Lloyd dal divisionismo agli anni Venti

La rivisitazione di un grande artista del Novecento. Questo il significato dell'esposizione “Lloyd, paesaggi toscani del Novecento “a cura di Lucia Mannini, in corso nelle sale di Villa Bardini. La mostra ripercorre il cammino artistico del pittore di origine gallese ma nato e vissuto a Livorno.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
18 luglio 2017 15:04
Lloyd dal divisionismo agli anni Venti

L'opera di Llewelin Lloyd, spesso relegata a un ambito regionale e considerata talvolta un'appendice della pittura macchiaiola, è proposta come un importante tassello della cultura italiana del primo Novecento. Il rapporto con la tradizione artistica toscana è stato per Lloyd soprattutto una rilettura critica. Ha mosso la sua ricerca dai problemi formali posti dalla Macchia, ma ha vivificato la sua pittura con scelte cromatiche e compositive, attente ai moderni sviluppi della pittura italiana e internazionale. Ne danno conto le sessanta opere in prestito da ventisette collezioni, pubbliche e private, corpus di una rassegna che segna il nuovo corso della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron.

L’opera di Llewelyn Lloyd (1879 – 1949) rivive, infatti, nella mostra ‘Lloyd: paesaggi toscani del Novecento’ allestita a Villa Bardini (Costa San Giorgio, 2) sino al 7 gennaio. 2018. Curata da Lucia Mannini e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, l’esposizione raccoglie sessantadue opere dell’artista, provenienti, da collezioni private di tutta e da collezioni pubbliche come la Galleria di Arte Moderna (Roma), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma), la Pinacoteca civica del Comune di Forlì a Palazzo del Merenda, la Pinacoteca Civica “Foresiana” (Portoferraio, Isola d’Elba), la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, le Gallerie degli Uffizi Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e la Fondazione Livorno.

Dopo la formazione a Livorno, seguendo l’ideale artistico e morale di Giovanni Fattori, Lloyd, di origini gallesi, ma livornese di nascita, giunse a Firenze alle soglie del Novecento, diventando un vero e proprio fiorentino d’adozione. Nella mostra, il cui catalogo è edito da Polistampa, si ripercorre il cammino artistico del pittore dagli inizi del Novecento, cui corrisponde la stagione divisionista, alla piena maturità degli anni Venti, con una piccola sezione dedicata alle vedute fiorentine degli anni Trenta.

Il paesaggio è un tema sempre presente nell’opera pittorica di Lloyd, un artista apprezzato, sia per le sue rappresentazioni dell’Isola d’Elba, sia per le vedute fiorentine. Dalle albe rosate e dai tramonti infuocati del Divisionismo, in ampie raffigurazioni di campagne o affacci marini (di cui restano anche a documentazione alcuni grandi disegni a carboncino, anch’essi esposti nella mostra), si seguono, nelle sezioni successive della mostra, le nuove ricerche formali, impostate su rapporti cromatici e nuovi equilibri compositivi, culminando proprio nelle vedute del panorama fiorentino, cittadino e non: la selezione di queste opere dimostra come, di fatto, l'artista livornese possa essere considerato a pieno titolo tra i protagonisti del Novecento pittorico italiano.

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