Pozzi vicini alla strada 429, indagine Arpat sull'acqua

Presunta contaminazione, campionamenti gratuiti. Gori: Torselli e Marcheschi chiedono chiarezza a Giani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 aprile 2021 16:51
Pozzi vicini alla strada 429, indagine Arpat sull'acqua

Sarà Arpat ad effettuare campionamenti gratuiti dell'acqua dei pozzi per uso domestico che si trovano in prossimità del lotto 5° della strada regionale 429. Lo rende noto la Regione, rivolgendo un appello ai cittadini proprietari di pozzi per uso domestico che si trovano nel tratto di collegamento fra Ponte di Candido nel Comune di Empoli (FI), fino alla rotatoria di incrocio con Via Samminiatese in località Belvedere nel Comune di Castelfiorentino. Gli interessati potranno contattare Arpat per effettuare un campionamento gratuito delle acque.

“Attualmente non ci sono riscontri di inquinamento delle falde acquifere – dichiara l’assessora all’ambiente Monia Monni – ma la priorità della Regione è e rimane sempre la stessa: continuare a garantire la salute dei cittadini e la tutela delle matrici ambientali. Per questo, alla luce dei recenti fatti, abbiamo deciso di offrire agli abitanti che ne faranno richiesta la possibilità di contattare la nostra Agenzia per effettuare i controlli sui pozzi nelle aree della nuova strada regionale 429”.

La richiesta di analisi delle acque del proprio pozzo, per accertare il presunto inquinamento della falda a seguito di presenza di materiali interrati in prossimità del lotto 5° della SR 429, potrà essere fatta contattando il numero verde Arpat 800 800 400 tutte le mattine, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13 e nel pomeriggio, dal lunedì al giovedì, dalle ore 14 alle ore 18.

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Intanto su Ledo Gori Fratelli d'Italia chiede chiarezza a Giani. “Ledo Gori non è stato né sospeso né rimosso. Il Capo di Gabinetto del governatore Eugenio Giani è stato addirittura premiato con 10 giorni di ferie. Gori è accusato di corruzione nell’ambito di una delle inchieste più sconvolgenti della storia della Regione Toscana. Un’inchiesta che vede coinvolti imprenditori, politica e criminalità organizzata in una commistione altamente tossica per i cittadini toscani.

L’incarico di Gori è un incarico fiduciario del Presidente, conferitogli col Decreto n. 127 del 8/10/2020 e per essere cancellato bastano 5 minuti! Non servono iter lunghi giorni. Chiediamo al Presidente Giani di prendere una strada chiara: o fa il garantista e difende la sua scelta fino a conclusione dell’iter giudiziario, o fa il giustizialista e lo rimuove immediatamente dal suo incarico. Non possiamo accettare che faccia ‘il Giani’, ovvero che si arrampichi sugli specchi, barcamenandosi tra le due soluzioni, inventandosi prima una ‘sospensione’ che non esiste e - dopo che glielo abbiamo fatto notare - 'premiandolo' con 10 giorni di ferie”.

Così Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano.

“Sarà la Magistratura a chiarire se nella nostra Regione ha agito una associazione a delinquere di stampo mafioso dedita al traffico illecito di rifiuti. Però adesso la politica, ed in particolar modo il Presidente Giani, non può sottrarsi dal dovere di fare chiarezza. Il governatore deve rispondere ad una semplice domanda: durante l’ultima campagna elettorale ci sono stati esponenti del Pd e imprenditori che gli hanno fatto pressioni affinché Gori fosse confermato Capo di Gabinetto? Il presidente Giani deve spiegare, non tanto a noi, quanto a tutti i cittadini toscani, cosa significhi 'essere generosi con la politica'.

Ricordiamo che l'Associazione Conciatori, che vede i propri vertici tra gli indagati dell’inchiesta, è il secondo finanziatore della campagna elettorale di Giani. Su questo il Presidente non sembra intenzionato a voler fare chiarezza, intanto l’unica certezza è che Ledo Gori si godrà un lungo ponte di primavera in ferie retribuite dalla Regione Toscana” conclude Torselli. 

MARCHESCHI - “Le risposte che il Presidente della Regione della Toscana ha fornito, tramite stampa, in merito alla sospensione ed all’avvio dell’iter di revoca della nomina del suo Capo di Gabinetto sono ridicole. Un tentativo di minimizzare una vicenda gravissima e senza precedenti, che è la spia di un problema enorme.

Il condizionamento, se non l’imposizione, di interessi privati nelle Istituzioni. Altro che ferie o ritiro delle deleghe, Eugenio Giani deve chiarire perché non risolve il contratto del suo Capo di Gabinetto. Se volesse davvero, la legge prevede di firmare un decreto di revoca. Non firmandolo lascia pensare che non può e non se la sente.

E’ forse ostaggio di qualcuno?” attacca Paolo Marcheschi, Dirigente nazionale di Fratelli d’Italia ed ex Capogruppo Fdi in Consiglio regionale.

“La legge regionale sull’ordinamento del personale è chiara: “il contratto può essere altresì risolto in qualunque momento da parte del Presidente (..) in tale caso il dipendente cessa immediatamente il proprio servizio (art. 42 c.2 della L.R 1 /2009 ). Quindi, il capo di gabinetto, non solo non ha deleghe (come letto su alcuni giornali), si occupa della Segreteria Politica del Presidente, delle relazioni interne ed esterne. La sua è sostanzialmente una nomina fiduciaria, e “può essere rimosso in ogni momento (art.42 L.r. 1/2009)”.

Giani dica chiaramente se qualcuno gli ha imposto di non licenziare il suo Capo di Gabinetto (cosa gravissima!) o se non ritiene di doverlo licenziare, scegliendo deliberatamente di non difendere il buon andamento della Regione e l’operato dei suoi dirigenti onesti. Gori non vuole dimettersi? Giani rescinda il contratto, se davvero lo vuole!” incalza Marcheschi.

“Inoltre, anche la risposta che Giani ha dato sulla fantomatica sospensione e passaggio delle fantasiose deleghe dal suo Capo di Gabinetto al Direttore Generale della Regione, fa capire il livello di “dilettanti allo sbaraglio” a cui è affidata la Regione –sottolinea il Dirigente nazionale di Fdi- Il Capo di Gabinetto non ha deleghe ed è cosa ben distinta dal Direttore Generale che coordina la macchina amministrativa ed è figura di raccordo con gli uffici regionali. Qualora Giani volesse attribuire al Direttore Generale funzioni particolari di rilievo istituzionale deve farlo non a parole, ma con un decreto per stabilire le ulteriori competenze. Che non mi risulta abbia fatto. La Pubblica Amministrazione parla con gli atti, non con i comunicati stampa.”

“Giani abbia il coraggio e si assuma le proprie responsabilità, dimostri di essere trasparente e libero nella difesa degli interessi pubblici. Il dubbio che in Regione ci siano altri Dirigenti complici, che hanno fatto finta di non vedere, va fugato subito con grande fermezza – chiede Marcheschi - Le accuse sono pesantissime e non coinvolgono le singole persone o il Pd, ma la credibilità e l’imparzialità dell’Istituzione Regione Toscana, potrebbero scatenare un effetto domino. Considerato che il Commissariamento, previsto per gli enti locali, non è previsto per la Regione, ho scritto al Prefetto per capire quali misure sia opportuno mettere in atto per tutelare la Pubblica amministrazione ed i cittadini dal rischio di infiltrazione mafiosa nella Regione”.

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