Panificio Toscano in regola, lo dicono i sindacati

Su Contratto di lavoro, livelli retributivi e mansioni la Flai Cgil: “Tenere assieme certezza del posto di lavoro, corretti inquadramenti e rispetto del contratto collettivo di riferimento”. Superlativa di Prato: i lavoratori sempre in sciopero

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2019 14:55
Panificio Toscano in regola, lo dicono i sindacati

Firenze, 12-7-2019- Fino a mercoledì continuerà il presidio di SiCobas di fronte l'azienda pratese Panificio Toscano Srl e lo stato di agitazione dei lavoratori. Nei giorni scorsi però le segreterie nazionali di Flai-Cgil e Uila-Uil hanno sottoscritto con l’azienda un accordo in cui si da atto al Panificio Toscano di essere in regola per quanto riguarda l’applicazione del contratto di lavoro. Nello specifico i sindacati, dopo aver visitato entrambi gli stabilimenti, hanno concordato che "la definizione del settore produttivo dell’azienda debba essere rimandata al momento in cui sarà rinnovato il contratto nazionale di lavoro”.

"E’ quello che avevamo già detto e che ora trova conferma anche nelle parole dei vertici nazionali di Cgil e Uil -affermano dall'azienda pratese- Nel contempo i sindacati danno atto al Panificio Toscano di aver intrapreso e concluso il percorso di adeguamento dei livelli e delle mansioni che ha portato a 37 passaggi di livello, in misura superiore ai 30 previsti. Con i sindacati abbiamo infine concordato di avviare dal mese di settembre un percorso di contrattazione di II livello volto a migliorare le condizioni economiche e normative dei lavoratori.E’ la conferma che in un clima di confronto e collaborazione tra azienda e rappresentanze sindacali si possono trovare i corretti strumenti per ottenere i risultati attesi.

Ci auguriamo che questa possa essere per tutti la strada da perseguire evitando, come invece ancora succede, forme di protesta che hanno il solo scopo di danneggiare l’azienda, anche diffondendo informazioni false e nocive per l’interesse dell’azienda e dei lavoratori stessi".

"In questi giorni la stampa ed i mezzi di informazione stanno dando il giusto spazio e risalto alle questioni del Panificio Toscano -intervengono il Segretario Generale Flai Cgil Pistoia e Prato Francesco Baccanelli e il Segretario Generale Flai Cgil Firenze Mirko Borselli- e questo è un bene. Quando il lavoro e le condizioni di lavoro si prendono la scena e fanno discutere la società civile e l'opinione pubblica non possiamo, come Cgil che, esserne soddisfatti. Fare il sindacalista, espressione di una categoria di un sindacato generale, è per noi quel ruolo che tutela e cerca di migliorare le condizioni dei lavoratori principalmente attraverso il confronto e la contrattazione, utilizzando tutte le forme di mobilitazione utili e necessarie per raggiungere l'obiettivo e conservando anche il loro posto di lavoro. Quindi se vogliamo stare al merito della vertenza quello che abbiamo cercato di fare al Panificio Toscano, e che continueremo a fare nell’interesse di tutti i lavoratori, è tenere assieme certezza del posto di lavoro, corretti inquadramenti e rispetto del contratto collettivo di riferimento. Il percorso che porta alla risoluzione del contratto d’appalto e l’assunzione diretta con la reinternalizzazione di circa 120 lavoratori, allora “soci” di sedicenti cooperative che operavano all’interno della produzione e della logistica, da parte del Panificio Toscano è cominciato due anni fa attraverso un accordo sindacale ottenuto e siglato da Flai e Uila. L’accordo prevede, oltre che l’assunzione a tempo indeterminato con il contratto collettivo nazionale della panificazione, anche la revisione delle qualifiche professionali di inquadramento che ha portato ad oggi all’avanzamento professionale di 40 dipendenti. Rispetto alle rivendicazione sul passaggio all’industria abbiamo scritto e dichiarato in tutte le sedi, anche istituzionali, che per quanto ci riguarda quel tipo di attività con quel numero di dipendenti è da considerarsi industriale e chiesto l’intervento delle strutture sindacali nazionali per interpretare il contratto.

Il contratto è in fase di rinnovo e la trattativa verte anche sulla modifica di quell’articolo, risalente a metà degli anni ‘80, che dovrebbe spiegare cosa è da considerarsi industriale e cosa artigianale. Ma appunto una norma tanto datata, in un mondo del lavoro che nel frattempo è cambiato radicalmente, non ha permesso di raggiungere un’interpretazione univoca rimandando la decisione al rinnovo del contratto e alla conseguente revisione di quella norma. Nel frattempo, però, come organizzazioni sindacali non ci siamo accontentati di attendere il rinnovo ma proprio il 10 luglio abbiamo siglato un accordo con l’azienda che apre ad un percorso di contrattazione aziendale per il riconoscimento di un salario per obiettivi e l’introduzione di indennità economiche specifiche. Stiamo già lavorando alla piattaforma da inviare all’azienda dopo il confronto e l’approvazione dei lavoratori, così come il normale processo democratico sindacale prevede, perché attraverso la contrattazione e forti del consenso delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo si riesca a migliorare le condizioni dei lavoratori, in attesa che il prossimo rinnovo chiarisca inequivocabilmente il comparto di appartenenza proprio nel rispetto di quel contratto collettivo nazionale invocato in questi giorni da tante parti". 

“Le dichiarazioni di oggi, ci ricordano molto quelle di 12 mesi fa quando Panificio Toscano, secondo i sindacati, era in regola rispetto all'utilizzo di cooperative spurie che sparivano una dopo l'altra con in tasca i soldi dei lavoratori -ribattono Sarah Caudiero e Luca Toscano di SiCobas Prato-Firenze- Cambiarono idea dopo che la Procura di Firenze, pochi giorni dopo i nostri scioperi, indagava Panificio Toscano Srl per irregolarità nel rapporto tra lo stesso e le cooperative fornitrici di manodopera.

Ad ottobre 2018 i lavoratori furono tutti internalizzati e assunti direttamente da Panificio Toscano. O ancora, era tutto in regola quando i lavoratori scioperavano contro l'utilizzo del contratto Multiservizi all'interno del Panificio. Sempre ad Ottobre, però, CGIL e UIL, dopo i nostri scioperi, firmavano un accordo sindacale per riconoscere a tutto il personale i contratti della Panificazione. Oggi è regolare che solo 37 lavoratori su 138 abbiano diritto ad un giusto livello di inquadramento.

E' regolare che dopo anni di lavoro qualificato si continui a lavorare per circa 5,50 euro netti l'ora. E' regolare che un azienda produce per la grande distribuzione organizzata dei supermercati Unicoop del centro-nord Italia paghi retribuzioni e contributi come se fosse il fornaio sotto casa nostra. Mentre siamo in attesa del tavolo in Prefettura del 17, CGIL e UIL hanno firmato un accordo “separato” con l'azienda che non sancisce alcun miglioramento delle condizioni contrattuali dei lavoratori e accetta la realtà già in essere.

Perchè? Forse CGIL e UIL farebbero bene a venire a parlare con i lavoratori che sono in sciopero, a chiedergli cosa fanno in azienda e verificare se i loro livelli di inquadramento sono corretti. Scoprirebbero che se i lavoratori sono al quinto giorno di sciopero e da due notti dormono davanti all'azienda per protesta dopo essere stati picchiati dalla polizia, forse, qualche motivo c'è”.

Intanto alla Tintoria Superlativa ricomincia lo sciopero dopo la riapertura dell'azienda. Nella notte di ieri i lavoratori sono tornati davanti ai cancelli, dalle 23 alle 4 del mattino per richiedere la regolarizzazione dei contratti.

"Alla Superlativa si lavora in maniera irregolare per garantire il massimo sfruttamento -intervengono da Potere al Popolo- Contratti di due ore per lavorarne 12, persone assunte completamente a nero, turni inesistenti sulla carta, nessuna assicurazione in caso di infortunio o malattia. Non lo dice il SI Cobas Prato e Firenze che ha organizzato la protesta, no.

Lo dice l'Ispettorato del lavoro che ha organizzato un controllo a sorpresa dopo gli scontri di qualche giorno fa. A questo punto ci chiediamo: se i lavoratori che hanno scioperato avevano ragione, perchè caricarli, perchè massacrarli di botte, utilizzando uomini e mezzi per sciogliere il picchetto. Da che parte sta la prefettura di Prato? Quella di chi reclama un lavoro degno, o quella di chi con il diritto del lavoro ci si pulisce il sedere?"

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