monitorando le strutture ed i protocolli "da vicino", qualsiasi ipotesi di riforma deve essere valutata in funzione dei reali effetti che può determinare sul territorio, ovvero sui cittadini. E' dunque imprescindibile affrontare una questione così ampia prendendosi il tempo necessario per approfondire il confronto tra istituzioni locali, regionali e istituzioni sanitarie.

Nel suo primo programma di mandato Enrico Rossi scrisse che "Dobbiamo avere grandi ambizioni, non piccole ambizioni. Le piccole ambizioni, quelle del localismo e della rendita, hanno il segno dell'ipocrisia e della furbizia. Le grandi ambizioni hanno il segno della trasparenza, della sostenibilità, della inclusione". Anche la sfida della Sanità toscana deve andare in questa direzione, affrontando la situazione di difficoltà economica con misure in grado di razionalizzare il sistema, favorendo le buone pratiche, intervenendo nei territori e nelle situazioni di crisi, cercando di eliminare ogni forma di diseguaglianza nell'accesso ai servizi, dando continuità al lavoro dei direttori generali.

Per fare tutto questo, servono un'attività di governo e una politica attenta, un livello tecnico professionale di altissimo livello. L'aspettativa dei cittadini toscani è dunque quella di sentirsi coinvolti in un percorso di piccole pratiche all'interno dei luoghi di lavoro, di studio, di cura, che faccia sentire ciascuno attore del percorso di efficientamento della macchina sanitaria, all'interno di una cornice da aggiornare senza stravolgimenti o imposizioni. Il Pd e le forze riformiste di centrosinistra sono al fianco di chi vuole affrontare le sfide che il sistema sanitario deve affrontare perché abbiamo la consapevolezza che il modello toscano rappresenti tuttora un'eccellenza a livello nazionale per qualità ed efficienza".

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