Open data: la Regione mette in condivisione dati e piattaforma

Il Consiglio regionale approva all’unanimità la proposta di legge per valorizzare il patrimonio informativo pubblico e diffondere la conoscenza. L’assessore ai sistemi informativi Vittorio Bugli: “Risorsa per crescita economica”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2015 19:18
Open data: la Regione mette in condivisione dati e piattaforma

FIRENZE- In linea con le più avanzate normative europee e internazionali, la Toscana si è dotata di una legge che regola disponibilità e gestione, accesso e fruibilità, riutilizzazione in modalità digitale dei dati pubblici dei quali è titolare. Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel corso della seduta di oggi, martedì 10 febbraio, la legge ha come scopo finale, ha detto l’assessore regionale ai sistemi informativi Vittorio Bugli, quello di “favorire lo sviluppo di servizi innovativi, stimolare la crescita economica e l’impegno sociale”, precisando le azioni da compiere e gli interventi da attivare.

La grande partita degli Open data, punta di lancia dello sviluppo di quella Società dell’informazione e della conoscenza, universalmente riconosciuta come obiettivo europeo per lo sviluppo dei prossimi anni, è aperta. Una partita che mira al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, al progresso sociale e allo sviluppo economico. Bugli, nel suo intervento, ha richiamato l’impegno della Giunta regionale verso la realizzazione di “un’amministrazione pubblica digitale e aperta” (Open government) “basata sulla trasparenza dei suoi atti, l’accessibilità e il riutilizzo dei suoi dati, sulla partecipazione attraverso la rete e la collaborazione tra vari livelli amministrativi, i cittadini, le associazioni e le imprese”.

Un impegno che si è rafforzato a partire dal 2013 e che ha avuto un primo step di lavoro con la piattaforma Open Toscana già operativa e in fase di grande sviluppo. Una legge, dunque, che punta a precisare le norme e i disciplinari tecnici, a rafforzare l’iniziativa verso gli altri soggetti pubblici del territorio per coinvolgerli e sospingerli verso un approccio innovativo, ad aprire ai contributi progettuali che la comunità toscana può rivolgere verso l’amministrazione. L’art.

3 della legge, ad esempio, prevede che i contratti che l’amministrazione stipula con aziende di pubblico servizio contengano clausole che li impegnino ad attenersi a queste regole. Con l’art. 7 e l’art. 8 la Toscana punta ad integrare, in questo processo di modernizzazione, tutti i soggetti pubblici e privati che possano trarre e dare vantaggi utilizzando le conoscenze. “Dati e servizi aperti aiuteranno la pubblica amministrazione digitale a crescere”, ha detto ancora Bugli. “La messa a disposizione dei nostri dati amplifica il concetto di trasparenza perché offre la possibilità di riutilizzarli, incrociarli e integrarli.

A beneficio di tutti”. “E sono dati che portano crescita: c'è chi stima un valore di 3mila miliardi di dollari degli Open Data”. “Grandi aziende come Google utilizzano da tempo i nostri Open Data. Dopo la nascita di Open Toscana anche Apple e Microsoft ne hanno richiesti”. “La legge – ha concluso – favorisce una modalità innovativa nello sfruttare tutte le potenzialità di questi dati in particolare per le imprese giovanili e all’avanguardia della Toscana”.Gli Open data come motori di innovazione, partecipazione e possibile sviluppo economico.

Ovvero dati aperti che rendono trasparenti la pubblica amministrazione, rappresentati e pubblicati in una forma già utilizzabile da più applicativi, ma anche archivi e informazioni da condividere e su cui piccole e grandi aziende, magari una delle tante giovani e innovative start up toscane, potrebbe in futuro creare una sua app. Sugli Open data, da rendere sempre più facilmente accessibili, la Toscana ha costruito un pilastro del portale Open Toscana, open.toscana.it, inaugurato a settembre: un luogo di partecipazione, un modo per avvicinare la pubblica amministrazione a imprese e cittadini, una finestra sulla pubblica amministrazione smart "che vuole incontrare chi di innovazione vive tutti i giorni": per "crescere e senza paura di contaminarsi", come ricorda l'assessore alla presidenza e ai sistemi informativi Vittorio Bugli.

Per realizzare un'amministrazione pubblica digitale e aperta serviva però una legge: quella che la giunta toscana ha licenziato a dicembre e che oggi sarà discussa dall'aula del consiglio regionale. "La Regione - ricorda l'assessore - aveva già creato una piattaforma tecnologica per la pubblicazione dei dati regionali in forma aperto e definito linee guida criteri generali in base a standard internazionali". Con la legge la piattaforma sarà ora messa a disposizione degli enti locali e dei loro consorzi, delle associazioni e delle agenzie, degli enti che dipendono dalla Regione e degli organismi privati che ne ricadono sotto il controllo, suo o degli enti locali.

La piattaforma sarà condivisa naturalmente anche con le aziende sanitarie, il territorio e i concessionari di servizi pubblici. "Ognuno potrà avere uno spazio autonomo, incrociare dati e cataloghi" dice Bugli. Il tutto naturalmente in modo gratuito, con i limiti delle norme nazionali. "Dati e servizi aperti aiuterano la pubblica amministrazione digitale a crescere. E che cresca è essenziale" conclude l'assessore -. La messa a disposizione dei nostri dati amplifica il concetto di trasparenza, perché offre la possibilità di riutilizzarli, incrociarli e integrarli.

A beneficio di tutti. Sono dati che portano crescita: c'è chi stima un valore di 3.000 miliardi di dollari degli opendata. Grandi aziende come Google utilizzano da tempo i nostri dati aperti. Dopo la nascita di Opentoscana anche Apple e Microsoft ne hanno richiesti. Noi vogliamo esserci a tentare di sfruttare tutte le potenzialità di questi dati in modo particolare per le imprese giovani e innovative dalla Toscana che vogliamo sostenere ". Con la legge, appena approvata all'unanimità dal Consiglio, sarà ancora più facile.

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