L'ufficio postale di Settignano resterà aperto

Tornano le chiusure di uffici in Toscana. Solo 6 su 65 escono dalla lista nera. Chiuderanno i battenti gli uffici postali di San Donato, Marcialla e La Romola e si ridurranno gli orari di apertura degli sportelli di Lucolena e Vico. Il presidente del Q2 Pierguidi: "Grande lavoro di tutti i livelli amministrativi, grande successo per dipendenti e cittadini"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2015 16:32
L'ufficio postale di Settignano resterà aperto

Il piano chiusura di Poste che prevedeva 65 uffici postali in Toscana e che fu congelato lo scorso febbraio per la mobilitazione di Regione, Uncem e Anci, si ripresenta a pochi giorni dopo la tornata elettorale. Poste Spa infatti ripresenta il piano di chiusure che resta drammaticamente invariato in quanto solo sei uffici postali su 65 escono dalla lista delle cancellazioni in Toscana. A salvarsi saranno gli uffici di Settignano e Contea in provincia di Firenze, Pieve di Compito in Lucchesia, San Baronto in provincia di Pistoia, Monti in provincia di Siena e Ponte Ginori in provincia di Pisa. Per gli altri 59 dunque resta confermata la chiusura. L'ufficio postale di Settignano esce dall'elenco degli sportelli italiani che saranno cancellati per il piano di razionalizzazione avviato da Poste Italiane. Resterà aperto dunque, a disposizione dei cittadini che avevano manifestato una forte contrarietà all'ipotesi di chiusura annunciata nei mesi scorsi.

"Una grande battaglia vinta - commenta il presidente del Q2 Michele Pierguidi -. L'ufficio postale di Settignano rimane al suo posto. Grande lavoro fatto dal Sindaco Nardella, dagli onorevoli Albini e Bonifazi, dal sottosegretario Lotti. E ancora, dal Presidente della Regione Rossi e dal Consiglio di Quartiere 2, per far capire a Poste Italiane la particolarità e l'importanza dell'ufficio postale di Settignano"."Tutti i livelli di governo e di amministrazione hanno fatto la loro parte, sono molto felice per le impiegate, gli abitanti di Settignano e di tutto il Quartiere 2" ha concluso il presidente Pierguidi.

Ad essere penalizzate sono le aree marginali, periferiche, montane e rurale. "Non lo accettiamo – commenta il Presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani – Poste non si smentisce mai, siamo alle solite, prima la sospensione delle chiusure annunciate perché necessaria una rimodulazione in base anche alle singole situazioni, poi un nulla di fatto poco dopo il periodo elettorale. Insomma ribadiamo che non è possibile dimenticare o sottovalutare la funzione fondamentale di presidio che i servizi postali esercitano nei territori montani e rurali, e dove fungono anche da luogo di coesione sociale, economica e territoriale consentendo l’accesso universale a servizi locali essenziali. Ci riattiveremo nuovamente con Regione e Anci per evitare una ulteriore penalizzazione di quei territori e dei loro cittadini che contano come quelli delle grandi città” - chiude Giurlani.

Sembravano appesi ad un filo di dialogo e di apertura al confronto in vista di una revisione. Adesso il filo si è spezzato. E definitivamente. Il 7 settembre è la data x, annunciata da Poste con una raccomandata che ieri è approdata alle scrivanie dei sindaci, in cui gli uffici postali del Chianti, oggetto di un piano di razionalizzazione e riorganizzazione che interessa oltre 60 uffici postali della Toscana, dovranno calare il bandone o ridurre il loro orario di apertura, equiparandosi in sostanza alla cessazione degli altri a causa della distanza dai centri abitati. Imperversa, come un tifone a ciel sereno, il timore che il Chianti sia lasciato a se stesso, con tutte le problematiche di un territorio vasto, eterogeneo, popolato per lo più da persone anziane, caratterizzato dalle annose criticità legate alla mobilità, al trasporto pubblico locale, alle difficoltà di spostamento, anche interne.

E ancora una volta, dopo la calma apparente, esplode la tempesta con i sindaci, in prima linea, che tornano, loro malgrado, sul piede di guerra per una operazione che ritengono ingiusta, inopportuna, penalizzante per un territorio su cui in buona sostanza si fa tabula rasa di presidi postali. Si sta parlando dell’interruzione del servizio di San Donato, Marcialla, La Romola e della riduzione di orario degli sportelli di Vico d’Elsa e Lucolena per una popolazione complessiva pari a oltre 3mila cittadini.

Una presa in giro colossale. E’ questo il modo in cui i sindaci percepiscono la decisione di Poste. “Da parte di Poste – dichiarano i primi cittadini Massimiliano Pescini, Paolo Sottani, Giacomo Trentanovi e David Baroncelli - senza molto stupore, ci saremmo aspettati meno fretta, maggiore serietà e rispetto per le comunità e le istituzioni locali. Alla nostra disponibilità, apertura al dialogo e al confronto si risponde con il cinismo e la forza.

Abbiamo già contattato sia i legali, sia la Regione Toscana e le rappresentanze associative dei Comuni. Speriamo di continuare tutti insieme, con i cittadini, questa battaglia fatta per i nostri servizi e a questo punto, anche per la nostra dignità di persone che rappresentano le istituzioni”. La situazione è difficile anche per gli uffici che riducono il loro orario da 3 a 1 giorno, come Vico e Lucolena. “Paradossale – aggiungono – anche per gli uffici distanti dai centri abitati, come Lucolena che è località montana e per legge dovrebbe restare aperta 18 ore alla settimana, invece verrà soffocata a sei ore, equivalente ad un solo giorno di apertura, il rischio di isolamento è elevatissimo, considerato che nella piccola frazione non ci sono filiali bancarie e l’ufficio postale più vicino è a 15/20 km di distanza”. 

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