Lire in Euro: conversione semplice, invece è a rischio

Problemi per la conversione in Euro delle vecchie Lire che ancora in molti possiedono

Antonio
Antonio Lenoci
14 gennaio 2016 14:38
Lire in Euro: conversione semplice, invece è a rischio

"Lo Stato con cui abbiamo a che fare si sta dimostrando ladro e truffatore. E Bankitalia, che dovrebbe svolgere le funzioni di cassiere, si adegua" è l'accusa di Vincenzo Donvito, Presidente Aduc.

Il 28 febbraio 2012 scadeva il termine per la conversione delle Lire in Euro. Donvito dalla sede di via Cavour a Firenze, ricorda cosa è accaduto "Il Governo Monti dell'epoca, in cerca di soldi, decise di anticipare la scadenza al 6 dicembre 2011. Chi in quei giorni post decreto del Governo, si recava presso gli sportelli di Bankitalia per la conversione, si vedeva respinta la richiesta".Aduc, che crede nello Stato di diritto e nelle istituzioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso novembre, ha aspettato che Stato e Banca d'Italia dicessero come e cosa fare.

"Se si esclude un laconico e sibillino comunicato di Bankitalia del 6 novembre 2015, silenzio assoluto. Abbiamo quindi messo in circolazione, lo scorso 6 gennaio, un modulo affinché i possessori di Lire avanzino la richiesta a Bankitalia tramite raccomandata AR, mettendo così una data certa per la loro richiesta: e per essere al massimo garantisti e non forzare le istituzioni, abbiamo calcolato che la scadenza per questa richiesta debba essere il 28 gennaio 2016, recuperando così quegli 84 giorni che il decreto del Governo Monti, aveva tolto ai risparmiatori rispetto alla data ufficiale della conversione"."Ora, in via ufficiosa, Bankitalia fa sapere che cambierà la valuta solo di chi aveva fatto la domanda a suo tempo, nei termini dell'epoca.

Ma così Bankitalia fa la furbacchiona, oltre che il braccio armato dello Stato ladro e truffatore: dopo il decreto del 6 dicembre 2011, Bankitalia, poichè la legge era cambiata, non accettava le richieste di cambio valuta. La sentenza del 6 novembre della Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di quel decreto e quindi ha riaperto i termini, almeno per lo stesso numero di giorni che mancavano alla scadenza modificata dal decreto, altrimenti: a cosa serve questa sentenza? Secondo Bankitalia la sentenza è come se non ci sia stata, perché per lei valgono solo le domande presentate fino al blocco del decreto Monti.

Questo, per noi significa fare i furbacchioni e alimentare e assecondare furto e truffa da parte dello Stato.Quindi, se la sentenza della Corte Costituzionale ha un valore (e nessuno può -allo stato - affermare il contrario), automaticamente Bankitaia dovrebbe onorare i cambi di valuta. Ma non lo fa, come sta accadendo in questi giorni in cui diversi risparmiatori si sono rivolti ai loro uffici. I casi, quindi sono due: o interviene il Governo per far sì che questa sentenza costituzionale sia onorata o, in assenza, interviene un qualche giudice a costringere lo Stato inadempiente attraverso il suo braccio armato" spiega Donvito.Aduc dichiara infine: "Noi aspettiamo il 28 gennaio e poi ci organizzeremo e faremo iniziative per rivendicare il riconoscimento del diritto di chi deve potere cambiare le Lire che ancora possiede.

Non solo, ma, visto quanto accaduto, auspichiamo che il Parlamento e/o il Governo intervengano per estendere la possibilità di cambio anche oltre il 28 gennaio 2016: sì da rimediare a quanto non fatto fino ad oggi rispetto all'entrata in vigore della sentenza costituzionale e, soprattutto, per non aver consentito l'uso di un proprio diritto a tutti i risparmiatori che in questi anni hanno dovuto attendere la sentenza della Corte Costituzionale".La Legge 289 del 2002 aveva previsto all'art.

87 che la conversione delle lire aventi corso legale poteva avvenire a richiesta degli interessati fino al 28 febbraio 2012. Il Governo Monti aveva invece previsto, con l’articolo 26 del Decreto Legge n.121 convertito con modificazioni, dalla Legge n. 214/2011 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre 2011, che “le lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata” e che “il relativo controvalore è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato”.

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