Orbetello: Giani firma lo stato di calamità

La Regione stanzia € 1 milione contro la moria di pesci. Scende anche il livello idrico del Lago di Porta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 Agosto 2024 22:29
Orbetello: Giani firma lo stato di calamità

Sulla superficie dell’acqua galleggiano le carcasse di migliaia di pesci, morti per il poco ossigeno e per gli effetti dei cambiamenti climatici. Il presidente della Regione Eugenio Giani ha finalmente firmato il decreto che proclama lo stato di calamità per l’emergenza della laguna di Orbetello.

“Ci siamo dati sei mesi di tempo – spiega il presidente - per mettere in campo tutto ciò che la Regione può fare per rimediare alla grave situazione che interessa uno dei luoghi più belli della Toscana, un sito di interesse nazionale”.

“A questo scopo - prosegue - la Regione metterà 1 milione di euro: 350 mila serviranno per la rimozione delle carcasse dei pesci morti a causa del surriscaldamento delle acque della laguna; altri 650 mila euro per coprire con ristori i pescatori e le altre attività, turistiche e commerciali, danneggiate nel territorio. Faremo poi tutti gli interventi strutturali necessari, come ad esempio canali che garantiscano maggiore circolazione delle acque. La Regione è impegnata fino in fondo per la tutela della laguna, un ambiente naturale unico al mondo al quale la Toscana guarda con orgoglio”.

Il WWF Italia gestisce la Riserva Naturale Statale “Laguna di Ponente di Orbetello” che è situata nella parte più settentrionale della laguna di ponente di Orbetello, al confine con la frazione di Albinia

"Non ci sono soluzioni immediate poiché si tratta di fenomeni che, una volta innescati, sono difficilmente contrastabili nei tempi brevi. Inoltre, è facile prevedere che, con il cambiamento climatico in atto, la situazione non potrà che peggiorare. Quello che va fatto nell’immediato, oltre a confidare che il vento e le condizioni climatiche aiutino a migliorare la situazione, è stato sottolineato più volte dagli organismi scientifici, da varie istituzioni coinvolte" si legge in un comunicato del WWF.

«Queste sono le conseguenze di anni di incuria» sostiene Stefano Sorci, membro dell’Alleanza Slow Food dei cuochi, anima dell’osteria di Giannella L’oste dispensa, e referente Slow Food del Presidio della pesca tradizionale della laguna di Orbetello. «Sarebbe il caso che lo Stato si muovesse in fretta per risolvere problemi che ci portiamo avanti da vent'anni. La laguna di Orbetello è un luogo bonificato e i luoghi bonificati hanno bisogno di manutenzione: se vogliamo conservare l’incredibile biodiversità che c’è da noi, farlo è urgente».

Gli fa eco Pier Luigi Piro, presidente della Cooperativa pescatori di Orbetello e referente dei produttori del Presidio Slow Food: «Stiamo vivendo una situazione simile al 2015 – esordisce –. Chi amministra ha avuto nove anni di tempo per ripristinare l’habitat e metterlo in sicurezza, ma sostanzialmente non ha fatto niente: non sono state fatte le escavazioni dei canali per il ricircolo dell'acqua, non sono stati messi gli acceleratori dei flussi e probabilmente le idrovore non hanno più forza propulsiva di quindici anni fa, perciò pompano l'acqua del mare in modo inferiore a quanto dovrebbero». Per un ambiente come la laguna di Orbetello, dove l’acqua raggiunge un’altezza media di appena un metro, poco ricambio di acqua significa andare in sofferenza per ogni sbalzo termico.

«Mezza laguna è stata danneggiata – aggiunge il presidente della Cooperativa pescatori di Orbetello – ma nell’area di ponente il pesce c’è, è buono e continua a venire pescato secondo le tecniche previste dal Presidio Slow Food, che non è a rischio. C’è meno quantità, ma sulla qualità niente da dire: è un’eccellenza assoluta». Lo conferma anche il cuoco Sorci: «Nonostante tutto, non c’è carenza di pesce. Anche stamattina l’ho acquistato, perché i pescatori sanno muoversi in queste acque». La moria di questi giorni potrebbe invece avere conseguenze sulla riproduzione delle specie e rappresentare un problema per i prossimi anni: «C’è bisogno di un ripopolamento efficace» conclude Piro.

Ancora una volta, nel corso del mese di luglio 2024, è diminuito il livello idrico del del Lago di Porta, in Versilia, una delle residue zone umide della costa toscana a nord della foce dell’Arno, scampate alle bonifiche del ‘900.

Secondo quanto riportato sul sito web istituzionale del Comune di Montignoso (24 luglio 2024), “rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (2023), l’acqua si è abbassata di circa 15 cm”, mentre la diminuzione del livello idrico sarebbe dovuta ai ridotti afflussi da un “canale emissario del Lago, dove è stata rilevato un sifonamento laterale che fa abbassare il livello dell’acqua”, tuttavia non si è a conoscenza delle cause, degli eventuali danni ambientali verificatisi e, soprattutto, dei rimedi adottati per la risoluzione definitiva delle problematiche ambientali. La preoccupazione dei residenti e dei frequentatori della zona umida è parecchia.

Già nel giugno 2020, con un’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti inviata alle amministrazioni pubbliche competenti, l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico aveva chiesto adeguate soluzioni alle problematiche ambientali e l’allora Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione generale per il Patrimonio naturalistico aveva chiesto (nota prot.

n. 46679 del 19 giugno 2020) alla Regione Toscana e ai Comuni di Montignoso e di Pietrasanta informazioni sulla vicenda e l’adozione delle “misure che si intenderanno adottare per contrastare il fenomeno di impoverimento idrico del sistema lacuale e per garantire quindi il rispetto di quanto previsto dall’art. 6, paragrafo 2, della Direttiva 92/43/CEE ‘Habitat’ e dalla Direttiva 2009/147/CE ‘Uccelli’”.

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