Il sacrificio di Gaetano Pilati nel libro “Il prezzo della libertà”

Vittima della Notte di San Bartolomeo del 3 ottobre 1925, una pagina tragica nella storia di Firenze

Stefano
Stefano Bisi
28 Aprile 2025 23:06
Il sacrificio di Gaetano Pilati nel libro “Il prezzo della libertà”

La Resistenza al fascismo non comincia nel 1943 ma inizia da subito, nel 1919. E’ la tesi del libro di Marcello Flores e Mimmo Franzinelli, “Il prezzo della libertà” edito da Laterza, dedicato a 40 vite spezzate dal fascismo. Tra queste c’è Gaetano Pilati, vittima della Notte di San Bartolomeo del 3 ottobre 1925, di quella pagina tragica nella storia di Firenze. Anche lui è protagonista di quell’inizio di Resistenza, armata e civile, contadina e cittadina, uomini e donne che per ventisei anni combatterono contro il fascismo e morirono per opporsi al regime. Che cosa li spinse a tanto? Il trionfo della libertà sulla dittatura ci sarebbe stato anche senza il sacrificio delle loro vite?

Pilati era un imprenditore edile, arrivato dalle campagne di Bologna e costruttore di alcuni quartieri fiorentini. Era un mutilato di guerra, deputato socialista, che mise la sua genialità a disposizione di coloro rimasti senza braccia, senza gambe. Presidente della società di mutuo soccorso Andrea del Sarto, fu costretto da dimettersi per mano dei fascisti ma, indomito, continuò la sua battaglia diventando uno dei militanti del giornale clandestino “Non Mollare”. Pilati ne diventò uno dei maggiori diffusori. Insieme a Giovanni Becciolini, repubblicano e massone, e Gustavo Console, socialista e massone, venne trucidato nella Notte dell’Apocalisse, come la definì Vasco Pratolini. Morì il 7 ottobre, dopo quattro giorni di agonia. “Gli austriaci mi hanno ferito, gli italiani mi hanno ammazzato” disse in punto di morte.

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