Quando a Firenze si dice Artusi, il nome stesso richiama una certa musicalità. Forse perché Luciano Artusi per molti anni ha intonato il saluto alla voce del Calcio Storico Fiorentino. E non l'ha mai fatto per dovere ma sempre con sentimento, lo stesso che mette in tutti i suoi libri su Firenze perché Luciano Artusi ama la città di cuore. Ed è per questo che, a 90 anni suonati da qualche tempo, lui è sempre sulla breccia, a narrare la sua Firenze con sapienza e quasi devozione.
L'occasione per ascoltare Luciano Artusi sarà domani, a Villa Vittoria Cultura (viale Strozzi 2, zona Fortezza da Basso), dove con il figlio Ricciardo, che ne sta seguendo le orme con grande bravura e passione, presenterà il libro scritto a quattro mani "Il nonno racconta Firenze" (Edizioni Udom, 2024). Gli autori raccontano con semplicità e dovizia di particolari i primi 2mila anni di Firenze, le sue origini, la sua storia e il suo incomparabile fascino: un racconto che assume un contorno incantato, da favola, ma è tutto vero.
Quando un nonno racconta, lo fa con calma, amore e la forza dell'esperienza, tutto quello che viene espresso in questo libro scelto da Villa Vittoria Cultura per questo mercoledì, 4 settembre alle ore 18.
Con Luciano e Ricciardo Artusi, saranno presenti Giovanni Fittante (presidente Villa Vittoria Cultura), Lorenzo Becattini (presidente Firenze fiera) e il professor Giovanni Cipriani.
Storia, racconto, ma anche un tuffo nell'attualità. Luciano Artusi, a chi gli chiede come sta Firenze risponde così: "Direi che Firenze non sta benissimo, peccato. Purtroppo il problema della sicurezza si palesa sempre di più, i giovani forse con la loro esuberanza non se ne rendono conto ma gli anziani hanno paura. Lontani sono i tempi in cui si lasciava la chiave nella toppa dell'uscio, adesso se lo ricordano solo i vecchi ma era realtà. Altra cosa che noto è la scarsa cultura che contrariamente a prima si riscontra nei giovani specialmente nel conoscere la propria città.
Da anni manca per lo meno un'ora di storia da raccontare a scuola nelle classi dell'obbligo, e qui mi fermo. Io seguito a scrivere nell'intento di far amare la città, farla conoscere nelle sue tradizioni e curiosità che hanno dato l'orgoglio di essere coscienti di abitare a Firenze, in una città unica al mondo", conclude Luciano Artusi.