Firenze, 21 novembre 2025 – Il contributo dei geologi come elemento chiave nella definizione di politiche, regolamenti e progettazione per la difesa e la valorizzazione del territorio. È un’opinione condivisa a tutti i livelli quella emersa dagli interventi che hanno scandito l’Assemblea 2025 dell’Ordine dei Geologi della Toscana, che ha visto darsi appuntamento a Firenze professionisti, istituzioni, università e rappresentanti del territorio. Un momento di confronto sui temi ‘interni’ alla professione, ma anche su argomenti d’interesse comune, primo su tutti quello relativo alla gestione del rischio idrogeologico, anche nel contesto del cambiamento climatico.
«L’obiettivo dell’Ordine è tutelare, ovviamente, la nostra attività professionale ma anche il valore etico della nostra professione - ha detto Marcello Brugioni presidente dell’Ordine dei geologi della Toscana -. E in questo senso l’assemblea rappresenta un momento estremamente importante di confronto, dialogo, comunicazione sui temi del nostro lavoro, sulle problematiche che investono la nostra regione, sul modo di affrontarle e su come noi possiamo portare un contributo importante nella tutela e nella valorizzazione del territorio ma anche su come proteggerci e affrontare le situazioni di criticità. Confido che il nostro lavoro sia ritenuto e sia importante per lo sviluppo di questa terra, che reputo estremamente vitale e all’avanguardia rispetto al resto d’Italia, ma anche particolarmente fragile».
«Le sessioni di oggi – ha detto Roberto Troncarelli presidente del Consiglio nazionale dei geologi - abbracciano questioni che i geologi affrontano quotidianamente: aggiornamento professionale continuo, sfide per il futuro, gestione dei rischi e delle risorse idriche, rapporti fra mondo della libera professione e mondo della pubblica amministrazione riguardo alla figura e alle competenze di noi geologi. I temi che ci riserva il futuro includono aspetti relativi a innovazione, transizione energetica, gestione sostenibile del territorio, messa in sicurezza di infrastrutture: il ruolo sociale e la responsabilità civile che in prospettiva il geologo dovrà assumere sono decisivi. Spero che giornate come questa servano a inculcare nella comunità geologica l’enorme aspettativa che la società ripone nella nostra comunità e ci aiutino a essere all’altezza di queste aspettative».
«Mi fa piacere aver iniziato il mio cammino nella giunta regionale toscana proprio con l’Ordine dei Geologi, dalla cui esperienza passa la capacità della Toscana di governare le sue fragilità e il proprio futuro – ha affermato Filippo Boni, neo assessore all’urbanistica della Regione Toscana -. Coste, colline, bacini idrici, versanti appenninici richiedono cura e conoscenza profonda: nella loro gestione, il geologo rappresenta una figura tecnica, ma anche etica, che determina la sicurezza della comunità, l’equilibrio del territorio, la qualità delle scelte. Questa figura professionale offre un contributo sempre più centrale e serve un dialogo forte per tradurre la vostra competenza in politiche, regolamenti e progettazione. Credo che si apriranno cinque anni di proficua collaborazione: da parte mia ci sarà il massimo impegno per poter collaborare perché la vostra esperienza dev’essere la bussola per il futuro».
«L’assemblea di oggi è un’importante occasione di confronto, sebbene il rapporto con i geologi sia quotidiano - sono state le parole di Gaia Checcucci, segretario dell’Autorità di bacino dell’Appennino Settentrionale -. Un momento per ascoltare e per lanciare alcune sfide che devono essere affrontate congiuntamente. Tutti i partecipanti sono portatori istituzionali di un interesse legato al territorio ma con i geologi c’è un rapporto privilegiato che ci ha fatto, ad esempio, lavorare insieme alla redazione del Pai dissesti, che proprio in queste ore sarà formalizzato in Conferenza Stato-Regioni.
Adesso ci aspetta una nuova fase di aggiornamento del Piano di gestione del rischio alluvioni; a fine anno adotteremo le mappe aggiornate che saranno accompagnate da sei mesi di consultazione. Ci aspettiamo un grande contributo da parte dell’Ordine perché crediamo che la figura del geologo possa davvero richiamare l’attenzione su alcuni aspetti critici del territorio al fine di impostare una corretta politica di prevenzione».
Sono intervenuti inoltre Massimo Fratini consigliere del Comune di Firenze, Carlo Cassaniti, presidente di Epap, e Pietro Rubellini direttore generale di Arpat: "Il geologo è lo snodo centrale per comprendere e gestire gli effetti del cambiamento climatico".