Non ovunque si ascoltano i pazienti dimessi dagli ospedali, dopo un ricovero ordinario, per raccogliere le loro impressioni. La Toscana lo fa, dal 2018, con l’aiuto del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Sant’Anna di Pisa; e l’esperienza, la prima in Italia e tra le prime in Europa, ha fatto in questi anni scuola ed è stata presa a modello da altri: dalla Lettonia, dal Veneto, dall’azienda ospedaliera di Terni da questo mese e presto anche dall’Aou Sant’Andrea di Roma e dai presidi ospedalieri dell’Asl di Bologna in Emilia Romagna.
Due Paesi, tre Regioni, ottanta stabilimenti pubblici in tutta la nazione monitorati e dieci tra i privati accreditati in Toscana. Dal 2021 l’Italia ha aderito anche ad un progetto internazionale di valutazione dell’esperienza dei pazienti che riguarda la sanità territoriale (Veneto, Toscana, Asl di Bologna e la Puglia con solo l’Asl di Taranto sono le Regioni coinvolte al momento) e il modello scelto è di nuovo stato quello toscano del MeS.
L’organizzazione sanitaria è fatta di numeri: tante volte si analizzano i dati dei pazienti. In questo caso cambia però la prospettiva e si prova a vedere la sanità pubblica e i servizi resi negli ospedali con gli occhi dei pazienti. E’ questo l’obiettivo dell’osservatorio permanente Prems, di cui stamani, venerdì 9 giugno, è stato presentato il report annuale nell’auditorium di Sant’Apolonnia di Firenze, con ospiti e relatori anche internazionali.
Ospedali promossi: i numeri
L’osservatorio riesce a fornire informazioni continue e in tempo reale. Ne viene fuori un giudizio sostanzialmente positivo della realtà ospedaliera regionale: l’assistenza ricevuta raccoglie mediamente 89 punti su cento e il 92,4 per cento raccomanderebbe la struttura ad amici e parenti. Per oltre il 66 per cento il giudizio è completamente positivo: solo l’1 per cento si dichiara completamente insoddisfatto. Qualche criticità in più viene rilevata riguardo la valutazione della gestione delle paure, ansie e il coinvolgimento del paziente: l’ottimo si ferma poco sotto il 65 per cento.
Dal 2018, in cinque anni, sono stati coinvolti in Toscana 355.439 pazienti e raccolti 96.682 questionari. Nel 2022 il numero dei reparti coinvolti è cresciuto (da 407 a 408) e i pazienti dimessi dall’ospedale che hanno aderito lasciando i loro contatti per partecipare all’indagine sono stati 122.288, più di quattro su dieci, rispetto ai 64.824 del 2021 (uno su quattro). Quasi il 13 per cento dei pazienti ha dunque espresso la sua opinione e fatto sentire la propria voce.
Nel 2022 in Toscana sono stati raccolti quasi 36 mila questionari e resi disponibili in tempo reale ai professionisti grazie ad una piattaforma web personalizzata. L’Asl Nord Ovest pubblica i risultati on line sul proprio sito, in maniera trasparente: è stata la prima a farlo. La Toscana Sud Est lo fa internamente tra gli addetti ai lavori, sulla propria rete intranet.
L’opinione dei pazienti per migliorare i servizi
Questi dati sono un patrimonio di informazioni enorme da valorizzare. “La Toscana è stata la prima Regione in Italia a mettere al centro il paziente anche nell’ascolto delle sue opinioni e di eventuali rilievi critici: una delle esperienze più autorevoli a livello europeo – ricorda l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini - 30.000 pazienti non solo hanno compilato il questionario, dal 2018, ma hanno anche rilasciato ulteriori commenti”.
“Si tratta – prosegue l’assessore – di un patrimonio di informazioni utile a migliorarci. Serve a rispondere alle criticità migliorando l’organizzazione sanitaria, ma anche a valorizzare il personale che costituisce una ricchezza della nostra sanità pubblica. La stragrande maggioranza dei commenti rilasciati ha infatti una valutazione positiva e ai professionisti, medici, infermieri ed operatori socio sanitari, va riconosciuto il merito di questa attenzione positiva al paziente”.
“L’ascolto del paziente e le forme di partecipazione dei cittadini non sono un peso, ma uno strumento di governo che qualifica – ribadisce Bezzini , rivolto alla direzioni aziendali, al termine della mattinata - Non è scontato ed è un grave errore pensare il contrario. Le informazioni che raccogliamo, come anche quelle di oggi, sono funzionali se diventano uno strumento di lavoro: se le utilizziamo per alzare l’asticella, per aggiornare obiettivi e strategie o per stimolare ulteriori momenti di monitoraggio. Ascoltare consolida anche il rapporto di fiducia con i cittadini.”
“Dal 2017 la Scuola Sant’Anna ha investito in una nuova modalità per raccogliere l’esperienza dell’utente, in modo sistematico e permanente – racconta Milena Vainieri, responsabile del Laboratorio Mes – Emerge come queste informazioni possono avere un impatto concreto sul miglioramento dei servizi”. “L’ascolto dell’utente – prosegue - fa la differenza. Nella quotidianità spesso i professionisti non si accorgono di elementi che invece sono rilevanti per gli utenti nell’esperienza di cura. Ascoltarli in maniera sistematica riesce a far alzare la testa”.
“Si registra una grande partecipazione da parte del pubblico – interviene Sabina de Rosis, ricercatrice del MeS al Scuola Sant’Anna - I cittadini vogliono dire la loro: più di 120 mila persone che hanno scelto di farsi contattare nel 2022. La Toscana emerge come una regione centrata sul paziente e lo è stata anche negli anni più critici della pandemia. All’interno delle singole aziende, tra un reparto ed un altro, risaltano però differenze e di questo va tenuto di conto per un’analisi che sia alla fine davvero utile”. “Uno degli aspetti critici segnalati dai pazienti - conclude – è sicuramente la voglia di essere più coinvolti nelle decisioni che riguardano la salute e il trattamento medico e terapeutico. Chiedono anche maggiore attenzione verso gli accompagnatori dei pazienti, una sensibilità emersa in modo significativo dopo l’emergenza Covid”.
Pisa
Il percorso oncologico della mammella nell’area vasta nord ovest offre servizi al top a livello nazionale. E’ emerso nel corso di un incontro sulla valorizzazione delle buone pratiche che si è svolto nei giorni scorsi nella sede del Laboratorio MeS della Scuola Superiore Sant’Anna a Pisa.
A partire dal 2019, infatti, il MeS ha promosso una linea di attività strettamente connessa alla valutazione della performance, finalizzata proprio a valorizzare le pratiche organizzative che generano i risultati migliori. Per il 2022 è stato preso in esame, appunto, il percorso oncologico della mammella, per individuare le buone esperienze di assistenza in varie Regioni.
Ci si è infatti basati sulle evidenze quantitative fornite dal programma nazionale esiti (Agenas) per gli anni 2020-2021 e sugli indicatori del sistema di valutazione del Network delle Regioni (dati 2019-2020-2021). Gli indicatori selezionati ed estratti per l’individuazione delle bune pratiche a livello aziendale sono 12, di cui 11 provengono dal sistema del Network delle Regioni e 1 dal Piano Nazionale Esiti.
Sono state valutate 50 aree di 11 regioni e pubbliche amministrazioni italiane (Basilicata, Friuli, Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, PA Bolzano, PA Trento, Umbria e Veneto) e al termine di questo attento lavoro all’area vasta nord ovest, alle sue attività ed ai suoi professionisti, molti dei quali presenti al MeS, è stato assegnato un significativo riconoscimento.
“E’ stata effettuata un’attenta analisi - si legge nell’attestato consegnato ufficialmente a Azienda USL Toscana nord ovest e Aoup - dei risultati ottenuti lungo tutte le fasi monitorate nel sistema di valutazione delle performance per il percorso del tumore maligno al seno nell’anno 2021. La valorizzazione avviene mediante il confronto tra i professionisti coinvolti nel percorso e gli esperti delle organizzazioni sanitarie al fine di riconoscere, promuovere e mettere in luce i fattori di successo riscontrati. Le migliori performance complessive del percorso per il tumore al seno nel network delle regioni sono state ottenute da Area vasta nord ovest – Regione Toscana”.
Nel corso del workshop sulle buone pratiche che si è svolto martedì 6 giugno a Pisa i professionisti di Asl Toscana nord ovest e di AOUP hanno espresso soddisfazione per il riconoscimento ricevuto e hanno illustrato alcune esperienze e pratiche che sono alla base dei buoni risultati conseguiti.E’ stato evidenziato come le modalità di erogazione dei servizi siano ovviamente molto differenti tra loro - più “concentrate” in Aoup, più diffuse nella Asl - ma ugualmente efficaci, come ha dimostrato la valutazione MeS.Nello specifico nell’Asl Toscana nord ovest, le attività di un percorso sicuramente virtuoso sono dislocate in 13 diverse sedi, con una copertura della rete assai capillare.
Anche le Breast Unit (centri di senologia multidisciplinare) nell’Azienda sanitaria sono presenti in più territori - Livorno, Lucca, Massa, Pontedera, Versilia – sempre con performance di grande rilevanza. Per una donna con tumore al seno avere a disposizione una Breast Unit vuol dire essere “presa per mano” da un team di specialisti per l’intero percorso di malattia. Non più quindi pazienti che inseguono specialisti, ma donne accompagnate da un’equipe che riunisce e assicura tutte le professionalità necessarie all’attività diagnostica e terapeutica. Quindi, non solo l’oncologo e il chirurgo senologo, ma anche il radiologo, il chirurgo plastico, il radioterapista, lo psico-oncologo, il fisiatra, il medico nucleare, l’anatomopatologo, varie altre figure sanitarie e tutto il personale infermieristico dedicato.
In Aoup ad esempio la peculiarità sta proprio nel fatto che i circa 700 nuovi casi l’anno vengono trattati in un unico edificio da uno staff multidisciplinare integrato, all’interno di un’organizzazione strutturata in contratti di servizio che assicurano la presa in carico dall’inizio alla fine del percorso assistenziale, validato anche dalla certificazione europea, con indubbi benefici per il paziente.L’approccio multidisciplinare è la caratteristica principale di tutto il percorso oncologico della mammella nell’area vasta nord ovest.
La multidisciplinarietà è infatti oggi una realtà organizzativa indispensabile, che deve essere presente in ogni ambito sanitario e che rappresenta lo strumento per garantire il miglior trattamento nell’intento di prevenire, guarire la malattia, riabilitare al meglio i pazienti, migliorarne la sopravvivenza e la stessa qualità di vita.
In tutta l’area vasta nord ovest la cittadinanza può quindi contare, nel percorso oncologico della mammella, su una rete di servizi all’avanguardia a livello nazionale.