Ospedale di Careggi, tira aria di sciopero

Infermieri, amministrativi e tecnici: sindacati sul piede di guerra contro l'azienda sanitaria. Pretendono il rispetto del contratto integrativo siglato il 27 marzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2019 15:50
Ospedale di Careggi, tira aria di sciopero

(DIRE) Firenze, 11 nov. - All'ospedale di Careggi i sindacati sono sul piede di guerra contro l'azienda sanitaria. Pretendono il rispetto del contratto integrativo siglato il 27 marzo che sancisce il riconoscimento in busta paga entro l'anno per tutti gli aventi diritto, circa 2.700 lavoratori fra infermieri, amministrativi e tecnici, delle progressioni di fascia retributiva.

"Il tutto non è avvenuto", spiega nel corso di una conferenza stampa il responsabile aziendale della Funzione pubblica Cgil Michele Tortorelli. L'azienda ospedaliero-universitaria è tornata sui propri passi annunciando di voler applicare la progressione orizzontale su base triennale: quindi qualche lavoratore la riceverà quest'anno, qualcun altro nel 2020 o nel 2021. L'aumento retributivo vale circa 350 euro su base annua per ciascun dipendente che ne ha diritto.

La notizia è arrivata nei giorni scorsi, come ricostruisce il sindacalista Cgil. Il motivo di questo ripensamento non ha a che fare con le risorse finanziarie a disposizione da parte dell'ospedale. "Due settimane fa - aggiunge - abbiamo saputo che le cose erano cambiate non per mancanza di fondi, ma per l'applicazione tecnica di una normativa". All'origine della retromarcia ci sarebbe, secondo quanto riportano le organizzazioni dei lavoratori, l'applicazione di una disposizione legata alla riforma Brunetta della pubblica amministrazione.

La reazione è stata immediata: il 6 novembre Cgil, Cisl e Fisal hanno rotto i ponti con l'azienda e proclamato lo stato di agitazione che potrebbe concretizzarsi presto anche in uno sciopero per i dipendenti del comparto.

"Il rispetto del contratto - sottolinea il responsabile aziendale della funzione pubblica di Cisl Leonardo Martelli - per noi è essenziale. Credevamo in una unione fra lavoratori e azienda che invece oggi non abbiamo".

Martelli spiega quali sono i passi che le organizzazioni sindacali stanno prospettando per difendere le proprie tesi: "Intanto questa conferenza stampa, eventualmente lo sciopero per arrivare a qualcosa di più chiaro e rispettoso nei confronti dei lavoratori".

L'addebito maggiore alla dirigenza dell'azienda è di aver in qualche modo infranto anche un clima di fiducia che si stava reciprocamente instaurando: "Il problema - sostiene la segretaria provinciale di Fisal Maria Grazia Rizza - non riguarda soltanto la progressione di fascia, ma il fatto che non potremo più avere fiducia in dirigenti che prima firmano un contratto e a distanza di qualche mese ritrattano tutto e continuano a fare le cose come piace loro". (Cap/ Dire)

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