Potrebbe essere racchiusa in un numero, il tre, la crisi del turismo in Toscana. Nei giorni scorsi la Nazione ha pubblicato la lettera di un turista triestino, Roberto Godina, 59 anni, in gita dalle nostre parti con la fidanzata per una settimana tra Firenze e Pisa, Lucca e San Gimignano, Volterra e Bolgheri, Peccioli e Pistoia, Orsigna e Rosignano.
“Ci siamo nutriti con qualche gelato e dei toast - racconta -. Pranzare con primo, secondo e contorno non potevamo permettercelo, e poi avevamo la grande fortuna di avere un’amica residente a Rosignano che ci ha preparato quattro o cinque pasti, tra pranzo e cena. E non per esplicita volontà di non spendere, ma semplicemente perché certe spese sono diventate proibitive per chi ha uno stipendio normale, tra i 1300 ed i 1500 euro. Il gelato a tre euro la pallina, la pizza a 13/16 euro. Parliamo di alimenti una volta economici, ora diventati cari”.
E aggiunge: “A Trieste, che pure è una città più cara rispetto a qualche anno fa, con 30 euro si mangia in due una pizza con la Coca Cola. E la pallina di gelato, per dire, non va oltre i 2,30 euro”. Ecco, ragioniamo sul tre. Potrebbe essere la chiave della crisi del turismo nella terra di Dante. “Ma noi vogliamo i turisti che non si accontentino di una pallina di gelato ma che abbiano i soldi per pagare un secchio di gelato” dirà qualche operatore.