Congressi PD: ancora in bilico i risultati in Toscana

I due maggiori competitor, Martina e Zingaretti, sono distaccati da una manciata di voti. La deputata Di Giorgi: “Il Pd deve essere cardine e protagonista dell'alleanza fra forze europeiste”. Enrico Rossi: «Sinistra sia consapevole della partita che si apre»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 gennaio 2019 22:23
Congressi PD: ancora in bilico i risultati in Toscana

A Firenze, spiegano fonti parlamentari, dove hanno votato 2.937 iscritti Martina e' in vantaggio con il 46,5% e Zingaretti 34,2%. Nella provincia di Pistoia, dopo il voto di 30 circoli su 49, Martina e' avanti con il 49,2% (574 voti) contro il 37,3% di Zingaretti (435 voti). Premiano il governatore del Lazio le province di Pisa e Livorno mentre Martina e' avanti a Empoli.

Commentano dal Comitato Zingaretti: "Si conferma una spinta al cambiamento in tutta la Regione, con punte di consenso nelle Province dove il PD ha subito pesanti sconfitte nel recente passato. Questi territori sanno quanto cambiare passo sia fondamentale per tornare a parlare ai cittadini e alle cittadine. Dalla nostra Regione partirà una nuova stagione per il PD, per il Centrosinistra e per il Paese."

I passaggi congressuali sono  un’importante occasione di verifica del consenso. Solo nel territorio fiorentino andranno al voto amministrativo, in questo 2019, 35 comuni, di cui 14 sopra i 15 mila abitanti.

“Ho firmato Manifesto per la costruzione di una lista unitaria delle forze politiche e civiche europeiste perché condivido assolutamente l'idea di creare un'alleanza per la crescita basata sul welfare e sull'affermazione dei diritti, nel rispetto della persona. Bene dunque Calenda, bene Gentiloni e Zingaretti che hanno immediatamente condiviso questo approccio” dichiara la Deputata del Partito Democratico Rosa Maria Di Giorgi “Le sconfitte subite nelle recenti elezioni politiche e amministrative devono spingere tutti noi sull'unica via possibile: contro i sovranismi e i populismi che vogliono cambiare il dna della nostra Europa è necessario che tutto il mondo del centrosinistra si saldi intorno ai valori di sviluppo sostenibile, di equità, di solidarietà nazionale e sovranazionale ” sottolinea Di Giorgi, che conclude: “Sono convinta che solo attraverso l'integrazione ed il confronto fra culture si possa garantire una crescita duratura ed inclusiva.

E sono certa che proprio dall'Italia possa ripartire un movimento plurale che, riaffermando con forza i valori fondanti della Comunità Europea, contribuisca a ridisegnarne il profilo e la missione, per affrontare le sfide che la globalizzazione ci pone quotidianamente di fronte”.

«Ieri, insieme ad altre cento persone della politica e della società civile, abbiamo lanciato l’appello per una lista unitaria delle forze europeiste per le prossime elezioni europee -scrive su Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana- Sono convinto di avere fatto la cosa giusta. Le elezioni europee hanno un'importanza epocale per la nostra democrazia. Le forze sovraniste e illiberali vogliono portare l'Europa alla paralisi e alla disgregazione; mentre in Italia Salvini domina incontrastato con i suoi gregari del M5stelle, entrambi alleati della peggiore destra europea e internazionale.

Se queste forze vincessero anche in Europa, gli effetti sarebbero disastrosi e incalcolabili sulle vite di milioni di donne e uomini, sul futuro dei giovani, sulla pace. La sinistra deve avere la consapevolezza della partita che si apre. Non mi pare che ad oggi ci siano le condizioni per creare due o più liste di area di centrosinistra, divise e in conflitto tra loro, che abbiano qualche possibilità di successo. Anche perché la soglia del 4 per cento farebbe correre il rischio di disperdere i voti.

Invece, un messaggio unitario mi convince; può essere la novità di cui ha bisogno una parte importante dell’elettorato italiano, che per ora non si schiera e non trova attrattiva nessuna proposta. L'unità di socialisti, liberali, cattolici democratici e verdi, secondo modalità che toccherà a partiti e movimenti stabilire, è un punto di partenza per una strategia comune, per una lotta che rinnovi i fondamenti della civiltà europea, mettendo al centro la questione sociale e il tema dell’eguaglianza, insieme a quello delle libertà e dell’unità dell’Europa.

Questo ovviamente non impedisce alla sinistra di organizzarsi autonomamente. MDP, a mio parere, deve costituirsi in partito del socialismo in grado di intervenire all’interno della lista unitaria e di dialogare con quella parte di sinistra del PD che si riconosce in Zingaretti. Dopo le elezioni del 4 marzo avevo detto che occorreva andare oltre Leu e oltre il PD per costruire una nuova grande forza socialista in Italia.

È un obiettivo che considero ancora valido. Ma oggi, di fronte a scadenze politiche ineludibili, siamo chiamati a conciliare le nostre ragioni con quelle del dialogo con persone diverse da noi e con altre forze democratiche; se vogliamo accettare per vincere, o almeno non essere travolti, una sfida politica che riguarda i fondamenti della nostra civiltà. La proposta unitaria per le elezioni europee può inoltre dare un contributo anche alla costruzione di larghe alleanze, aperte anche a forze civiche, per le elezioni amministrative di primavera, nelle quali i democratici devono battersi come un sol uomo per impedire che altre città e comuni finiscano nelle mani di una destra estrema e spesso post-fascista.

L’opposizione ai nazionalpopulisti della Lega e del M5stelle esiste nel Paese ed è grande. Alle forze politiche democratiche più responsabili spetta il compito di darle punti di riferimento unitari e costruire alternative convincenti. La sinistra, se venisse meno a questo dovere, finirebbe per rinnegare tutta la sua storia e si condannerebbe all’irrilevanza».

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