Lucca: a disposizione delle imprese tre appartamenti confiscati alla mafia

Italia dei Valori: “Bene l'assegnazione temporanea. Attenzione a valutare bene per evitare nuove infiltrazioni della criminalità organizzata”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 febbraio 2021 12:20
Lucca: a disposizione delle imprese tre appartamenti confiscati alla mafia

Tre appartamenti confiscati alla criminalità organizzata saranno assegnati temporaneamente ad altrettante imprese che li potranno utilizzare per migliorare la loro attività in questo periodo di pandemia. L’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata li ha assegnati alla Camera di commercio di Lucca, in comodato gratuito e in via temporanea, per le finalità connesse all’emergenza Covid-19, in attuazione del Protocollo d’Intesa stipulato nell’agosto dello scorso anno con Unioncamere.

L'iniziativa rientra nell’ambito del Progetto “Spazi per ricominciare” varato il 30 aprile scorso dall’ANBSC per rendere fruibile- in modo semplice, veloce e diretto – un’utile riserva logistica a cui tutte le pubbliche amministrazioni ed il mondo delle imprese possano attingere per acquisire la disponibilità, immediata e gratuita, di spazi aggiuntivi, sia allo scopo di mantenere livelli più sostenibili di lavoro in presenza, sia per supportare attività di varia natura che restino ostacolate o rese più complesse dall’obbligo del distanziamento fisico.

Per quanto riguarda questa assegnazione, si tratta di tre appartamenti definitivamente confiscati, nell’ambito di un procedimento effettuato dal Tribunale di Milano.

L’assegnazione temporanea ad altrettante imprese individuate dalla Camera di Commercio di Lucca si inserisce nel percorso più generale di cooperazione avviato con la Regione Toscana teso alla valorizzazione ed al recupero dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Sul territorio della provincia di Lucca risultano, ad oggi, altri 15 beni confiscati definitivamente. La Prefettura di Lucca in questi giorni sta operando, attraverso il Nucleo di supporto, per favorire una puntuale analisi dei beni confiscati e fornire indicazioni all’Agenzia sulle possibilità di destinazione.

“Azioni come questa - commenta con soddisfazione l’assessore alla legalità Stefano Ciuoffo - devono diventare consuetudine per non lasciare inutilizzato l’ingente patrimonio posseduto dalla criminalità organizzata. Occorre ‘restituirlo’ alla collettività creando, con un lavoro sinergico tra le diverse istituzioni, le condizioni affinché tali beni possano rispondere alle legittime istanze delle comunità locali coinvolte. È un lavoro per il quale occorre tempo ed è essenziale, innanzitutto, consolidare una comune visione tra i diversi attori in campo. Il rapporto con l’ANBSC e le Prefetture toscane è il primo prezioso passo per questa sfida”.

“L’assegnazione dei tre beni – ha dichiarato il Prefetto di Lucca Francesco Esposito - sottratti alla criminalità organizzata a favore delle imprese, è un segnale importante con cui si consente di reimmettere il bene nel circuito dell’economia legale in questo delicato momento in cui il tessuto economico produttivo fa i conti con la crisi”.

"Condividiamo -scrive il coordinatore provinciale del partito a Lucca, Domenico Capezzoli- il progetto Spazi per ricominciare. Utile riserva logistica che tutte le pubbliche amministrazioni e il mondo delle imprese possono utilizzare per acquisire la disponibilità immediata e gratuita di ulteriori spazi, sia al fine di mantenere livelli più sostenibili di lavoro faccia a faccia, sia per supportare attività di varia natura e permanenza impedito o reso più complesso dall'obbligo della distanza fisica.

Occorre ritornare alla comunità, creando, con un lavoro sinergico tra le varie istituzioni, le condizioni affinché questi beni rispondano alle legittime richieste delle comunità locali coinvolte. È un lavoro che richiede tempo ed è fondamentale, prima di tutto, consolidare una visione comune tra i vari attori del territorio. Il rapporto con Anbsc e le prefetture toscane è il primo prezioso passo verso questa sfida. Il patrimonio sottratto alla criminalità organizzata a favore delle imprese, è un segnale importante con cui è possibile reintrodurre il bene nel circuito dell'economia legale in questo momento delicato in cui il tessuto economico produttivo sta affrontando la crisi. Visto -prosegue l'esponente Idv- che molto spesso, dal sequestro alla confisca passano 4 o 5 anni e in questo lasso di tempo lo Stato li deve gestire e naturalmente ha un costo, la nostra proposta è che se entro 90 giorni dalla confisca, il loro utilizzo non è richiesto dalle imprese devono essere venduti per fare cassa oppure destinati per fini sociali. Quelli inutilizzati vanno venduti, ma attenzione servono controlli:

  1. Per consentire una riduzione del debito Pubblico
  2. Pagare il debito dello stato verso gli imprenditori
  3. Ridurre il cuneo fiscale sul costo del lavoro
  4. intervenire sull'emergenza ambientale, bonificando i terreni avvelenati dalle ecomafie e mettendo in sicurezza il territorio a rischio idrogeologico

Migliorare l'utilizzo dei beni confìscati alle mafie e dei proventi degli stessi -conclude Capezzoli- consentirebbe di non abbassare la guardia nel contrasto dell'illegalità e di intervenire efficacemente”.

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