Pisa, laurea honoris causa a Liliana Segre

Il sindaco di Pisa, Michele Conti: «Compito delle Istituzioni è trasferire alle nuove generazioni memoria di quel che accadde»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 febbraio 2021 19:18
Pisa, laurea honoris causa a Liliana Segre

Pisa, 02 febbraio 2021. Il saluto del sindaco di Pisa Michele Conti, intervenuto questa mattinaalla consegna della Laurea Honoris Causa in Scienze della Pace alla senatrice a vita Liliana segre.

«Rivolgo un saluto a tutti i partecipanti e agli organizzatori di questa importante Giornata. In particolare, un saluto al magnifico rettore Paolo Mancarella, alla presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. A tuti i docenti che interverranno. Un saluto caloroso, a nome di tutta la città di Pisa, alla nostra concittadina, la senatrice a vita Liliana Segre. Per il sottoscritto è stato un grande piacere e un onore, nel dicembre 2019, proporre il suo nominativo al Consiglio Comunale di Pisa per il conferimento del titolo onorifico così come fu un orgoglio constatare come la nostra assemblea si espresse positivamente all’unanimità, senza distinzioni tra i differenti schieramenti politici presenti.

Mi piace ricordare in questa sede come questo riconoscimento la nostra città lo avesse già assegnato in passato anche alle sorelle Tatiana e Andra Bucci, segno evidente di sensibilità e rispetto che Pisa dimostra da tempo verso i testimoni di quella pagina tragica che fu la Shoah e del dovere che compete alle istituzioni pubbliche di trasferire alle giovani generazioni la memoria di quel che accadde.

Come Comune di Pisa, giusto ieri pomeriggio, sebbene in diretta streaming e non in presenza a causa del Covid-19, abbiamo presentato il libro di Vera Paggi, che raccoglie il carteggio della sua famiglia costretta a separarsi e, in parte, fuggire dall’Italia a causa delle leggi razziali. Figura centrale e tragica di quella vicenda è il professor Bruno Paggi, chirurgo, cacciato nel 1938 proprio dall’Università di Pisa perché ebreo.

Come già abbiamo detto in altre occasioni pubbliche la nostra città, porta con sé l’onta di essere stata la sede per la firma di quelle leggi, a causa del re che qui dimorava per lunghi periodi. E fece bene il nostro Ateneo, per gli 80 anni dalla promulgazione di quelle leggi, a organizzare una giornata per chiedere perdono a nome di tutti gli atenei d’Italia.

La colpa del mondo universitario così come di gran parte degli italiani in quegli anni fu sostanzialmente il silenzio di fronte a quel che stava accadendo. Il silenzio nel vedere tanti italiani, di religione ebraica, costretti a lasciare i luoghi di lavoro; il silenzio nel non vedere più i ragazzi frequentare le scuole di ogni ordine e grado; infine, il silenzio nel non vederli più in giro per le strade delle loro città.

Sappiamo, poi, come andarono le cose. E, per fortuna, abbiamo anche saputo con il tempo, che furono molti, in silenzio, a compiere atti eroici per mettere in salvo molti di quegli ebrei. Anche se furono migliaia a finire nei campi di concentramento e altrettanti a fuggire dal nostro Paese.

Ora, a distanza di tanti anni, quel velo di silenzio è stato squarciato e tutte le istituzioni a ogni livello organizzano, anche grazie alle Comunità ebraiche, iniziative per ricordare. E questa della laurea honoris causa alla senatrice Liliana Segre è una delle più significative che la nostra città nel suo complesso potesse pensare.

Noi crediamo fortemente nel valore del ricordo e della memoria, quale radice per costruire il futuro. Senza consapevolezza di quello che è stato nessuna comunità, città o Nazione, può ambire ad avere un futuro. Oggi, le istituzioni insieme alle comunità, al mondo della cultura, dell’associazionismo, ai semplici cittadini, hanno il dovere di proseguire questa difficile opera di sconfiggere il silenzio e l’ignoranza di quello che è stato perché non si ripeta mai più e che sia per ognuno di noi l’occasione per rinnovare l’impegno a contribuire alla costruzione di un mondo più giusto, fondato sui principi di libertà e democrazia».

In evidenza