Mostro di Firenze, l'arma sconosciuta: per anni si è cercata una Beretta

Al netto delle infinite ipotesi investigative, ad aver rappresentato un faro nella notte è sempre stata lei: l'arma del delitto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2019 17:12

Una serie di omicidi che non ha mai trovato pace, nella soluzione del caso e nella memoria collettiva che dal lontano 1968, e per alcuni solo dal 1974, continua a far discutere.L'avvocato Vieri Adriani torna sul tema dell'arma del delitto proponendo una video-intervista a Romano Schiavi membro del Forensic Science Society e California Association of Criminalists nella quale il perito riesamina gli elaborati del passato, ad iniziare dalla nota perizia Zuntini, nota agli addetti ai lavori e centellinata nel corso degli anni alla maniera dei cultori della materia. Adriani incalza Schiavi su alcune riflessioni legate soprattutto all'aspetto comparativo delle valutazioni effettuate tra il finire degli anni '60 ed i primi anni '80 con quelle che erano le conoscenze e le strumentazioni dell'epoca.  E' veramente plausibile, o possibile, rimettere oggi in discussione quell'unico elemento che per 50 anni ha "messo tutti d'accordo"?Le impronte digitali attribuite ad una Beretta Calibro 22 Serie 70 Long Rifle e dunque a canna lunga potrebbero in realtà appartenere ad altre armi di tipologia significativamente diversa? L'avvocato Adriani ha messo in evidenza questo passaggio fondamentale nelle valutazioni che nell'ultimo anno sembravano aver rimesso tutto in discussione sollecitando forse l'attività investigativa a recuperare vecchi reperti per un supplemento di indagini che potesse considerarsi definitivo.Una ipotesi affascinante ed inquietante allo stesso tempo, se si pensa che potrebbe riportare la storia al primo duplice delitto, o meglio all'arma ed alla mano che ne avrebbe poi compiuti altri. 

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