M5S Firenze: gettoni, doppi gettoni, interessi e ricorso al Tar

La replica del PD arriva a fine serata: "Incapaci di confrontarsi con i problemi reali della città"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2015 14:18
M5S Firenze: gettoni, doppi gettoni, interessi e ricorso al Tar

Le consigliere del Movimento 5 Stelle Arianna Xekalos e Silvia Noferi tengono fede alla promessa della campagna elettorale "Apriremo Palazzo Vecchio come una scatoletta" e quello che hanno trovato fa parte di un memoriale presentato all'indomani dell'approvazione del nuovo regolamento che stabilisce l'operato dell'Assemblea cittadina.Un lungo lavoro preparatorio iniziato in Commissione Affari Istituzionali presieduta dall'ex grillina, Miriam Amato, e che ha visto più di 40 sedute "per un costo totale di circa 25.760 Euro".

"Leggendo i verbali di questa Commissione - raccontano le consigliere pentastellate - soprattutto gli orari di entrata e uscita dei consiglieri, abbiamo notato che la permanenza in seduta in alcuni casi si aggirava sui tre minuti, altri cinque, qualcuno anche dieci, altri ancora uscivano per andare ad assicurare il numero legale in altre commissioni e poi tornavano tanto da percepire doppio gettone di presenza. Per questo abbiamo presentato già a luglio una serie di esposti alla Corte dei Conti, per verificare se tutto ciò e molto altro, sia lecito"."In Commissione avevamo capito - proseguono - che la maggioranza non aveva nessuna intenzione di fare un regolamento condiviso con tutte le forze politiche: nessuna concessione al dialogo per limitare al massimo gli strumenti dell’opposizione. La stessa scelta del Presidente della Commissione, per la quale avevamo chiesto la sfiducia, è stata strategica per il PD di Palazzo Vecchio. Un Pd che ha utilizzato come scusante il continuo e spesso inutile ostruzionismo di alcune forze di opposizione, per imbavagliare l’opposizione.Abbiamo presentato 68 emendamenti, tutti motivati da riferimenti di Legge e Statuti, senza mai fare ostruzionismo fine a sé stesso: abbiamo infatti dichiarato in apertura che non avremmo votato gli emendamenti di questa natura, cercando di ristabilire un equilibrio fra maggioranza e minoranza, nel rispetto della democrazia. Nessun emendamento da noi presentato è stato accettato, neanche quelli con cui chiedevamo il semplice rispetto della legge, come nel caso dell’art.39 sui diritti di informazione e accesso dei consiglieri, quando chiedevamo di inserire “entro 30 giorni” come previsto dal Testo Unico sugli Enti Locali ed hanno votato in blocco no, adducendo la giustificazione che “sarebbe stato pleonastico”. Stessa cosa per l’emendamento dell’art.

68 comma 3 con cui chiedevamo l’impossibilità per il Presidente del Consiglio di commentare le idee politiche espresse dai vari gruppi consiliari o di inserire una formula per stabilire che il Presidente nell’esercizio delle sue funzioni debba ispirarsi ai criteri di imparzialità, intervenendo a difesa delle prerogative del Consiglio e dei diritti dei Consiglieri: si tratta di principi che tutti dovrebbero rispettare, ma a quanto pare al Partito Democratico non piace scriverli nero su bianco"."Il culmine si è raggiunto nella discussione all’emendamento all’art.

2 che regola in materia di arrotondamenti, ossia per stabilire il numero dei consiglieri trasformando una frazione in numero intero (esempio: due terzi dei consiglieri in una commissione di otto membri quanti consiglieri sono?). Avevamo chiesto di arrotondare per difetto. Ci hanno detto che la Legge dispone che sia sempre per eccesso, anzi sempre alla cifra intera superiore qualunque sia la cifra decimale dopo la virgola, ma leggendo la Sentenza 363 del Consiglio di Stato che ci hanno portato a prova, non ci sono dubbi di interpretazione, la Legge non dispone nulla di simile. In alcuni casi avevamo anche chiesto di uniformare il Regolamento allo Statuto visto che adesso fra Statuto e Regolamento del Comune di Firenze ci sono degli articoli in netto contrasto fra loro, ma non sono stati ad ascoltare, devono aver considerato che non fosse importante.

È il caso dello scrutinio segreto nei casi in cui le votazioni riguardino persone, lo Statuto lo prevede ma il Regolamento no. In effetti tutti i Presidenti e i Vice-Presidenti di Commissione ad inizio consiliatura, alla presenza della Presidente del Consiglio, che dovrebbe garantire l’osservanza del Regolamento, sono stati scelti per acclamazione lasciando l’urna inutilmente vuota in esposizione sul tavolo"."Ma i casi più eclatanti si sono verificati nelle votazioni degli emendamenti che riguardavano la Commissione Affari Istituzionali e il Gruppo Misto, ambedue nella sfera di interesse della consigliera Amato, che sentitasi evidentemente coinvolta si è abbandonata durante la seduta ad un intervento molto emotivo contro il M5S, cosa che comunque non le ha impedito di votare emendamenti in cui era in palese conflitto di interessi (TUEL art.78 c.2) essendo lei Presidente della Commissione Affari Istituzionali e unica componente del Gruppo Misto a Palazzo Vecchio. Il risultato è stato che non è passata la possibilità di sfiduciarla come Presidente, rimanendo evidentemente persona gradita al Partito Democratico e sacco pieno per quanto riguarda la possibilità di percepire un gettone di presenza aggiuntivo in quanto Coordinatrice del Gruppo Misto (ricordiamo che è la sola componente) oltre alla partecipazione e voto alle assemblee vietate ai consiglieri “normali” e ai cittadini"."Abbiamo chiesto di permettere ai cittadini di poter partecipare alla Conferenza Capigruppo, ascoltare le registrazioni audio che devono essere obbligatoriamente registrate in ogni seduta delle Commissioni, poter intervenire in Consiglio Comunale se autorizzati dal Presidente su richiesta di uno o più gruppi consiliari e poter esibire cartelli, striscioni o altri messaggi come libera manifestazione del pensiero.

Non è stato approvato nessun emendamento"."La cosa ancora più assurda – concludono le consigliere del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi ed Arianna Xekalos – è che immediatamente dopo la votazione del nuovo Regolamento di cui ricordiamo la votazione: PD a favore, SEL/FRS e Gruppo Misto astenuti, contrari M5S, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la lista civica La Firenze Viva, è stato presentato un ordine del giorno per rimandare in Commissione la discussione sugli argomenti a capo delle Commissioni Consiliari. Avevano appena approvato un documento di cui riconoscevano esplicitamente che non era esaustivo. Per tutti questi motivi il Gruppo Consiliare fiorentino del M5S ha deciso di presentare ricorso al TAR".In tarda serata il gruppo PD respinge e contesta le dichiarazioni del M5S sul nuovo regolamento del Consiglio comunale: "Le dichiarazioni delle consigliere del M5S sono francamente stupefacenti.

Da una parte si denuncia addirittura alla Corte dei Conti il costo per le riunioni della Commissione Consiliare che ha svolto un serio e rigoroso lavoro di approfondimento e di confronto e dall’altro si lamenta la mancanza di dialogo e la volontà di ostruzionismo della maggioranza nei confronti dell’opposizione. Salvo poi ricorrere di nuovo all’attacco personale nei confronti della presidente della Commissione, rea di aver abbandonato il Gruppo del M5S per confluire nel Gruppo Misto.

Tutte beghe interne a questo Gruppo d’opposizione che nulla hanno a che fare con il merito di una discussione sui reali contenuti del nuovo Regolamento che consentirà di migliorare l’attività del Consiglio dando una maggiore efficacia alla sua funzione deliberativa e di confronto politico, nel pieno rispetto delle minoranze consiliari e, nello stesso tempo, di rendere meno oneroso il suo funzionamento. Nessuna chiusura da parte del Pd, come dimostrano i numerosi emendamenti discussi ed approvati.

Piuttosto il M5S eviti di ricorrere al vittimismo e alle rivincite personalistiche per mascherare la sua incapacità di confrontarsi con i problemi reali della città e del funzionamento delle istituzioni".

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