L'Italia è sconfitta. Si dimettono Prandelli e Abete

Dopo una brutta partita degli azzurri e una sconfitta meritata, immediate arrivano le dimissioni del CT e del presidente della Federazione.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
25 giugno 2014 00:18
L'Italia è sconfitta. Si dimettono Prandelli e Abete

Quando L'Uruguay ha segnato un goal a dieci minuti dal termine, si è perduta ogni speranza.

La mediocre gara degli Azzurri è finita. Una squadra impalpabile come l'Italia non avrebbe mai potuto pareggiare. Nel corso della gara, una delle più brutte di questo Mondiale, si ricordano a fatica un paio di tiri in porta. Si puntava su Balotelli e Immobile e i due che mai avevano giocato.

Insieme non hanno combinato niente. Balotelli è, anche, riuscito a farsi ammonire, inducendo il prudente Prandelli a non schierarlo nella ripresa. L’“astuta” mossa ha indotto gli azzurri a giocare, complice anche l'espulsione di Marchisio, praticamente nella propria metà campo a difesa del pareggio. Ma il calcio, che non è sport complesso, spesso evidenzia come un abbassamento del baricentro senza una punta di peso, che provi a tenere alto il gioco, significhi un costante assedio degli avversari. Gli azzurri hanno tentato di chiudersi sperando in quella “buona stella” che spesso ci ha salvato. Talvolta la fortuna non ci ha aiutato e dobbiamo salutare i Mondiali dopo due meritate sconfitte e una vittoria, contro una scadente Inghilterra, che aveva illuso i tifosi.

Adesso si parlerà dell’ingiusta espulsione di Marchisio, forse della mancata espulsione di Suarez per testata e morso su Chiellini. Sarebbe più opportuno rifarsi al gioco modesto della squadra di Prandelli e alle scelte del CT con quelle esclusioni eccellenti dai convocati (Rossi, Destro, Florenzi, Pasqual) che avevano suscitato non poche perplessità negli sportivi italiani.

Nel dopo partita Cesare Prandelli annuncia, subito, le proprie dimissioni. Ecco le sue parole: "Il progetto tecnico è di mia responsabilità, e visti i risultati ho comunicato alla federazione le mie dimissioni. In Italia dopo la firma del contratto ci siamo trovati in mezzo ad aggressioni verbali, secondo delle persone, secondo la critica, rubiamo i soldi ai contribuenti. Io non ho mai rubato soldi, ed è anche per questo che do le dimissioni. Non voglio sentir dire questo".

Dopo Prandelli, anche il presidente della Federazione Abete annuncia le dimissioni: "Spero che Prandelli ritiri le sue dimissioni. Anch’io andrò al consiglio federale rassegnando le mie dimissioni irrevocabili. Non tanto perché mi sento responsabile del tutto, lo dico sinceramente, ma perché voglio favorire il ricambio in federazione. Avevo già preso questa decisione prima del Mondiale, al di là del risultato”.

In un paese dove dimettersi non è consueto, sia il CT sia il presidente Abete vanno in controtendenza e si assumono la responsabilità del fallimento dell'avventura brasiliana, mentre, da domani, si penserà a una nuova guida tecnica per una Nazionale che negli ultimi anni non aveva demeritato. A Cesare Prandelli, cui non mancheranno le critiche, va riconosciuto il merito del secondo posto nel Campionato Europeo, e la pronta qualificazione ai Mondiali. Ha sbagliato le ultime scelte tecniche e da galantuomo, quale lo abbiamo conosciuto e apprezzato quando allenava la Fiorentina, si è coerentemente dimesso.

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