Piano cave, la Regione fa un passo avanti ma Confindustria è critica

Nelle Commissioni Ambiente e Sviluppo economico primo via libera alle proposte di legge in materia. Per gli industriali ci sono troppi vincoli all'estrazione dei materiali da costruzione. Stella e Marchetti (FI): "Si rischiano effetti pesanti sull'occupazione"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 luglio 2019 19:21
Piano cave, la Regione fa un passo avanti ma Confindustria è critica

(DIRE) Firenze, 25 lug. - Confindustria critica il piano cave della Regione Toscana, definendolo "tafazziano" per i vincoli eccessivi all'estrazione dei materiali da costruzione. Nelle stesse ore, però, nelle commissioni Ambiente e Sviluppo Economico arriva il primo via libera, a maggioranza, alle proposte di legge e di deliberazione a esso collegate. Col piano la Regione individua come priorità il riuso dei materiali assimilabili e mira a uno sviluppo sostenibile, tutelando e valorizzando l'utilizzo di materiali di cava. Definisce, inoltre, il fabbisogno regionale dei materiali tenendo conto anche del piano rifiuti, in relazione al riuso, e stabilisce gli obiettivi di produzione assieme ai giacimenti idonei a localizzare le attività estrattive.

Una novità importante riguarda il capitolo delle autorizzazioni. Il Comune viene individuato ente competente per il rilascio della concessione, la cui proroga passa da due a tre anni di durata.

Diventa necessario, inoltre, chiedere una nuova autorizzazione in due casi: qualora la volumetria ecceda di oltre il 4,5% quanto previsto dalla concessione e in presenza di modifiche all'assetto definitivo che interessino piu' dell'1,5% della superficie. Viene tolto al tempo stesso il riferimento alle aree vincolate. Fra le modifiche apportate al testo, da menzionare anche l'impegno che viene richiesto alle aziende di lavorare almeno il 50% del materiale da taglio nel sistema produttivo locale. "Un'innovazione- spiega il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd)- volta al mantenimento della filiera". (Dire)

"Il nostro giudizio sul Piano Cave della Regione Toscana non può che essere critico, per come è stato impostato e per la filosofia che c'è dietro, che tiene conto in maniera partigiana soltanto di determinati parametri, omettendone altri. Purtroppo, la versione uscita oggi dalla seduta di Commissione, penalizza l'attività economica e non tutela l'occupazione e i lavoratori delle cave, che con tutto l'indotto rappresentano un valore economico di assoluto rilievo nel panorama industriale della Toscana, con oltre 8mila occupati".

Lo dichiarano il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (FI) e il capogruppo di Forza Italia a Palazzo del Pegaso, Maurizio Marchetti. "In particolare - sottolineano Stella e Marchetti - il Piano Cave è particolarmente negativo per il comparto dei materiali da costruzione e di quelli industriali. L'impatto su queste aziende, come rilevano giustamente gli imprenditori del settore, e sulle filiere industriali collegate, avrà effetti pesanti sui livelli occupazionali diretti e su quelli dell'indotto, e ovviamente sul gettito fiscale che il settore produce.

Il rischio, poi, è che si accentuino fenomeni di impatto ambientale come il ritardato ripristino dei siti estrattivi e l'incremento dei traffici per il reperimento fuori regione dei materiali".

Gli emendamenti presentati da Forza Italia sono stati bocciati dalla maggioranza di centrosinistra. "Il mancato accoglimento delle nostre proposte - osservano i consiglieri di Forza Italia - creerà una compressione delle attività estrattive con conseguenza negative per volume di lavoro e occupazione. I gestori delle cave non potranno presentare varianti triennali, ma solo annuali, che non consentono la programmazione d'impresa. I paletti fissati sono eccessivamente restrittivi. Hanno respinto anche la nostra proposta di escludere dal computo dei volumi le parti abbattute e scavate per la messa in sicurezza del cantiere e la risistemazione ambientale non strettamente riferite alla lavorazione. Questo Piano Cave penalizza inutilmente e ingiustamente gli imprenditori".

In evidenza