Medici nella Prima Guerra Mondiale: approfondimento di Ravizza

Il volume sarà presentato alla Biblioteca Spadolini Nuova Antologia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 settembre 2022 10:27
Medici nella Prima Guerra Mondiale: approfondimento di Ravizza

"Medici in guerra. Sanità militare e memorie della Prima Guerra Mondiale" (Ravizza Editore), a cura di Riccardo Ravizza. Questo il volume che sarà presentato sabato 24 settembre alle ore 17, Sala Spadolini della Biblioteca Spadolini Nuova Antologia (Via Pian dei Giullari 36/A).

Interventi di: Cosimo Ceccuti

Francesco TonelliPietro Massimo SpagliRiccardo Ravizza“Si tratta di un diario ritrovato quasi per caso -commenta il Professor Francesco Tonelli-. Ravizza, medico militare di carriera e appassionato di storia, era in giro per mercatini alla ricerca di reperti della Grande Guerra, come appunti, diari, cartoline e lettere. In questo caso ad essere stato ritrovato è il diario di Alberto Sganga, che inizialmente non si sapeva chi fosse ma che, attraverso alcune ricerche condotte insieme a Pietro Massimo Spagli, si è scoperto esser poi diventato primario dell'Ospedale della Pace di Napoli.

Ricordo che contattai al prima volta Ravizza perché volevo pubblicare il diario di mio nonno, medico militare durante la Prima guerra mondiale e, sulle pagine di Nuova Antologia, insieme scrivemmo poi una raccolta di tutti i diari dei medici militari risalenti al periodo del '15-'18, conosciuti fino a quel momento. Ciascuno di questi reperti storici contribuisce a mettere in rilievo aspetti inediti della Grande guerra, soprattutto perché in molti casi non si trattava di militari di carriera, ma di giovani medici chiamati al fronte per necessità, che venivano strappati alla propria professione e alle famiglie.

Nelle loro pagine si colgono aspetti quasi romantici che vanno oltre la tragedia della guerra, come l'attenzione alla natura che li circonda, tipica di chi è dotato di una grande sensibilità. Alcuni di loro sono poi diventati scrittori, vincendo anche premi letterari. In certi casi però emergono aspetti più tecnici, come nel diario di Sganga che era appunto medico universitario, esperto di traumi e interventi sul cervello. Lui fu in grado di organizzare al fronte un ospedale davvero mirabile, considerando i mezzi a disposizione.

Nelle sue pagine possiamo cogliere l'entusiasmo dell'aver costruito dal niente un modello di ospedale capace di salvare la vita a molti poveri soldati, che gli si affezionano come se si fosse trattato di un parente. Ma si coglie nettamente anche il dolore dell'essere lontano dalla famiglia e dalla moglie, cui era molto attaccato. Dunque -conclude Tonelli- nelle poche pagine che compongono questi diari sono presenti molteplici aspetti, a partire dalla critica nei confronti della tragedia che l'azione militare produce sulle vita della gente, e alla violenza di una guerra che nessuno si aspettava sarebbe stata tanto truce, visto che la potenza degli armamenti militari non era ancora stata testata prima del '900.

E i medici cercano di far fronte a questa tragedia, pur mantenendo ben saldo il senso di Patria, impegnandosi a infondere forza e speranza ai giovani feriti. Ecco allora che l'importanza di questi diari sta nel dimostrare come i medici del fronte non fossero disfattisti, ma portatori di un sincero sentimento nazionale che, alla fine, sostiene la lotta, diversamente da ciò che in parallelo si verifica in Parlamento. Gli unici a mantenere dritta la barra, nella tragicità del momento, saranno proprio i medici arruolati, criticati perché non si trovavano in prima linea a combattere, quando in realtà vivevano e operavano in postazioni vicinissime al fronte.

Tanto che saranno proprio i medici militari, dopo la fanteria, a subire le maggiori perdite”.

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