Morti sul lavoro: la situazione sempre più allarmante

Dopo l'incidente in via Aretina, in cui un rider è deceduto, servono più risorse per la sicurezza stradale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2022 14:37
Morti sul lavoro: la situazione sempre più allarmante

L’emergenza morti sul lavoro non si ferma.

“Oltre al dolore e allo sconcerto di assistere da membri di una comunità alla morte di un giovane uomo, come parti sociali ci interroghiamo su quanto occorra fare per tutelare i nostri lavoratori, perché se anche in tutto il Paese si arrivasse a contare una sola morte sul lavoro, sarebbe comunque troppo”. Il commento del direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni in merito alla morte del giovane rider fiorentino non lascia spazio a dubbi sulla posizione dell’associazione di categoria: “Tutti i lavori comportano dei rischi ed è per questo che bisogna investire nella prevenzione, spendendo per la sicurezza dei lavoratori le migliori competenze e risorse, lavorando seriamente e con continuità.

Il protocollo d’intesa promosso dall’assessorato al lavoro del Comune di Firenze e sottoscritto lo scorso aprile anche da Confcommercio è stato un primo passo per mettere ordine nel settore a livello locale, in attesa di normative nazionali e comunitarie che riescano ad inquadrarlo. Quella del ‘rider’ difatti è una professione recente, che ha ancora tante sfaccettature da chiarire e sulla quale, e per la quale, da tempo assieme ai Sindacati dei lavoratori stiamo lavorando per sottoscrivere un contratto che si collochi nel terziario e che fornisca quell’inquadramento di regole necessarie all’impresa per garantire il benessere del lavoratore, un suo giusto riconoscimento e, più che mai, la sua sicurezza.

Perché se è vero che ogni professione comporta dei rischi, è altrettanto vero che è nei contratti collettivi che considerino basilare garantire la sicurezza sul lavoro, che si definiscono le regole che servono ad eliminare o ridurre al minimo gli infortuni, o peggio le morti. E quanto purtroppo è accaduto, ci conferma nella maniera più drammatica che questo lavoro intrapreso è ancora più urgente”.

Aldo Cursano, presidente della Confcommercio e della Fipe toscana, ristoratore, ha le idee chiare in proposito: “Il delivery è un fenomeno che stava crescendo negli ultimi anni ed è letteralmente esploso con la pandemia, stravolgendo equilibri economici e commerciali ormai consolidati. Ed è un fenomeno che noi abbiamo ‘accompagnato’ nella convinzione che ogni forma di somministrazione che possa andare incontro alle esigenze dei clienti vada incoraggiata, anche se comporta qualche volta uno stravolgimento delle regole del gioco.

In riferimento in particolare al ruolo dei cosiddetti ‘riders’ da tempo invochiamo una regolamentazione della loro attività che non può che essere disciplinata da un contratto collettivo nazionale di lavoro, al di là del quale c’è solo improvvisazione, scarsa tutela e, come purtroppo abbiamo dovuto constatare, rischi per la salute di chi lavora. Per questo ogni componente del sistema deve farsi carico del problema e assumersi il suo pezzetto di responsabilità. Noi come operatori della somministrazione per primi, ma anche e soprattutto le strutture che gestiscono il delivery, che si prendono una bella fetta del business trattenendosi fino al 35% di quanto corrisposto per ogni singola consegna.

Ma lasciatemi dire che anche il consumatore deve farsi carico in parte di questo servizio, perché è impensabile avere a domicilio lo stesso prodotto allo stesso costo rispetto al ristorante. Nel senso che bisogna accettare di sopportare un piccolo costo in più da destinare totalmente a chi effettua la consegna, in modo da rendere più remunerativa e meno frenetica quell’attività. È un’esigenza etica ed economica al tempo stesso”.

“Il gravissimo fenomeno delle morti sul lavoro -affermano Giovanni Galli e Federico Bussolin, rispettivamente Consigliere regionale e comunale della Lega- ha fatto, purtroppo, una nuova vittima a Firenze, dove un giovane rider ha perso la vita mentre stava facendo una classica consegna.” “E’ fondamentale, dunque-proseguono i Consiglieri-che il tema della sicurezza in ambito lavorativo, debba essere affrontato con la massima determinazione ed urgenza e tale questione non deve richiamare le coscienze di tutti solo nei giorni successivi al drammatico episodio, per poi, colpevolmente, essere completamente dimenticata, aspettando la prossima vittima.” “E’ compito delle Istituzioni-precisano gli esponenti leghisti-ognuno a seconda delle proprie competenze, attivarsi, dunque, al massimo per fronteggiare questa vera e propria emergenza che, ahimè, è quasi quotidiana.” “Certo, poi-sottolineano i rappresentanti della Lega-vi sono delle categorie di lavoratori(come, appunto, i rider) che hanno davvero poche tutele e quindi la cosa, se possibile, è ancora più rilevante.” “Insomma -concludono Giovanni Galli e Federico Bussolin- per favore, non spegniamo i riflettori troppo velocemente su vicende che, invece, dovrebbero essere costantemente attenzionate, puntando, realmente, ad elevare al massimo i livelli di sicurezza personale di chi lavora.”

Un altro incidente si è verificato attorno alle 12 di domenica mattina in Via Quona a Pontassieve, all'incrocio con Via Aretina, tra un'autovettura ed un motociclo.

"Più e più volte abbiamo puntato il dito contro l’inerzia delle amministrazioni comunali, sia di Fiesole che di Pontassieve, comuni interessati dal percorso della via Aretina. Non siamo stati ascoltati, così come non sono state accolte le istanze dei cittadini che hanno organizzato anche dei sit in per denunciare la pericolosità di alcuni tratti di via Aretina, specie dopo il drammatico incidente mortale dell'agosto scorso in località Compiobbi.

Al netto di una dinamica ancora da chiarire ed accertare, è sempre più evidente che via Aretina, specie in alcuni punti, è particolarmente pericolosa; tra questi anche l'intersezione tra via Aretina e piazza Gramsci dove spesso si verificano incidenti. Numerose le segnalazioni fatte dai cittadini, zero i provvedimenti adottati.

Fino a quando le istituzioni, tutte, continueranno con questo assordante silenzio? Senza investire risorse importanti nella sicurezza stradale, vie come l’Aretina continueranno ad essere contraddistinte da incidenti stradali, sempre più frequenti" dichiarano Alessandra Gallego, Consigliere metropolitano Fratelli d’Italia, e Giampaolo Giannelli, Portavoce Fratelli d'Italia Pontassieve e Responsabile provinciale dipartimento trasporti.

“Da gennaio ad agosto 2022 sono 677 i lavoratori che hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di 84 vittime al mese. E sono 496 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 181 in itinere. Lo scorso anno i decessi totali erano 772, quindi, apparentemente stiamo osservando un decremento della mortalità (-12,3%). Ma non possiamo fare a meno di sottolineare e ricordare come quest’anno siano quasi sparite le vittime Covid (14 su 677) che, invece, lo scorso anno costituivano tragicamente più di un terzo dei decessi sul lavoro (271 su 772). Come dire: “passata la grande emergenza Covid è rimasta l’immane tragedia delle morti sul lavoro. Quella per cui, purtroppo, non esiste un vaccino per placarla ma solo la formazione, l’aggiornamento e, soprattutto, la coscienza dei datori di lavoro del Paese”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, introduce così l’ultima indagine elaborata dagli esperti del proprio team che descrive forme e contenuti di una tragedia in continua crescita.

Un dramma che si concretizza anche nelle denunce totali di infortuni cresciute del 38,7% rispetto al 2021, arrivando a quota 484.561; con il settore della Sanità in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (65.913 denunce); seguono: Attività Manifatturiere e Trasporti.

Il dato più interessante e significativo per raccontare l’emergenza, però, rimane il rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia. L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, analizza da sempre infatti l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi otto mesi dell’anno è di 22 decessi ogni milione di occupati.

Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.

Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’Osservatorio mestrino elabora mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene così descritto – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori.

A finire in zona rossa alla fine dei primi otto mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 22 ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Umbria, Molise, Calabria e Puglia. In zona arancione: Basilicata, Piemonte, Toscana, Sicilia, Campania e Marche. In zona gialla: Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Sardegna e Lombardia. In zona bianca: Abruzzo, Liguria e Friuli Venezia Giulia.

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