Martedì 26 marzo la firma per la prima rete di imprese farmaceutiche in Toscana

Il Tar ha bocciato la delibera regionale sugli ordini dei farmaci. Question time del Capogruppo regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti: «Vogliamo sapere se esistano delle black list di farmaci e perché»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2019 14:17
Martedì 26 marzo la firma per la prima rete di imprese farmaceutiche in Toscana

FIRENZE- Il via libera è previsto domani, martedì 26 marzo, presso la presidenza della Regione Toscana. Alle 12.30 in Sala Endimione è infatti in programma la sottoscrizione del contratto che prevede la realizzazione della prima rete di imprese farmaceutiche in Toscana. I fondatori sono Molteni, Kedrion, Eli Lilly e GSK Vaccines. Saranno i rappresentanti delle prime tre imprese a firmare, mentre GSK darà il suo supporto alla rete. Lo faranno sotto i buoni auspici del presidente della Toscana, Enrico Rossi. La Regione ha infatti avuto un ruolo importante nel facilitare questo risultato, che si inserisce nel più complessivo progetto Pharma Valley and devices. Oltre al presidente Rossi saranno presenti il presidente di Confindustria Firenze Luigi Salvadori, il presidente della Fondazione Toscana Life Sciences e di RetImpresa - Agenzia di Confindustria per le reti d'impresa, Fabrizio Landi, per Eli Lilly Italia Huzur Devletsah, upcoming President and General Manager Italy Hub e Cristiano Demolli, Sesto Manufacturing Site Senior Director, per Molteni Giuseppe Seghi Recli nella sua qualità di amministratore delegato e per Kedrion Biopharma parlerà Danilo Medica, Italy Country Manager, infine per GSK Vaccines l'amministratore delegato, Rino Rappuoli. Sono stati invitati anche il sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci e i rappresentanti dell'aeroporto di Pisa, che svolgerà un ruolo fondamentale nella commercilizzazione dei farmaci prodotti in Toscana, dell'Interporto Amerigo Vespucci e dell'Autorità portuale di Livorno.

«Sui farmaci il Tar toscano boccia le forzature che la giunta regionale tenta di imporre e fa cadere i divieto di utilizzare prodotti biologici diversi da quelli aggiudicati secondo quanto era invece contenuto nella delibera 194 del 26 febbraio 2018 avente oggetto Percorso gestione ordini di farmaci e relativo allegato. Per il tribunale amministrativo, interessato dalla questione per via di un ricorso presentato da Roche spa, quella delibera è da annullare e le argomentazioni del ricorrente da accogliere.

La sentenza è di ieri, e proprio nelle stesse ore io ho depositato un question time esattamente su questo e per sapere se in Toscana esistano delle black list di farmaci, semmai per quali medicamenti e per quale motivo»: a dare la notizia della sentenza è il Capogruppo di Forza Italia Consiglio regionale Maurizio Marchetti. Il pronunciamento, pubblicato appunto ieri con numero 00400/2019, arriva dalla seconda sezione del Tar a seguito del ricorso numero di registro generale 697 del 2018 avanzato, si diceva, da Roche Spa contro la Regione Toscana. Ancora una volta l’oggetto del contenzioso sono farmaci biologici e l’orientamento delle scelte prescrittive.

I giudici accolgono il rilievo di Roche secondo cui «le direttive emanate dalla Regione Toscana, nella parte in cui impongono l’utilizzo esclusivo dei farmaci aggiudicati, stabilendo che non possano essere richiesti ed utilizzati prodotti diversi da quelli aggiudicati se non previa specifica richiesta e successiva autorizzazione […] sono manifestamente illegittime in quanto elaborate in palese contrasto con quanto previsto dalla normativa nazionale vigente» e che non consente «la sostituibilità automatica tra farmaco biologico di riferimento e un suo biosimilare né tra biosimilari», lasciando la scelta prescrittiva al medico. «L’atto impugnato però – spiega Marchetti – procede in direzione differente.

E’ una forzatura di quelle a cui poi di solito fanno seguito comunicati di giubilo da parte della giunta per il risparmio ottenuto. Eppure, ricorda la sentenza, “la biosimilarità non è mai piena sovrapponibilità”. Fatto sta che, mentre in nome del contenimento dei costi si cerca di imbrigliare l’imbrigliabile, ovvero la somministrazione della terapia ritenuta migliore dal medico, la spesa farmaceutica ospedaliera nell’ultimo anno è comunque aumentata di 14,7 milioni di euro, mentre cala del 4% la spesa farmaceutica territoriale.

Non c’è congruenza nell’andamento del settore. Qui si cerca di tirare leve improprie, e a dirlo ora non siamo solo noi ma anche la magistratura. E io questo caso lo porto in aula».

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